I wanna be your boyfriend; Jikook

1, alla fine dell'anno del decimo grado

Il sole era nascosto dalle nuvole cupe, Jimin sentiva il ticchettio incessante della pioggia e il suo profumo, il suo respiro era regolare e il suo cuore era colmato dalla bella sensazione che gli dava alscoltare la pioggia, il ragazzo si era fermato in cima alla scalinata per ammirare il cielo tenebroso e la via ormai desolata di fronte alla sua scuola. Intorno non c'era nessuno, se n'erano andati via già tutti mentre lui era rimasto incantato.
Si mosse a scendere le scale, riparato da un ombrello arcobaleno che non era il suo e che aveva rubato di nascosto dal portaombrelli della sua aula senza neanche sapere di chi fosse.
«Ei! ridammi il mio ombrello!» esclamò un ragazzo moro fermo sotto il limite della gronda molto sporgente del tetto dell'edificio.
Jimin sussultò e, preso dal panico, senza neanche voltarsi a controllare chi vi fosse dietro di lui, accelerò il passo e si nascose facendosi più piccolo sotto quell'ombrello.
Così l'altro ragazzo, pensando che Jimin non l'avesse sentito, magari anche a causa del rumore della pioggia, gridò ancora una volta
«Ridammi il mio ombrello, hei mi hai sentito? »

Jimin, con il viso bollente e la saliva che si era prosciugata nella bocca, decise di far finta di nulla e continuare a scendere quegli interminabili scalini, ma il ragazzo moro superò la zona a riparo al di sotto del tetto e si indirizzò verso Jimin, che continuava a camminare, quando il ragazzo gli fu a pochi passi di distanza allungò una mano: in una spallata gli era passato di fianco e con un movimento repentino gli aveva strappato di mano l'ombrello.
Poi si posizionò di fronte al biondo bloccandogli il passaggio
«Perché lo hai preso cazzo, ora sono tutto bagnato grazie a... te» gli sputò il moro, Jimin divampando abbassò lo sguardo, senza riuscire a dire una parola
«Parla, dì qualcosa»
«Scusa, mi dispiace, posso farmi perdonare?» balbettò
«Cosa? Farti perdonare? Riesci ad impedire che mi venga un raffreddore? » disse in tono acido il ragazzo moro
«No» mormorò il biondo
«Riesci a farmi riavere i minuti che ho perso a cercare l'ombrello nell'aula? »
«No... »
«Ecco, non puoi farti perdonare» ed infine il moro si voltò e lasciando Jimin sotto la pioggia, fece per andarsene

«Ma se vuoi posso prestarti il mio asciugamano, sai oggi avevo palestra e... » fece incerto Jimin.
Allora il ragazzo di spalle si voltò di scatto sbarrando lievemente gli occhi neri e cupi come il cielo sopra di lui, e con aria seccata fece cenno a Jimin di risalire le scale per raggiungere la zona riparata dove non arrivava il temporale.

«Uhm... come ti chiami quindi?»
«Jungkook, tu?»
«Jimin, Park Jimin- Jimin per un istante si zittì e puntò lo sguardo vero il basso, poi tornò rivolto verso Jungkook- aspetta ma noi frequentiamo lo stesso corso di inglese, tu sei quello che l'altro giorno ha risposto al professore»
«Oh, è vero».
Jimin si sfilò lo zaino, lo fece scivolare lungo il braccio e afferrandolo lo posò delicatamente a terra, poi si chinò e ne tirò fuori l'asciugamano che porse a Jungkook. Tra i due calò il silenzio, il moro si strofinò il panno sulla testa e si asciugò i capelli, poi se lo passò su tutta la divisa madida di acqua piovana, senza trascurare neanche i lembi più estremi. A quel punto era rimasto umido, non del tutto asciutto, ma era okay, «Bene, ti saluto» disse secco gettando in mano a Jimin l'asciugamano freddo e sgualcito,
«Aspetta ti prego» lo trattenne Jimin
«Cosa» sbuffò Jungkook
«Ti prego, accompagnami almeno fino alla via della stazione col tuo ombrello», il moro fulminò Jimin con lo sguardo, contrariato, alla fine cedette al suo lato altruista che si rifiutava di lasciare quel ragazzo sotto la pioggia.
«Eh - Jungkook inspirò a pieni polmoni - va bene»

«Non sai quanto ti sono grato, e scusami ancora per prima»
«Di nulla, Jimin» e il silenzio calò di nuovo sotto quell'ombrello, tra i due ragazzi che erano stati gentili l'uno con l'altro.