13. Natale e flashback

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"Wow, questo è decisamente quello che intendevo quando ti dicevo che ti avrei portato ad una festa da sballo, amico. Flebo, carrozzelle e buffet che puzza di disinfettante" scherza Gray, entrando nel salone spingendo la sedia a rotelle di Natsu.

Visto che è Natale, i dirigenti dell'ospedale hanno permesso di tenere una piccola festa nel salone ricreativo per tutti i pazienti e le famiglie hanno contribuito portando cibo e vivande che ora affollano i tavoli.

I malati meno gravi chiacchierano tranquilli con un bicchiere di succo di mano trascinandosi la flebo ovunque vadano, alcuni, come il rosato, si spostano in carrozzella e gli altri, meno fortunati e costretti a letto, possono solo godersi le risate che rimbombano nei corridoi.

Gray lo lascia solo giusto il tempo di riempire due piatti con dolci di ogni tipo, per poi afferrare una bottiglia di coca-cola e tornare da lui.
"Abbuffati pure, devono esserti mancate queste schifezze là sotto" e intanto versa la bibita nel suo bicchiere.

"Non sai quanto" mugugna già a bocca piena.

Rivedere il suo migliore amico era stata una ventata di aria fresca. Niente abbracci spaccaossa, niente discorsi strappalacrime, niente minuti di silenzio angosciante; loro non sono così. Era bastato uno scontro di nocche e uno scambio di sguardi.
"È bello rivederti tutto intero" e quella frase trasportava tutte le emozioni che aveva provato Gray in quei lunghi giorni.

Da quel pianto disperato tra le braccia del padre la sera prima, Natsu aveva ripreso a parlare, come se la diga delle sue emozioni avesse permesso all'acqua di scorrere via, portandosi dietro il suo dolore.
Ora è vuota e lui non può fare altro che riempirla di nuovo; ricominciare.

Gray in questo lo aiuta molto: non lo tratta con i guanti perchè è un sopravvissuto, ma scherza e bisticcia con lui come ogni altro giorno dell'anno, oscurando per qualche ora i ricordi impressi a fuoco nella mente ed è quello di cui ha più bisogno ora come ora, visto che Lucy continua a tormentarlo in ogni momento della giornata.

"Mi ha chiamato il coach ieri. Ha detto di rimetterti in forze al più presto se vuoi iscriverti al torneo estivo".


"Allora verrò a vedere un tuo incontro. Devo verificare se hai la stoffa del campione". 

"Sarai il mio bacio portafortuna?".

"Sarebbe un onore per me".

Scuote la testa per allontanare quel flashback, l'ennesimo da quando è uscito dalla sala operatoria.
"Non lo so, amico. Penso di fermarmi per una stagione" ammette scompigliandosi i capelli. 

Gray strabuzza gli occhi. "Scherzi, vero? Fermarsi prima di essersi affermati equivale ad uscire di scena per sempre." Gli poggia una mano sul ginocchio. "Tu sei bravo, non buttare all'aria una potenziale carriera per questo incidente".

Capisce che ci vuole tempo per superare una tragedia di tale portata, ma da come sta reagendo il rosato dubita che fermarsi sia la cosa giusta.
Wendy gli ha riferito dei due giorni di mutismo e del crollo emotivo che ha avuto e, conoscendolo, chissà quanto altro dolore sta ancora trattenendo.
Non ha aperto bocca sui giorni trascorsi sotto le macerie e Gray non capisce cosa possa aver vissuto per non volerlo condividere con nessuno.

Ci dev'essere qualcosa di più profondo del terrore e del dolore, qualcosa che l'ha mantenuto in vita. È sempre stato un ragazzo determinato e testardo, ma per spezzarsi così, deve aver subito un'atrocità insopportabile.

Natsu ora parla, ma si vede che è distante.
Guarda, ma si nota che non focalizza.
Ascolta, ma non registra.

La box potrebbe aiutarlo. Sfinirsi a livello fisico può mettere a tacere i suoi demoni e i muscoli indolenziti possono confermargli di essere ancora vivo, di avere qualcosa a cui aggrapparsi per fare un passo avanti. 

"Non me la sento di tornare sul ring" risponde distogliendo lo sguardo.

"Pensaci ancora un po', ok?" Gli suggerisce. "Tra la riabilitazione e la dimissione dall'ospedale passeranno quasi tre mesi, perciò avresti tutto aprile per poterti allenare prima del torneo... e se cerchi qualcuno su cui sfogare la tua rabbia, questo bel corpo è a tua disposizione" e apre la felpa mostrando come la maglia bianca gli segni gli addominali scolpiti.

Natsu scuote la testa divertito. "Sei il solito spogliarellista".

"Non è vero! Ho ancora i vestiti addosso".

"Ed è un miracolo. Per questo nevica così forte da stamattina".

"È una sfortuna però per tutte le donzelle qui che non possono ammirare questo spettacolo".

"Se ti sentisse Juvia, voglio vedere chi sfogherebbe la sua rabbia su di te".

"Mi farei perdonare con un biglietto del cinema, in caso".

"Come fai a saperlo? Come fai ad essere così ottimista?".

"Perchè altrimenti non potrò portarti al cinema".

"Al cinema?".

"Certo, pensi che dopo tutto quello che stiamo passando, io ti lasci andare come ne non fosse successo nulla? Non ti libererai così facilmente di me".

Le orecchie di Natsu fischiano e lui se le tappa stordito. Basta, ti prego.
Gray scatta in piedi. "Ehi bello, che hai?".

"Sono solo un po' stanco" biascica, massaggiandosi poi le tempie. "Torniamo in camera".

"Sissignore" e addio alla festa.

Stanno lasciando la sala, quando una donna intralcia loro la strada e Gray blocca di scatto la sedia a rotelle sulla soglia.

"Oh cielo! Scusatemi, non vi avevo visto" e raccoglie la coperta del rosato caduta a terra, sistemandogliela poi sulle gambe. Nell'alzarsi, nota come il ragazzo la stia fissando meravigliato.
"Ho qualcosa in faccia?" Chiede confusa.

Lui scuote la testa. "No, scusi.. è che.. insomma.. siete una bella donna e.. si cioè.." biascica frasi incomprensibili guardando imbarazzato in ogni direzione fuorchè nella sua e il suo amico trattiene una risata.

"Oh grazie, tesoro" gli sorride, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Ma queste occhiaie non riesco a nasconderle nemmeno con il fondotinta".

"Dovrebbe diminuire il caffè e farsi una dormita" suggerisce Gray alludendo alla tazza che ha in mano.

"Purtroppo faccio avanti e indietro da questo ospedale più di quanto mi piacerebbe e senza caffè non reggerei".

"Ha anche lei qualche parente-" ma non termina la domanda che il cellulare della donna squilla interrompendoli.

"Pronto?" Risponde a bassa voce. "Si, sono qui. Arrivo" e senza salutare riattacca.
"Mi dispiace ragazzi, ma devo andare. È stato bello incontrarvi. Spero che tu possa riprenderti alla svelta" e con un ultimo sorriso se ne va.
La osservano allontanarsi lungo il corridoio, mentre il rumore dei tacchi eccheggia tra le pareti, fino a vederla scomparire dietro l'angolo.

"Mi pare di averla già vista da qualche parte" commenta Gray riportandolo in camera, ma Natsu non recepisce le sue parole, lo sguardo lontano e la mente assente come a cercare di afferrare qualcosa senza sapere cosa sia.




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Natsu pian piano si sta riprendendo, merito del supporto e dell'amore del suo amico e della famiglia.
Ma ha bisogno di qualcosa in più, un valido motivo per ricominciare a sorridere.

UN GRAZIE PER COME ACCOGLIETE SEMPRE I CAPITOLI (*-*)

A venerdì,
Jade 🌼

The wall between us {NALU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora