Capitolo 27

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<<Vado in esplorazione>>
<<James! Non sai manco dove ti trovi, tra un po'!>> lo rimbeccò Rob.
<<Non è vero. Christian mi ha spiegato tutto! Ora vado>>
<<Ma riposati che la prossima settimana c'è la partita e dovrai allenarti tutti i giorni>>
<<Su mamma Rob, fammi andare>>.
Il Cooper alzò gli occhi al cielo:
<<Non chiamarmi così. Non sono tua madre>>
<<Allora permettimi di girare intorno>>
<<Ok fai come ti pare, ma se ti perdi sono affari tuoi!>>.
James lo ignorò e si diresse spedito fuori dal dormitorio per gli ospiti.
Mentre camminava incrociò qualcuno di familiare che piangeva seduta in mezzo a un lungo corridoio.
Quando la riconobbe il suo cuore perse un battito:
<<Parisi?>>.
Subito la Corvonero alzò la testa asciugnadosi le lacrime e scattò in piedi come colpita da una scarica elettrice:
<<Che ci fai tu qui?>>
<<Potrei farti la stessa domanda>> replicò il Potter appoggiato a una colonna <<e perché stai piangendo?>>chise con più gentilezza.
<<Rispondi prima tu>>
<<Ok>> il Grifondoro alzò le mani in segno di arresa <<gironzolavo, ora tocca a te>>.
<<Avevo bisogno di riflettere>>.
Il castano annuì:
<<Ti dispiace se mi siedo accanto a te? Sai il pavimento sembra invitante>>.
La castana fece un sorriso incerto, aveva capito che il ragazzo cercava di tirarle su di morale.
<<Fai come vuoi>>.
I due rimasero in silenzio per un po', fu il ragazzo a interromperlo:
<<Se ti chiedo perché piangevi ricevo uno schiantatesimo?>>
<<Può essere>> rispose facendo un sorriso enigmatico, o almeno ci provò.
<<Allora correrò il rischio>>.
La ragazza sbuffò, aveva bisogno di qualcuno a cui dirlo, anche se il Potter non era la compagnia adatta per lei, glielo aveva ripetuto molte volte la madre, per la prima volta decise di ignorare i suoi insegnamenti.
<<Mio cugino Matt>>.
James digrignò i denti, il Corvonero non gli era mai andato molto a genio, anzi non lo sopportava proprio, e strinse i pugni.
<<Se vuoi lo uccido, tanto per me non c'è nessun problema>>.
Julia sospirò:
<<Non fa niente, sono arrabbiata anche con me stessa>>
<<È perché? Come mai hai litigato con lui?>>.
La Corvonero sospirò e decise di dirgli la verità:
<<Penso voglia fare il cugino iperprotettivo>>
<<Ah>>
<<Dice che passo molto tempo con te>> sussurrò.
James strabuzzò gli occhi.
<<Il bello, Potter, è che non mi da fastidio passare del tempo con te. Prima mi avrebbe dato il voltastomaco solo respirare la tua stessa aria. Non so che cos'è cambiato adesso. Forse è anche un po' colpa di Stephanie che mi aveva obbligato a stare un po' in tua compagnia visto che avevi il morale basso a causa della rottura con i tui amici. Temeva che essendo triste non avresti più voluto fare la selezione per entrare nella squadra di Quidditch di Hogwarts>>.
Il Grifondoro si sentì ferito, pensava che ormai la Parisi avesse messo da parte i pregiudizi e avesse iniziato a capire che non era tanto male.
Perché sì, James Potter aveva iniziato a tenere molto a lei da quando la ragazza gli aveva rivolto la parola di sua spontanea volontà e avava sperato che tra di loro nascesse un legame.
Ora aveva capito che era stato solo per vincere quindi fece per andarsene, ma Julia gli afferrò il braccio:
<<Senti, Potter, mi dispiace di averti rivolto la parola solo per quello. Non posso credere a quello che sto per dire, tu, mio caro, mi stai simpatico>>.
Il Grifondoro spalancò gli occhi colpito:
<<Davvero?>>
<<Sì, e molto. Ora, però, non montarti la testa e non provare ad andare in giro dicendo che sono finalmente caduta ai tuoi piedi!>>.
James rise:
<<Non lo farei mai, Parisi>>
<<Se vuoi>> fece un bel respiro <<puoi chiamarmi Julia>>.
Il sorriso del Potter si allargò:
<<E tu puoi anche chiamarmi James>>
<<Ora non ci allarghiamo! Per me rimarrai Potter>>
<<Ok ok, hai ragione...Julia>> sorrise contento finalmente di avere il permesso di chiamarla con il suo nome, anziché con il cognome<<quindi...>>fece un bel respiro e chiese un po' titubante per paura che la Corvonero ci ripensansse e lo schiantasse <<possiamo definirci amici?>>
<<Va bene>> sospiro la ragazza senza, però, nascondere un sorriso.
<<E verrai ad Hogsmeade con me?>>.
Il ragazzo ricevette un pugno sulla spalla.
<<Ok, hai ragione, me lo meritavo, ora sto esagerando>>
<<Se ti comporti in modo normale, forse potremo, ma bada bene, come amici>>
<<Certo, certo>> disse felice <<posso dire in giro che siamo amici?>>.
Ricevette un altro pugno.
<<Ok, ho capito, Julia! Ci vediamo in giro, eh. Se Davis ti da fastidio, dimmelo, che da buon amico lo schianterò>>.
La Parisi alzò gli occhi al cielo poi sorrise:
<<Non ce n'è bisogno. Posso schiantarlo io stesso>>
<<Buona fortuna, Julia, per domani>>
<<Grazie, Potter, ci vediamo!>>
I due si salutarono. James capì, quella sera, di aver fatto un passo avanti verso la ragazza magari un giorno l'avrebbe definitivamente conquistata.
Oramai per lui non era più una sfida, anzi James se ne stava lentamente innamorando, soltanto ancora non se ne era reso conto.
Un giorno magari se ne sarebbe accorto, ma per ora era più che felice di essere suo amico, il prossimo passo sarebbe stato riuscire a farla pronunciare il suo nome.

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