Un incontro non previsto.

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POV's Nazli:

Sono seduta sul divano e vicino a me c'è Fatos. Siamo rimaste a parlare per un po' di ciò che è successo, ma il mio umore non è cambiato molto.

<Ti va di uscire?> mi chiede con tono molto calmo e dolce.
<Scusami, ma devo chiamare mia nonna e poi voglio riposare.>
<Va bene, sai già dove si trova la stanza>  detto questo mi sorride e se ne va in cucina.

<Pronto, nonna?>  la chiamo subito.
<TESORO! DOVE SIETE? NON RIUSCIVO A CONTATTARVI, SIETE SCOMPARSI!>  urla.
<Nonna...>  non riesco nuovamente a parlare.
<Tutto ok?>  chiede a voce bassa.

Silenzio.

<No.>  rispondo secco e, come sempre, inizio a piangere.
<Nazli?! State bene?!>
<Io si. Papà e mamma..>  inizio a piangere ancora più forte e la nonna capisce subito.

<Ma co-come...>  singhiozza.
<C'è stato un incidente.>  dico tutto d'un fiato.        Lei inizia a piangere.
<Come è potuto succedere?!>  ha una voce tremolante.
<Nonna, mi dispiace...>
<Dove ti trovi tu? Sei in ospedale?>
<No nonna, sono da Fatos. Non ce la facevo più a stare in quello spazio così chiuso, avevo bisogno di aria e di un'amica, mi capisci?>
<Certo tesoro, ti prego stai al sicuro. Te la caverai da sola?>
<Quando mi riprenderò si, ormai sono quasi maggiorenne.>
<Mi dispiace non poterti stare vicina, ma sai che abitiamo molto lontane.
Ci vedremo sicuramente al...insomma hai capito.>

Infatti so perfettamente cosa volesse dire.
<Nonna se non ti dispiace ora vorrei riposare, ti richiamo>
<Certo, ciao tesoro. Ricordati che loro sono sempre con te.>
Dopo quest'ultima frase accenno un sorriso e poi mi dirigo in camera.

Ho dormito spesso qua da Fatos, infondo siamo amiche da molto tempo.
Chiudo la porta e mi butto a pancia in su sopra il letto.
Sto per un po' a guardare il soffitto, ma poco dopo decido di dormire.

*La sera stessa*

<Nazli vuoi qualcosa da mangiare?>
In effetti è da stamattina che non mangio, ma non ho per niente fame...
<No no, tranquilla.> detto questo, lei mi saluta e se ne va.
Lei sa perfettamente che quando mi chiudo in me stessa ho bisogno un po' di tempo per pensare da sola, ed è quello che sta facendo.

Decido di prendere un attimo il telefono, ne approfitto del fatto che sia ancora integro, ma non penso che durerà ancora per molto.
Quando lo avevo acceso, uscita dall'ospedale, non mi ero accorta delle 17 chiamate perse della nonna.
Dopo entro su whatsapp ma, nonostante la lunga assenza, ho pochissimi messaggi, tra cui uno di mamma: una foto.

Ritrae lei sorridente, mio papà impegnato alla guida ed io, quando ancora ero felice e, soprattutto, con loro.
Mi scende una lacrima, ma blocco subito il pianto perché sono troppo stanca per "consumarmi" ancora.
Così spengo il telefono, lo appoggio sul comodino e mi rimetto a dormire.

I giorni seguenti non sono stati molto diversi, ma almeno sono riuscita a mangiare qualcosa.
Ormai è passata una settimana dall'incidente, ma non riesco proprio a riprendermi.
Domani ci sarà il funerale e sono pronta a vedere un sacco di persone a cui della mia famiglia non è mai importato nulla. Che incoerenti.

*Il giorno seguente*

Sono le 8:00, tra due ore devo essere là, quindi devo sbrigarmi a prepararmi, anche se non ne ho per niente voglia.

Prima di tutto mi vado a fare una doccia, in questi giorni mi sono trascurata tantissimo, infatti ho un odore che è meglio lasciar stare.
Uscita dalla doccia mi pettino i capelli e la frangia tutta spelacchiata.
Una volta asciugati, prendo la piastra e me li piastro, non so con quale voglia...

Dopo essere uscita dal bagno mi dirigo verso la valigia.
Non ho ancora sistemato le cose nell'armadio in effetti...
Prendo un vestito nero, ovviamente, che mi arriva fino a sotto il ginocchio, però a maniche corte.

Mi trucco leggermente, tanto per sembrare un po' più presentabile.
E, infine, mi copro il capo con un telo nero, data la tradizione.

<Nazli?! Sei pronta?> sento Fatos chiamarmi da fuori la porta.
<Si, arrivo>
Mi metto delle scarpe sportive tutte nere ed esco.
<Bene, andiamo>

<Nazli, volevo dirti che ho invitato pure mio cugino, ti dispiace?>
<No, tranquilla. Non l'ho mai conosciuto d'altra parte> dico accennando un piccolo sorriso.
Una volta detto ciò siamo rimaste in silenzio per tutto il resto del viaggio.

Arrivate ho notato che erano presenti già molte persone e, come avevo previsto, alcune che neanche parlavano con i miei genitori.

<Nazli, vieni ti faccio conoscere mio cugino>
<Va bene> dico prendendole la mano.
<Nazli lui è->
<TU?!> sono scioccata.

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