Un'amica.

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POV's Nazli

Mi trovo fuori dall'ospedale, ma sono ancora vestita con questa veste orribile, dovrei cambiarmi...

In realtà non so se posso andarmene da qui, ma ne sento realmente il bisogno. Sto bene fisicamente, quindi non ho la necessità di restare, ma adesso avrei bisogno solo di conforto da parte di un'amica.

Fatos! Dovrei chiamarla...

Lei c'è sempre stata, ci conosciamo da quando siamo piccole e siamo sempre andate nella stessa scuola, incredibile. Lei abita molto vicino all'ospedale, quindi potrei arrivarci pure a piedi.

Decido quindi di tornare nella mia stanza a prendere la valigia e a cambiarmi.

Per fortuna nella stanza non c'è l'infermiera, anche se dovrei chiederle il permesso per uscire...

Quando mi avvicino alla valigia noto sopra di essa i vestiti che avevo indosso la mattina stessa e sento subito una fitta...

Prendo una maglia bianca semplicissima e dei jeans, mi siedo sul letto e inizio a vestirmi.

Nel momento in cui sto sistemando la valigia sento bussare alla porta, ma non ci faccio molto caso e continuo a fare ciò che stavo facendo. Nonostante ciò, la porta si apre e riesco a intravedere delle scarpe maschili...

<Dove vai?> mi chiede.

<Non so chi tu sia, ma non sono affari tuoi.>

La figura maschile rimane in silenzio, ma si avvicina lentamente a me. Ma cosa vuole questo?

<Senti, davvero, non sto bene. Lasciami in pace.> dico, mentre una lacrima mi bagna il viso.

<Nazli.> sembra...preoccupato?

<Come sai il mio nome?> chiedo infastidita.

<Sta di fatto che l'infermiera che si occupa di te sia mia madre>

Oh perfetto, ci mancava solo questa. Spero solo che mi lasci andare.

Nel mentre che parlava ho finito di preparare la valigia e ora devo solamente trovare il modo di andarmene. Così, senza dire nulla, lo sfioro ed esco dalla porta.

Prima di andarmene però, dò un'ultima occhiata all'interno della stanza e riesco a vedere il suo sguardo puntato su di me, ma nonostante ciò decido di andarmene.

Una volta fuori dall'ospedale cerco il mio telefono, sempre che sia rimasto vivo...

Uh, trovato! In effetti è molto rotto...ma si accende comunque.

<Fatos...>

<Nazli? Che succede?>

<Posso venire da te?> quasi mi rimetto a piangere, non riesco proprio a pensarci.

<Certo, ma non eri da tua nonna?>  sento una grossa fitta allo stomaco.

<...> silenzio.

<Vieni, ti aspetto e poi mi spieghi tutto>

Attacco e mi avvio verso la strada per chiamare un taxi, alla fine non riesco a camminare, le mie gambe stanno ritte a stento.

Dopo cinque minuti arrivo sotto casa di Fatos e, appena apre la porta, le butto le braccia al collo.

<Allora, che succede? Dove sono i tuoi?>
Dopo aver sentito l'ultima frase non riesco a trattenere le lacrime, ma questa volta davvero.

<Tesoro, che succede?!> dice prendendomi entrambe le mani.

<Vedi...stavamo andando da mia nonna, come tu sai, ma durante il tragitto...> non riesco più a parlare, è come se avessi qualcosa di traverso.

<Vieni, bevi un po' e poi continui, ok?>
Riesco a camminare per miracolo, mi sento svenire.
Inizialmente non volevo crederci, ma adesso che ne parlo vorrei solo sprofondare e non pensarci più.

POV's Ferit

<Dov'è andata?> chiede mia madre, mentre io sono ancora imbambolato a fissare la parete da non so quanto.

<Ferit?> mi dà una pacca sulla spalla che mi riporta alla vita reale.
<Oh..., non lo so.>
<Doveva restare qui per almeno un'altra settimana!>
<Mamma, sta bene...o almeno fisicamente.>
<Per caso sei preoccupato?>
<No! Cosa dici? Da quando mi importa di certe ragazzine?> dico con voce traballante e poco sicura. Diamine, non ci credo neanche io...

Ho conosciuto molte ragazze qui in ospedale che avevano subito una perdita o che, semplicemente, stavano male, ma mi era sempre importato il giusto.
Non sono molto affettuoso quando si tratta di sconosciuti, ma questa ragazza...
Ma a cosa pensi Ferit? Smettila, era solo una semplice ragazza, punto.

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