7. Dazed & Confused

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Ludovica fu la prima a svegliarsi. Si ritrovò proprio come si era addormentata; Francesco si era leggermente spostato, ma era ancora a fianco a lei.
Si alzò, cercando di non far rumore e non svegliarlo. Collezionò la sua biancheria, si permise di prendere una maglia di Francesco che le stava decisamente larga e si diresse in cucina per cercare di preparare qualcosa. 

Francesco, nel frattempo, si svegliò e si spaventò non vedendo più la ragazza accanto a sé. Gli sembrò come un terribile déjà-vu. Si mise i boxer velocemente, ancora assonnato, con gli occhi semi-chiusi e si diresse in cucina, alla stessa maniera. Alla visione di Ludovica in cucina che stava preparando dei semplici cereali con latte, sentì quasi di perdere un battito. Si rilassò tutto d'un tratto e si sedette. 

- Cos'è quella faccia? Nottata folle? – Ludovica rise, sapendo perfettamente cosa fosse successo la notte precedente.
- No, è che... - Francesco esitò per qualche secondo, imbarazzato. – Pensavo te ne fossi andata... Ero preoccupato.
- Aw, allora mi vuoi bene. Ti pare che me ne vado? Non sono più la diciasettenne spaventata di qualche anno fa. Poi, uno come te è da tenere stretto. – Ludovica fece l'occhiolino per far capire a Francesco a cosa si riferisse precisamente. Francesco quasi si strozzò mentre sorseggiava il latte dalla sua tazza.
- Ti ho sempre voluto bene, Ludo. – Tornò serio.
- E quindi? Che si fa? – Tornò seria anche Ludovica. – Io non ho voglia di tornarmene a casa.
- Nemmeno io. Ehm, cioè questa è casa mia, ma non voglio che tu te ne vada. 

Ludovica sorrise, finì la sua colazione e si legò i capelli facendo una veloce coda di cavallo. Francesco non stava capendo, ma quando Ludovica si inginocchiò di fronte a lui, liberando la sua erezione dai boxer neri, capì esattamente cosa stesse per accadere.
- Ah, però, siamo felici di già?
- Mi fai questo effetto, che posso dirti. Poi mettici anche l'alzabandiera mattutino.
Ludovica sorrise, poi prese in bocca l'erezione di Francesco. Aveva il vizio, anche le volte precedenti in cui si era ritrovata in una situazione simile, di andare avanti con i suoi movimenti e contemporaneamente lanciare sguardi al ragazzo. Vedere come i ragazzi, in quel modo, si eccitavano pure di più, la faceva impazzire. Francesco non fu da meno. Anche questa volta poggiò le sue mani sulla testa di Ludovica per seguire e dettare i movimenti. Non durò molto quel momento, ma fu intenso. Francesco le venne in bocca e a Ludovica non dispiaceva.
- Che colazione da campioni, comunque. Latte e sperma. Ti capita spesso? – Rise Francesco, sistemandosi, mentre Ludovica faceva altrettanto.
- Veramente, di solito non ingoio. Ma tu sei tu, consideralo come un regalo.
- Addirittura, quale onore. Ti stai facendo perdonare per tutto questo tempo?
- A dire la verità, l'unica stronza non sono stata io. – Ludovica si stava leggermente alterando.
- Sì, ma non ti incazzare, stavo scherzando. – Francesco si avvicinò e la abbracciò. Era leggermente più alto di lei e questa cosa faceva comodo ad entrambi. – Sono stato uno stupido anche io, hai ragione. Ero un bambino stupido. Però, sappi che sono stato innamorato di te per un periodo. E sono stato uno scemo a non dirtelo, ma avevo tremendamente paura che mi rifiutassi e mi considerassi uno sfigato. A te piacevano quelli come Matteo, figurati se accettavi uno come me. Non avrei potuto sopportare un tale rifiuto.
- Mi piacevi a prescindere da come eri fisicamente. Molto di più di Matteo e quelli come lui. Per me non eri "Tonno lo sfigato", per me eri Francesco. E nonostante tu non mi abbia trattato come una principessa, mi piacevi. Figurati adesso che sei bello. – Francesco arrossì visibilmente a quelle parole. Erano ancora abbracciati. Francesco si scostò leggermente, lasciando le sue mani poggiate sulle spalle di Ludovica.
- Quindi, vuol dire che ti piaccio? – Si morse le labbra per cercare di trattenere un evidente sorriso. Quella ad arrossire adesso era Ludovica.
- Beh, schifo di sicuro non mi fai. Non lo so Franci, se mi piaci o meno. È che venire a letto con te mi ha fatto rivivere il momento della nostra prima volta e a quel tempo mi piacevi. Adesso non lo so se provo qualcosa per te o è semplice nostalgia. Tu, comunque, sei un bel ragazzo. – Ludovica abbassò lo sguardo imbarazzata e Francesco asserì per un attimo. Aveva ancora le mani appoggiate sulle sue spalle. Portò una mano sul suo mento per farle alzare lo sguardò e poi si avvicinò a lei, poggiando le labbra sulle sue. Non era un bacio fatto di foga e passione come quello della precedente notte; stavolta era un bacio premuroso, soffice e fatto d'amore. Non sapeva perché lo stava facendo, ma Francesco sentiva il bisogno di baciarla.
- Possiamo diventare scopamici, no? - Propose lui.
- E se uno dei due si innamorasse? – La loro conversazione fu interrotta per qualche minuto dal telefono che squillò e da Francesco che rispose.
Non fu una conversazione troppo privata, Francesco non si spostò in un'altra stanza, quindi Ludovica non si riservò dall'origliare.
- Non posso oggi, scusami. Sì, lo so che ti avevo dato appuntamento per oggi pomeriggio, ma ho da fare con i regaz. Mi ascolti, per favore? Perché ti devi incazzare? Ok, son giorni che aspetti che ci vediamo, ma cosa ci possiamo fare? Mi fai parlare? Se vieni a casa adesso non ci sono. NO! È inutile che ci provi, chi vuoi che ti risponda? Scherzi? Ma con chi pensi che sia? Assurdo e tu credi a quello che ti hanno detto? Ma, poi, scusami, cosa pensi che siamo, marito e moglie? No, va beh, fai come vuoi. Anzi, facciamo come voglio io. Facciamo che la finiamo qua, eh? Non mi pare una perdita enorme, né per me, né tanto meno per te, credimi. – Il ragazzo era abbastanza alterato. Ludovica rise per quello che stava per dire.
- Beh, non so se ti abbia visto, chiunque sia quella persona, ma una grande perdita di sicuro c'è. – Mimò con le mani la lunghezza del membro di Francesco.
- Che stupida che sei! – Rise anche lui. – Era una ragazza con cui, diciamo, mi stavo frequentando. Niente di serio, ma è una pressa. Le hanno detto che ieri sera sono venuto a casa dalla discoteca con una ragazza e ha dato di matto e, ovviamente, crede a quello che le viene detto, senza alcuna prova. E non cerca di parlarmi e chiedermi chi fosse. Tanto l'avrei mollata in ogni caso. Comunque... Di che stavamo parlando?
- Se fossimo scopamici e qualcuno di noi si innamorasse... Poi sarebbe un casino, non credi? 
- Stai tranquilla che io ho già perso in partenza. – Francesco si morse il labbro dopo quella confessione; Ludovica non capì subito, ma a scoppio ritardato poi ci arrivò e sospirò.
- Franci, non possiamo. Io non ce la farei a farti stare male. Scusami.

Ludovica andò in camera, raccolse i suoi averi e i suoi vestiti e scappò da casa di Francesco, lasciandolo su due piedi, senza nemmeno dargli la possibilità di controbattere. Si sentiva come nel bagno del lago 5 anni prima. Praticamente un terribile déjà-vu. 

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