Capitolo 7

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Hiccup

Solo io, mia madre e Skaracchio. 

Il funerale di mio padre è stato un duro colpo. Fin da piccolo ho sempre pensato che mi avrebbe visto crescere, che avrebbe conosciuto i miei figli, e invece proprio oggi l'ho visto morire per mano del mio migliore amico e bruciare su una barca, nella speranza -anzi certezza- che possa raggiungere il Valhalla.

Un funerale intimo, in pochi, di certo non quello che ci si sarebbe aspettato per una persona come mio padre. Non il funerale maestoso che solitamente è riservato per i chief di un popolo, ma alla fine forse è stato meglio così: ho potuto dire addio a mio padre senza essere circondato da persone che lo vedevano come un capo e nulla di più. 

Oggi abbiamo detto addio a un padre, un amico, un marito. Un addio silenzioso, accompagnato dalla danza del fuoco che poco a poco si è spento in mezzo al mare.


Siamo tornati a Berk da poco e le cattive notizie ovviamente non potevano mancare. Drago e il suo esercito non sono ancora arrivati -per fortuna, almeno qui a Berk possiamo preparare la difesa- molto probabilmente per la mancanza dei loro generali. Non capivo perchè durante la battaglia la voce di Sofia non si fosse fatta viva al mio fianco con i suoi soliti insulti e frecciatine e solo appena appoggio i piedi sul suolo berkiano capisco perchè: Thomas, fasciato in vari punti a causa delle ferite inflitte dagli Esiliati, mi guarda pallido da capo a piedi. Il mio pensiero vaga fra le più brutte possibilità: penso a Jack, a Miriam mentre il mio amico mi fa strada fra la gente sconvolta dalla notizia della morte del capo. Inizio già a sentire la pressione dei loro sguardi su di me, come se già contassero sulla mia persona, come se non gli importasse che ho appena subito un lutto; mi ritrovo a pensare, mentre cammino, che hanno ragione: Stoick l'Immenso è morto. La guerra si sta avvicinando e noi siamo in netta minoranza. Non so cosa fare, non so cosa fare perchè io non sono mio padre. Io sono solo un ragazzo che fino a qualche ora fa amava viaggiare fra isole abbandonate, mai esplorate, mentre ora mi ritrovo con tutto il peso di un popolo sulle spalle. Mi verrebbe voglia di fuggire, di andarmene, ma non posso. Mio padre era la mia guida, anche se ho sempre cercato di non ascoltarlo, perchè non ho mai voluto avere il suo incarico. Io non volevo diventare come lui.

Cerco di non pensarci e mi lascio guidare da Thomas fino a una casa. La casa di Claudia, mi ritrovo a pensare. Entriamo e senza dire niente saliamo al piano di sopra, proprio mentre Gothi scende le scale e fa un cenno del capo al mio amico, con un'espressione particolarmente triste in volto. Lui ricambia e sale al piano di sopra, lasciandomi spazio per entrare, e così faccio.

Claudia è stesa sul suo vecchio letto, con il busto completamente coperto da fasce ormai sporche di sangue. Troppo sangue. 

Lei sta dormendo, quasi tranquilla, con il respiro debole. Thomas prende subito posto su una sedia posta di fianco al letto, molto probabilmente messa lì molto prima del mio arrivo. Il castano si china, appoggiando i gomiti sulle cosce e lascia scivolare lo sguardo lungo la figura di Claudia, sospirando. Mi avvicino piano, posizionandomi di fianco a lui

"E' stata Sofia." esordisce, lasciandomi per un attimo senza fiato. Ecco perchè lei non era a combattere con me. Ma Sofia che ferisce Claudia... no, è impossibile. "So che ti sembra strano, e che molto probabilmente hai...hai altro a cui pensare" continua a bassa voce, stranamente tranquillo, non distogliendo lo sguardo dalla ragazza "però...però devi stare attento. Quella ragazza è completamente impazzita, Hiccup, non penso che la prossima volta che ti vedrà avrà riguardo. E-E non voglio che anche tu..."

Gli appoggio una mano sulla spalla, interrompendolo. Il mio amico alza lo sguardo e riesco a vedere le lacrime che cerca di trattenere. Ha paura, ha paura per tutti noi, per Claudia, per me. E' appena tornato da quel popolo che ha deciso di rovinare la nostra pace, un popolo che l'ha torturato per giorni, lasciandogli ferite ancora visibili. Cerco di mantenere la calma, è questo quello che fa un capo, no? Torno a sentire il peso del mio ruolo sulle spalle. Lo avevo abbandonato quando Thomas mi aveva raggiunto, ma a quanto pare continua a tornare. E' quasi impossibile scappare dal proprio destino, a quanto pare. Anche se ci si prova, anche se si tenta in ogni modo. Il ragazzo al mio fianco torna a guardare la ragazza stesa sul letto. Lo sento sospirare

Dusk till Dawn|| HiccofyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora