Introduzione

165 7 0
                                    

Avete presente quando non riuscite a scacciare un pensiero in nessun modo? Quando nonostante tutti i tentativi di sostituirlo, quello, piazzato lì, nella vostra testa, non vuole mai andarsene?

Nel caso di Jimin, la cosa andava avanti da tanto tempo, ed era diventato opprimente.
La notte spesso il ragazzo non riusciva a chiudere occhio, e restava immobile sul letto a puntare il soffitto, a volte gli capitava anche di piangere, così abbracciava il cuscino e ci immergeva la faccia per soffocare il suono dei suoi singhiozzi.
Ogni sabato sera, prima di dormire, soleva collegarsi in videochiamata con Jungkook, anche se spesso, quando si collegavano, i due erano in realtà a malapena tornati a casa da un uscita di gruppo con la cerchia di amici che frequentavano - perché Jimin e Jungkook condividevano gli stessi amici -, ma i due approfittavano di ogni occasione per passare tempo insieme.

Da una parte era Jimin, ogni volta seduto sulla stessa sedia e nello stesso buio della sua stanza con lo schermo come unica fonte di luce, dall'altra Jungkook, tanto affezionato a quelle serate, che sempre governava il discorso essendo tra i due il più loquace.

La mattina a scuola Jimin non seguiva mai le lezioni, doveva concentrarsi per bene e metterci tutto se stesso per mantenere gli occhi fissi sul professore, e nel mentre con la testa era sempre altrove, un altrove ben preciso: la parte opposta dell'aula, la zona dove sedeva Jungkook.
Jungkook era il migliore amico di Jimin, un anno in meno di quest'ultimo, era uno sveglio, e poi era bellissimo, i suoi occhi scuri e magnetici erano la cosa che Jimin amava di più, le sue labbra erano pallide e screpolate, la pelle era rovinata dall'acne, i lunghi capelli neri sempre raccolti in un codino che gli donava un' aria da "bad boy" erano deboli e spenti, Jungkook vestiva con abiti larghi e spesso anche sporchi, perché erano comodi - e allo stesso modo era comodo non lavarli- , il complesso gli donava quell'aspetto trasandato che lo caratterizzava.

Jimin aveva sempre avuto un debole per lui, amava il suo profumo e quando gli dava consigli, Jungkook era uno che sapeva ascoltare e offrire aiuto agli altri, queste qualità lo rendevano un ottimo amico e confidente, con lui Jimin si lasciava andare liberando i suoi pensieri o tormenti più pesanti. Tra di loro non dovevano esserci segreti, doveva emergere a galla ogni cosa, perché era su questo che secondo i due si basava un rapporto di solida amicizia. Ed era per questo che Jimin soffriva tanto.

Jimin era un ragazzo esile e di bassa statura, era comunque di bell'aspetto però, i capelli, tinti di biondo platino, erano sempre acconciati e umidicci di gel, i lineamenti del viso erano delicati e piacevolmente proporzionati, con le labbra carnose, il naso piccolo e lo sguardo felino, nulla stonava in quel perfetto equilibrio nel suo viso; a detta di qualcuno, oltre sua madre, Jimin era forse anche più carino di Jungkook, ma il biondo non era mai stato d'accordo riguardo ciò.

I wanna be your boyfriend; JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora