2. La cruda realtà

1.9K 134 23
                                    

"Interrompiamo i programmi per darvi una notizia dell'ultima ora.
Un terribile terremoto ha colpito Magnolia, espandendosi poi per tutta la periferia attigua.

L'epicentro è stato localizzato nel centro città ed ha causato enormi disastri: il centro commerciale e l'area circostante, infatti, sono completamente crollati e i danni si sono visti anche a kilometri di distanza.
La rete elettrica è saltata e l'impianto telefonico non funziona, tranne quello di emergenza.
Gli esperti ci informano che la magnitudo era di 8.0 della scala
Richter, ragion per cui ci si aspetta nei prossimi giorni altre scosse di assestamento che possono toccare vertici di 5.0/6.0.
Informiamo pertanto i cittadini di lasciare subito le abitazioni nelle zone più a rischio e recarsi al più presto presso i rifugi messi a disposizione dall'esercito.
Per quanto riguarda le vittime e i dispersi, non si hanno ancora numeri certi, ma i bilanci sono comunque preoccupanti. I nostri soldati e pompieri sono già all'opera per salvare quante più vite possibili e stanno già arrivando viveri e beni di prima necessità da distribuire alla popolazione.

Seguiteci per ulteriori aggiornamenti".


Natsu si risveglia intontito e disorientato. Tossisce qualche volta per liberarsi le vie respiratorie dalla polvere e dai detriti e si sfrega gli occhi arrossati.

Tutto attorno a lui è sottosopra e non sa distinguere se il luogo dove ora è sdraiato appartenesse al pavimento o al soffitto del centro commerciale.

Dà un'occhiata a ciò che lo circonda, nonostante il buio non gli permetta un'ottima visuale: l'area libera è piuttosto piccola e non gli consente margine di movimento, ci sono alcune travi oblique pericolanti e dei cavi in ferro di dubbia provenienza; il resto sono macerie.

Nessuna via d'uscita.
Nessun'altra persona.
È solo.

Ogni parte del corpo gli duole e, guardandosi le mani, le trova sporche, graffiate e sanguinanti.

Ok, deve cercare di alzarsi.
Punta i gomiti per terra e tenta di scivolare in avanti, ma qualcosa glielo impedisce.
Un blocco di cemento è caduto vicino alla sua gamba e uno spuntone di ferro gliel'ha trapassata.
L'adrenalina ancora in circolo e lo stordimento alleviano il dolore, ma sa benissimo che nel giro di poco tornerà prepotente e insopportabile.

Con estrema fatica riesce almeno a voltarsi sulla schiena, ma questo consente allo spuntone di spingersi più a fondo nella carne.

Trattenendo a stento le lacrime e con il fiatone, si siede, appoggiandosi ad un tratto di muro all'apparenza solido.

Che fare adesso?
Vorrebbe urlare e chiedere aiuto, ma la gola secca e la polvere causano solo dei rantoli indistinti e certamente non udibili dai soccorritori.

Si passa una mano tremante tra i capelli sporchi, scontrandosi con un taglio sulla tempia dal quale scorre un rivolo di sangue.

Sembra tutto perduto, quando una debole scia di luce attira la sua attenzione.

- - - - -

L'unica cosa che riesce a vedere è il buio. Freddo, cupo, insopportabile buio.

Sbatte gli occhi un paio di volte per togliersi i frammenti di lacrime e si sposta i capelli impolverati dal volto.
Ha battuto la testa e un grosso bernoccolo è già cresciuto sopra la botta.

Il labbro spaccato le brucia, ma è il dolore minore e di sicuro quello meno preoccupante, data la situazione.

Fortunatamente nel cadere è rimasta in posizione fetale e questo le ha permesso di ridurre i danni fisici, ma non quelli mentali.
Nella sua testa si susseguono ancora i boati e gli urli provocandogli brividi e spasmi; ma non può cedere adesso, è viva ed è questo l'importante.

Strisciando e sgomitando tra le macerie si siede, ispezionandosi poi il corpo: vestiti strappati, lividi, qualche taglio sanguinante qui e là, ma niente di rotto.
Grazie al cielo.

La polvere nell'aria la fa tossire e si copre il viso con la manica del maglione.

Purtroppo la sua borsa è finita chissà dove, ma in tasca ha ancora il cellulare.
Lo tira fuori e, avendolo già immaginato, guarda con tristezza le crepe sullo schermo.
E addio alla possibilità di usarlo.

Senza la minima speranza prova comunque ad accenderlo e quando, per miracolo, la canzoncina giunge alle sue orecchie, si sente svenire dalla gioia.
Non funzionerà, ma per un po' avrà almeno la luce.

Detriti e piccoli pezzi di muro piovono dalle macerie sopra di lei, spaventandola.
Ok, tempo di muoversi.
Se rimanesse lì, morirebbe alla prossima scossa di assestamento, perciò tanto vale cercare un posto leggermente più sicuro.
Non che ce ne siano al momento, sia chiaro, ma resistente almeno fino a quando non la troveranno.

Facendosi forza si alza, prende il cellulare tra le labbra e scala qualche blocco mettendoci tutta la forza rimasta.
Non è mai stata una sportiva, ma sgattaiolando fuori casa molte volte, aveva imparato qualcosa sull'equilibrio e, in una situazione dove tutto è pericolante, non è certo poco.

Dopo aver rischiato di cadere (e morire) un paio di volte, trova finalmente un piccolo angolino tra due muri portanti.
Perfetto, il luogo più sicuro per ora.

Si siede con il fiatone e si lega i capelli con l'elastico che ha al polso.
Si lascia andare contro il muro, poggiando il telefono al suo fianco.

Minuti dopo qualcosa colpisce debolmente l'altra parte del muro, soprendendola.
Ci poggia contro l'orecchio ma non sente niente.

Alza le spalle e sta per chiudere gli occhi, quando una voce debole la fa sobbalzare.
"C'è qualcuno?" Sente chiedere.

Lucy strabuzza gli occhi, girandosi completamente verso il muro.
"Ehi!" Urla battendo le mani sulla superficie.
"Sono qui, da questa parte".

"Siano ringraziati gli Dei, non sono solo" sospira di sollievo la voce.

"Come sei messo? Puoi muoverti?".

"No, ho una gamba bloccata".

Lucy setaccia i dintorni, ma non c'è modo di oltrepassare.
"Non posso venir lì, il passaggio è sbarrato, mi dispiace".

"Capisco, hai la luce però! Puoi usare il telefono?".

"No, è rotto lo schermo".

"Anche il mio, maledizione".

C'è un attimo di silenzio, in cui Lucy sente dei rumori dalla sua parte, probabilmente il tipo si sta spostando.

"Come ti chiami?" Domanda poi.

"Lucy, tu invece?".

"Natsu".

◇◇◇◇◇

Poche ore dopo il terremoto e vediamo come si sono risvegliati. La situazione è tragica, ma i soccorritori sono già al lavoro.

Almeno non sono da soli e, anche se lontani, possono sostenersi a vicenda.

ho visto che l'avete accolta benissimo, perciò graziee mille! ♡♡

A domani,
Jade 🌼

The wall between us {NALU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora