Brutta notizia.

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POV's Nazli:

<Nazli!>

<Mamma arrivo, aspetta!>

Mi sto preparando per andare a trovare la nonna in montagna, è da troppo che non la vedo e mi manca, sia lei sia quel posto incantevole.

Fin da piccola mi sono trovata bene in quella piccola casa di legno dispersa nella tranquillità e, dopo una lunga settimana di studio, credo di meritarmi un momento di pace lontana da Istanbul.

Non fraintendetemi, amo la mia città, ma dopo 9 mesi di studio lasciare per un momento il caotico paesaggio di Istanbul, mi farà più che bene.

Oggi fa molto caldo, pur essendo ai primi di giugno, allora decido di mettermi un top bianco, molto semplice, e dei leggings, così da stare comoda e fresca.

<Nazli! Dobbiamo andare o faremo tardi.> Sento mia madre urlare mentre metto un filo di mascara, anche se non mi vedrà nessuno a parte nonna.

Finalmente scendo con la mia piccola valigia, ma efficace, e raggiungo i miei genitori in macchina.

<Sei pronta?> Mi chiede papà.

<Certo! Mi manca tantissimo quel posto e nonna...> dico abbassando lo sguardo.

L'anno scorso c'era puro nonno, ma purtroppo se n'è andato prima del previsto a causa di una malattia a noi sconosciuta.

<Lui sarà comunque con noi> mi conforta mamma.

Le sorrido e, per distrarmi, prendo il telefono.

Inizialmente entro su whatsapp, ma non trovando nulla di interessante, vado su instagram.

Trovo finalmente qualcosa di interessante, tipo gatti impazziti, e così passa mezz'ora.

Quando finalmente decido di distaccare gli occhi dal dispositivo, vedo un grosso camion arrivare velocemente verso la nostra macchina.

<Papà!> Urlo per farlo reagire, ma ormai è troppo tardi.

<Mam-> nero.

* Un paio di ore dopo. *

Cerco di aprire gli occhi, ma ho una luce divina puntata in faccia. Dio, toglietela!

<Si è svegliata> sento bisbigliare da vicino la porta.

Finalmente sposto la lampada che avevo puntata in faccia e mi metto sui gomiti per avere una visione migliore.
Come pensavo, vicino alla porta c'è una signora di mezza età e sembra essere...un'infermiera ?!
Dopo un istante riesco a capire dove mi trovo, che stupida Nazli, come hai fatto a scordarlo?

Ricordo il camion, le urla, i miei...

<I MIEI GENITORI DOVE SONO?> Urlo così tanto che credo mi abbia sentita tutta la Turchia.

<Signorina, deve riposare, più tardi le spiegheremo tutto ...> ha un'aria triste e preoccupata e ciò mi mette in agitazione.

<NO.> Sono sempre stata testarda, mi dispiace.

<Ma sign-> non fa in tempo a terminare la frase che la interrompo.

<Lei, ora, mi spiega tutto. Come faccio a riposare in questo stato?>

Alla fine l'infermiera si arrende e si avvicina verso di me.

<Vedi..., un camion non riusciva a rallentare e si è schiantato contro la vostra macchina...>

Rimango in silenzio.

<Purtroppo il colpo per l'autista di esso e per i tuoi genitori è stato veramente grave ...>

Una lacrima minaccia di rigare il mio viso.

<E purtroppo non ce l'hanno fatta, mi spiace davvero.>

Non reggo e comincio a piangere, come può essere successo?

<Lei per fortuna, trovandosi dietro, aveva più speranze di sopravvivere, ma vedo che sei in buona forma.>

Ma davvero? I miei genitori sono morti e lei pensa a me?

<Oh, fanculo.> Sussuro.

<Come scusi?> Mi chiede guardandomi con aria interrogativa.

<Posso uscire?>

<In teoria sì, ma-> la interrompo nuovamente.

<Bene, ho fame.> invento una scusa, in realtà vorrei solo uscire da sto posto di merda.

Mi alzo e faccio per uscire, quando...

POV's Ferit:

Sono arrivato in ospedale, oggi dovrei aiutare mamma.
Se non sbaglio si trova al piano superiore, così prendo l'ascensore e comincio a salire.

<Salve, sa per caso dove si trova mia madre?> chiedo a una segretaria.

<Certo Ferit, si trova in quella stanza laggiù> mi indica una stanza in fondo al corridoio.

Le accenno un sorriso, anche se non lo faccio mai, e mi dirigo verso essa.
Sto per entrare quando un figura femminile mi viene addosso e finiamo quasi per cadere.

<Cazzo, togliti...> ha un volto cupo...

La lascio andare, ma faccio in tempo a notare i suoi capelli: sono abbastanza lunghi, lisci e di un castano chiaro.
Dopo essere rimasto a fissare il vuoto per circa 10 secondi, mi riprendo ed entro nella stanza.

<Scusala, ma i suoi genitori purtroppo non ci sono più...> mi guarda con aria dispiaciuta.

<Sai come si chiama?>

<Nazli>

<Nazli...> ripeto.

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