3; Jimin è un egoista

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La donna dalla chioma castana fece cenno ai due ragazzi di avvicinarsi scuotendo la mano dall'alto verso il basso, sorrideva alternando lo sguardo tra Jimin e Jungkook ma a tratti lanciava anche occhiatacce verso il primo, che reagì corrugando la fronte, alzando gli occhi al cielo. Jungkook osservò la reazione dell'amico di fianco a lui, e si fece scappare un sorriso sghembo
«Entriamo Jungkook» disse il biondo facendo cenno all'altro di seguirlo, insieme raggiunsero la madre di Jimin , Jungkook la salutò educatamente e con un movimento veloce e rigido fece un inchino alla signora
«Ciao Jungkook caro, come ti avrà detto Jimin vorrei parlarti due secondi» esordì la donna, sorridendo al moro, Jimin osservo i movimenti tesi del suo amico, voltò la testa completamente in direzione di quest'ultimo ed osservò il suo profilo mentre annuiva alla signora Park e le sorrideva, rimase con lo sguardo fisso puntato sul ragazzo moro e per qualche secondo sì distaccò dalla realtà, come se fosse entrato in pausa.
«Però Jimin, non è che potresti andartene? » all'udire il proprio nome venir pronunciato dalla madre, il biondo tornò alla realtà e trasalì accorgendosi di essere rimasto a fissare Jungkook proprio di fronte ai suoi occhi.
«Come? » chiese scuotendo il capo e sospirando
«Ho chiesto se te ne vai» a quel punto tornarono in mente a Jimin il modo in cui la madre lo avesse minacciato a costo di parlare con Jungkook e di come la donna avesse cercato di deviare il discorso ogni qualvolta Jimin aveva provato a chiedere spiegazioni.
«Eddai, posso restare? Così non sai cosa mi fai pensare mamma»
La donna tenne lo sguardo in quello del figlio, tanto simile al suo, per una manciata di secondi, poi semplicemente iniziò a parlare a  Jungkook, lasciando Jimin senza una risposta.
«Tu sei il migliore amico di Jimin, non è così? Jimin mi parla sempre tanto di te e sembra volerti davvero molto bene» Jungkook sembrò confuso non capendo perché la donna avesse iniziato dicendo quelle parole, lanciò una breve occhiata a Jimin, che ricambiò lo sguardo con una faccia altrettanto confusa e fece spallucce
«Sì è così, Jimin ed io siamo grandi amici» Jungkook rivolse un sorriso al biondo, ammiccando. Jimin, dal suo angolino sulla porta della cucina osservava ancora il moro a braccia conserte, guardandolo con aria concentrata, lui e Jungkook erano amici da circa due anni, ma era come se lo fossero da più tempo, era andata che Jimin, per un lungo periodo, aveva deciso che avrebbe ronzato intorno a Jungkook -che all'inizio si comportava in modo notevolmente freddo e distaccato- finché non l'avrebbe fatto suo amico, alla fine erano diventati anche più di amici, confidenti, compagni di vita, e Jimin nel corso dei mesi si era accorto che dentro di sé c'era qualcosa che lo muoveva a stare con Jungkook come se esso fosse una dipendenza per lui.
«Quindi, arrivo al punto - continuò la mamma di Jimin - ho notato che negli ultimi mesi, e la cosa non fa altro che diventare sempre più evidente, Jiminie è un po' stano, sai Jungkook, volevo chiederti se hai notato anche tu in lui...» Jungkook corrugò la fronte e increspò le labbra, capendo finalmente a cosa puntasse la donna
«uno sguardo sempre assente? L'aria triste? »Jungkook completò la frase al posto della madre del suo caro amico, ad ella si illuminò il viso, Jimin sgranò gli occhi
«L'ho notato anche io, Jimin è da un pezzo che ti comporti in modo strano»
«Mamma ma che ti salta in mente, anche tu, Jungkook» sbuffò il biondo cercando di non dare a vedere come fosse agitato, Jungkook lo guardò negli occhi per qaulche istante, la madre semplicemente lo ignorò e riprese a parlare
«Non è che tu sai se sta succedendo qualcosa a scuola, o tra amici o magari con qualche ragazza? Jungkook, ti prego dimmelo» fece la madre con tono lamentoso
«Io probabilmente so tanto quanto sa lei» rispose Jungkook guardando per l'ennesima volta Jimin, che sbuffò di nuovo, con il cuore che gli batteva a mille nel petto
«Cosa vi salta in mente, non c'è nulla da sapere!Io sto bene, voglio dire, è una vostra impressione» disse ridacchiando nervosamente, la madre scosse il capo e guardò in direzione del figlio
«No Jimin guarda che io lo vedo, credi che io non ti senta quando piangi? Fai davvero molto rumore Jimin - sospirò torturandosi il labbro inferiore dalla frustrazione- quante crisi avrai avuto questa settimana? Dieci? Venti? Piangi per ore, di notte a volte, e credi che io, tua madre, non mi sia accorta di nulla? Non stai neanche più studiando» strepitò in fine, facendo indietreggiare il figlio sin fuori la cucina, Jungkook guardò la scena con un espressione stralunata, e sorpreso da ciò che asseriva la donna capì finalmente che non poteva trattarsi di una sua impressione -perché questa era l'idea che si era fatto nei giorni precedenti quando aveva notato quanto Jimin fosse inquieto e sembrasse a disagio-. Il suo sguardo si scontrò per l'ennesima volta con quello del suo prezioso amico Jimin, il quale percepì la preoccupazione di Jungkook notando anche il naso lievemente arrossato e gli occhi lucidi, avvertendo una violenta stretta al cuore.
«Ora possiamo andare? » chiese, ma senza neanche aspettare una risposta o un cenno di consenso voltò le spalle lo stesso e fece per uscire.
Jungkook lo seguì, ma prima che oltrepassasse la soglia della porta la signora gli disse
«Jungkookie caro, prova a chiedergli tu cos'ha che non va, tu sei l'amico, con te è diverso» il morò annuì con vigore, salutò la donna ed uscì dalla cucina.

Jimin prese per mano il moro e lo trascinò fino a che non fu con lui fuori da quell'appartamento, senza neanche salutare la madre chiuse la porta abbassando lentamente la maniglia, puntando gli occhi lievemente sbarrati su di essa, poi la lasciò andare e si voltò in direzione di Jungkook, che lo fissava compiere quei gesti trasparenti, che tradivano tutta l'agitazione che Jimin aveva in corpo in quegli istanti
«Jungkookie, davvero non preoccuparti, e soprattutto non darle retta» mormorò il più basso, facendo scorrere la mano tra i ciuffi biondi
«Jimin, perché mi menti? - il moro aveva un velo di tristezza sul volto, Jimin sgranò gli occhi- in queste ultime settimane non sembri più tanto in te, ed ora guardati, sei paonazzo, sei così agitato» Jimin si portò il palmo della mano sulla guancia e fece cadere lo sguardo a terra, distogliendolo da quello di Jungkook, rimase in silenzio per minuti interi, con gli occhi dell'amico che si sentiva puntati addosso e da cui si sentiva venir divorato, ad un tratto parlò con voce flebile
«Scusa ma, probabilmente se te lo dicessi quì ed ora, non vorresti più portarmi con te - sbuffò - solo... facciamo finta di nulla, almeno per oggi, ti prego»
«Okay»

I wanna be your boyfriend; JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora