Incipit "Il patto di Alicya"

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Alicya Rogerson era una delle signorine più avvenenti fra quelle che si potevano incontrare agli eventi mondani della Stagione londinese di quell'anno. Capelli castani e occhi verdi con pagliuzze dorate, lineamenti dolci ma non troppo, un personale dalle forme armoniche. Un osservatore che avesse voluto trovarle un difetto avrebbe potuto sottolineare che le mancavano un paio di centimetri di altezza, ma non avrebbe comunque potuto definirla bassa. Nonostante la sua bellezza, però, era una delle meno ambite fanciulle da marito: non era ricca e il fratello maggiore Nigel stava sperperando le sostanze della famiglia al gioco d'azzardo, attività per cui sembrava aver sviluppato una vera e propria dipendenza.

Quella sera, nell'attesa che iniziassero le danze, Alicya stava conversando con le sue amiche; le ragazze, per quanto diverse sia fisicamente che come carattere, erano attraenti e graziose e il loro gruppo solitamente riscuoteva l'interesse dei giovanotti presenti, anche se fino a quel momento nessuna di loro aveva ricevuto una proposta di matrimonio.

I discorsi, dopo aver spaziato su abiti, progetti e gentiluomini finirono per avere come oggetto lord Darkwood, l'uomo che Alicya detestava di più, perché lo riteneva colpevole di aver attratto il fratello su una strada lastricata di vizi. Era da quando aveva iniziato a frequentarlo, infatti, che Nigel aveva preso a indebitarsi e a bazzicare luoghi poco raccomandabili, di cui lei non avrebbe nemmeno dovuto sospettare l'esistenza.

Alexander Frost, conte di Darkwood, era rientrato a Londra dall'Europa da qualche settimana ed era già argomento delle chiacchiere di molti, in quanto libertino, giocatore, spregiudicato e ricco. Come se ciò non bastasse l'uomo era dotato di un fisico atletico e di un volto interessante, incorniciato da capelli neri, in cui spiccavano occhi intelligenti e così scuri da sembrare anch'essi neri.

«Gente come lui non dovrebbe essere invitata ai ricevimenti della buona società» brontolò Alicya.

«Forse no, ma il suo denaro e il suo titolo gli aprono ogni porta e fanno sì che gli venga scusato tutto» replicò Beth Desburg, che sedeva accanto a lei. Bionda e con gli occhi color ambra, i tratti delicati, dimostrava meno dei suoi ventun anni, uno in più dell'amica.

«È davvero un peccato che un gentiluomo così attraente non sia raccomandabile» disse Diana.

Diana Morgan, figlia del conte di Egginwick, era l'amica del cuore di Alycia; aveva i capelli castani dalle sfumature fulve, gli occhi blu e l'atteggiamento deciso ed era la più alta e la più intraprendente del gruppo. Cecilia, sua sorella minore, si mostrò d'accordo con la sua osservazione, mentre le labbra di Alicya si piegavano in una smorfia di disgusto e disapprovazione.

«Presto si cercherà una moglie. È quasi vecchio, ormai» commentò Grace Johnsten. «Si sposano sempre anche quelli come lui, per avere un erede.»

Grace era appena graziosa, ma i suoi occhi scuri erano illuminati da uno sguardo vivo e acuto; non amava le occasioni mondane e le disertava ogni volta che le era possibile, con dispiacere delle amiche che, pur rispettando il suo amore per i libri, non condividevano il suo disinteresse per un marito.

«Chi avrà mai il coraggio di sposare un simile individuo?» sbottò Alicya.

«È affascinante, non potete negarlo» intervenne Beth.

«Sì. Ma sarà infedele fino dal primo giorno di nozze» obiettò Diana.

Beth alzò le spalle: «Lo sono tutti. O quasi. Ma essere lady Darkwood farebbe la differenza per molte donne.»

«Un disonore che davvero non vorrei» disse ancora Alicya. Diana le strinse una mano. Sapeva bene quanto fosse preoccupata per la pessima influenza che quel libertino e giocatore aveva sul carattere debole di Nigel.

Incipit storie rosa * Regency e contemporaneeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora