20. Controlli

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"Allora, Lucy, pronta a togliere la mascherina?".

Lei annuisce impaziente e l'infermiera spegne la macchinetta dell'ossigeno prima di rimuovere l'aggeggio che l'ha aiutata a respirare da quando è uscita dalla terapia intensiva.
Una volta senza, la bionda tocca i solchi che la plastica le ha lasciato sulla pelle prima di passarsi un dito sulle labbra screpolate.

"Come ti sembra? Riesci a respirare normalmente?" Domanda il medico.

Lei inspira lentamente come le ha spiegato l'infermiera, non trattenendo troppa aria e lasciandola andare a piccoli tratti.
Riprova per un paio di volte, constatando che i polmoni non fanno male ed il bruciore al petto è lieve.

"Molto bene. Ora prova a trattenere il respiro per qualche secondo".

Lei ci prova, ma dopo otto secondi deve tornare a respirare.

"È un buon inizio" la rassicura, "vedrai che alla fine della terapia riuscirai a farlo per molti più secondi".
Lei accenna un sorriso.
Recupera poi dalla tasca una piccola torcia e una paletta per ispezionarle la gola.

"È tutto apposto, dottore?" Chiede Layla in apprensione accanto alla porta, vedendolo scrivere qualcosa sulla cartellina.

"La gola non è infiammata e le ghiandole non sono gonfie."
Alza qualche foglio per leggere le risposte degli esami eseguiti. "Nelle analisi del sangue non abbiamo riscontrato agenti infettivi e la saturazione di ossigeno si sta pian piano normalizzando."

Layla sospira di sollievo.

"Ho prenotato una radiografia del torace domani pomeriggio per stare più tranquilli, ma posso dire che sua figlia si sta riprendendo".

"Hai sentito, tesoro?! Tra poco potrai tornare a casa" esclama la stilista.

"Non abbia fretta, signora" frena il suo entusiasmo il medico, "Lucy sta venendo nutrita per via endovenosa e la terapia farmacologica è ben distante dal termine. Dovrà farci compagnia ancora per un po' qui in ospedale".

Layla si avvicina al letto per prendere la mano della figlia tra le sue. "L'importante è che si riprenda totalmente".

"Vuoi provare a parlare, Lucy?" Le propone l'infermiera cambiandole la flebo.

"Può già farlo?" Domanda sbalordita la madre.

"Solitamente attendiamo qualche giorno per far riabituare il paziente a respirare senza l'aiuto della macchina," interviene il medico, "ma qualche piccola frase non sarà di certo un problema, soprattutto se Lucy non avverte dolore".

Tre paia di occhi la guardano in attesa. Da quanto tempo non riceveva così tante attenzioni?.

Prende un respiro profondo e deglutisce per bagnarsi la gola, poi i suoi dolci occhioni cioccolato si posano sulla madre inondandola con un sorriso felice.

"Ciao mamma" biascica rauca.

È finalmente riuscita a dirlo.
Dopo giorni trascorsi a guardarla, ad ascoltare la sua voce, a godere della sua vicinanza e a sentire il suo calore sulla pelle, adesso può anche parlarle.
Che bella sensazione. 

"Tesoro mio...".
Layla si commuove e la ingloba in un abbraccio materno di cui aveva tanto sentito la mancanza, spronando così il medico e l'infermiera a lasciare la stanza in silenzio.

Nel frattempo, qualche piano sotto, l'atrio dell'ospedale è scosso dal solito via vai di gente: medici che passano da un reparto all'altro, infermieri che spostano attrezzature e lettini, inservienti che puliscono, parenti in visita e pazienti stufi di stare nel proprio letto.

In mezzo a questa bolgia Natsu si muove a fatica con le stampelle e Gray sembra la guardia del corpo di un vip, mentre allontana le persone per non farlo cadere.

Si fermano davanti al pannello informativo per cercare l'ambulatorio in cui effettuerà il controllo, ma lo sguardo del rosato viene attirato da un capannello di persone poco distante.

Un'intera parete è stata riempita di fotografie delle vittime del terremoto, messaggi di cordoglio e cartelloni dei parenti, mentre un cuscino di fiori e lumini impedisce di avvicinarsi troppo.
Alcuni passano e lanciano un'occhiata veloce alle foto, altri accendono una candela o affiggono qualcosa e altri ancora piangono in un angolo ricordando chi non c'è più.

"Vuoi avvicinarti?" Chiede incerto Gray.

Potrebbe farlo.
Scandagliare le immagini e cercare tra quei nomi il suo per poter conoscere il volto della ragazza di cui si è innamorato, perdendosi nei suoi lineamenti e crogiolandosi nel fatto di averla vista almeno una volta.

È facile.
Basta mettere in avanti le stampelle e trascinarsi fino alla parete.

Eppure le sue braccia le spostano all'indietro facendolo indietreggiare.
"Tutto ok?" Si preoccupa Gray notanto il suo precario equilibrio.

"Non voglio fare tardi all'appuntamento" risponde atono ed imbocca il corridoio; ecco di nuovo quello sguardo perso nel vuoto.

È un cordardo, ecco cos'è.
Lucy ha lottato fino all'ultimo intonando quelle canzoni benchè non avesse più forze e lui non ha nemmeno il coraggio di guardare una dannata fotografia.
Dov'è finita l'intraprendenza di cui tanto si vantava?.

Il moro si siede fuori dall'ambulatorio, mentre Natsu entra per il controllo.
La gamba dovrebbe essere in via di guarigione, dopotutto si è assicurato lui stesso che non la sforzasse più del dovuto e che coprisse il gesso prima di fare la doccia, ma essendo stato ritrovato dopo cinque giorni, deve fare anche le analisi del sangue e le radiografie per assicurarsi che l'inalazione prolungata di polvere non abbia provocato infezioni o danni ai polmoni.

Si alza quando vede la porta aprirsi.

"Allora ci vediamo settimana prossima, ragazzo" lo saluta il medico accompagnandolo di fuori.

"Grazie mille".

L'uomo tira fuori dalla tasca un foglio piegato in quattro. "Da lunedì nella sala ricreativa dell'ospedale organizziamo delle sedute per i sopravvissuti. Non è obbligatoria la partecipazione e si può anche richiedere un incontro privato, ma sono sicuro che ti farà bene parlare con chi è stato nella tua stessa situazione".

Natsu caccia il foglio in tasca senza guardarlo e gli sorride. "Ci penserò, grazie ancora".

"A me non sembra una cattiva idea" tenta Gray.

"Infatti è una pessima idea".

Il ragazzo, infastidito da quel tono indifferente, gli si mette davanti per bloccarlo. "Non lascerò che tu cada nella depressione perchè non sai come riprenderti" lo affronta duro, "perciò o partecipi a quegli incontri o ti ci trascino io per i capelli. È chiaro?!".

Natsu si scontra con il suo sguardo di ghiaccio. È serissimo.
Sospira. "Ok" e il moro gli dà vittorioso una pacca sulla spalla.


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Hello! Oggi c'è brutto tempo e questo significa che posso mettermi la felpa (*-*)!!.

Premetto che non studio medicina e mi devo arrangiare con ciò che dice internet, perciò chiedo scusa se magari qualcosa non coincide.

Per il resto... godetevi il capitolo!

A presto,
Jade 🌼

The wall between us {NALU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora