Capitolo 15

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Roxenne non aveva intenzione di alzarsi, stava così bene sull'erba umida posta davanti all'immenso Lago Nero.
Per la prima volta nella sua vita non aveva intenzione di parlare con nessuno, preferiva rimanere con la sola compagnia dei suoi pensieri, seppur pessimi.
<<Ehi>> non aveva bisogno di girarsi per sapere di chi fosse la voce.
Fin dal primo anno era stata "tormentata" da un ragazzo di nome Emmanuel Shafiq, purosangue serpeverde, che era cotto di lei dal primo momento in cui i loro sguardi si erano incrociati.
La giovane Weasley non provava alcun interesse verso il ragazzo che al contrario avrebbe fatto di tutto per lei.
Lo aveva sempre trovato fastidioso e seccante fin dal giorno in cui lui le aveva portato uno splendido girasole, dove l'avesse preso era un mistero, e glielo aveva consegnato durante l'ora di Pozioni, al primo anno.
<<Non ho voglia di parlare>> commentò acida.
<<Invece secondo me hai bisogno di sfogarti con qualcuno>>.
Il ragazzo si sedette accanto alla ricca, sull'erba bagnata, e ispirò una boccata d'aria.
<<Ti sbagli. Vattene via>>.
Emmanuel rise della sua testardaggine.
Molto spesso i suoi amici gli ponevano una domanda:
"Lei ti tratta sempre così male. Di preciso cosa ci trovi in lei?".
Quella risposta era sempre stata complicata da pronunciare, lui non pensava fosse solo bella fisicamente, ma anche caratterialmente.
Era attratto dalla sua testardaggine e le sue maniere, era curioso di scoprire cosa si agitava nella mente irrefrenabile della riccia.
Voleva sapere i suoi pensieri, i suoi sogni e le sue paure.
Si era reso conto in quel periodo di come negli anni precedenti era stato un po' soffocante quindi aveva deciso di stalle alla larga per un po', con scarsi risultati.
Aveva il bisogno di starle vicino e di proteggerla da quel mondo travagliato che aveva il nome di adolescenza.
<<Non mi sbaglio, tu hai paura, Roxenne. Lo vedo>>.
La Grifondoro rise, ma la sua era più una risata isterica:
<<E di che cosa? Oh, ti prego dimmelo, saggio Emmanuel! Dimmi di che cosa ho paura!>>.
Il ragazzo ci rimase male per quelle parole dette con così cattiveria e tristezza.
Poi il carattere pacato del serpeverde si risollevò e con durezza disse:
<<Stammi a sentire Roxenne Weasley dei miei stivali! Mi hai stufato! Finiscila di fare la dura con me che lo so che dentro stai cadendo a pezzi a poco a poco! Dillo perché mi stai facendo incazzare con la tua testardaggine! Mi farai impazzire un giorno di questi!>>
<<Se ti faccio incazzare, vattene!>>
<<Non me ne vado! Non me ne andrei mai! Tu sei importante per me, cazzo. Lo sei per tutti! Stando qui fuori al freddo stai facendo preoccupare quelle persone, si staranno chiedendo dove sei, sicuramente! Magari tu non lo sai, perché o sei troppo stupida per capirlo o non vuoi accettarlo, ma credo sia più per la secondo perché tu non sei stupida! Io ci tengo a te e vedendoti soffrire, sto soffrendo anch'io!>>.
Roxenne era colpita, non se la aspettava una simile risposta.
Lo aveva giudicato male, pensava che fosse come i ragazzi purosangue di cui parlava suo zio Ron: egocentrico e con le loro manie sul sangue pronti a screditare quelli che non erano nati con tutta la discendenza piena di maghi.
Emmanuel Shafiq era diverso: dolce e determinato.
La Weasley lo fisso negli occhi, le iridi verdi la fissavano con rabbia e lei ne rimase per un attimo affascinata.
Fece un'azione che probabilmente successivamente se ne sarebbe pentita, poggiò la testa sulla spalla del serpeverde e iniziò a singhiozzare.
Emmanuel per un attimo rimase sbalordito da quel gesto e poi senza esitare le aveva circondato con un braccio le spalle e l'aveva stretta a sé.
Roxenne rimase avvinghiata a lui come se fosse l'ultima persona sulla Terra e ne valesse della sua salvezza, lui la strinse a sé con dolcezza confortandola con dolci parole e accarezzandole gli indomabili capelli ricci.
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Robert Cooper camminava velocemente per i corridoi maledicendosi mentalmente.
Era stressato per via delle verifiche e della situazione precaria in cui alleggiava la sua amicizia con i Malandrini, a causa dello stress si era trovato a pressare Roxenne.
Doveva trovarla, se non l'avesse fatto se ne sarebbe sentito in colpa per tutta la vita e James lo avrebbe ucciso, dato che teneva molto alla cugina.
Si ritrovò a correre ignorando i richiami della Parisi. I sensi di colpa lo stavano uccidendo, nonostante non le avesse detto questo granché, e doveva fare qualcosa per fermarli.
Si tranquillizzò non appena la trovò sulla riva del Lago Nero abbracciata a una persona mentre stava singhiozzando. Si chiese chi fosse e si stupì riconoscendo Emmanuel Shafiq.
Non poteva credere a ciò che stava vedendo, euforico stava per correre dai suoi amici per annunciare loro a ciò che stava assistendo, poi si ricordò della situazione e cadde in depressione.
Aveva anche lui bisogno di qualcuno con cui sfogarsi come stava facendo la riccia.
Sorrise, contento che la sua amica era riuscita a trovare qualcuno, ma si rattristò perché sarebbe dovuto essere suo dovere in quanto uno dei suoi migliori amici.
Si sedette sotto l'ombra di un albero e iniziò a leggere, ma dovette interrompere la sua lettura a causa di una persona che gli si era seduta accanto.

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