4; Amicizie

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«Andiamo allora, poi magari mi spieghi dove stiamo andando durante il tragitto, mh?» disse Jimin, facendo cenno a Jungkook di seguirlo verso le scale del condominio,
«Aspetta un attimo» lo trattenne il moro parandosi di fonte a lui e bloccandogli il polso con una salda presa.
«Jimin, prima voglio che tu sappia che puoi fidarti di me, non so perché credi che " non vorrei più parlarti ", ma se come dice tua madre è vero che piangi così tanto non vedo perché non ti convenga confidare tutto a me, perché non vuoi dirmelo? Sono sicuro che ti sentiresti meglio»
Jimin sbuffò una risata nervosa, fissando un punto indeterminato del pavimento in parquet,
«No, non mi sentirei meglio proprio per nulla, e tu probabilmente non mi parleresti più, perciò dimentica questa faccenda e basta, passerà»
«Quindi non ti fidi di me?»
«Persino mamma, persino lei mi caccerebbe di casa» sussurrò Jimin con voce rotta, il moro si ammutolì.
Jimin alzò lo sguardo, facendolo scontrare con quello preoccupato dell'amico.
«Jimin, sappi che potresti anche aver commesso un crimine, ti vorrei lo stesso bene»
«Dimentica questa faccenda Jungkook, non ti intromettere»
Il moro mise il broncio, aprendo le braccia ad accogliere Jimin in un abbraccio. Jimin sbuffò con il mal di testa dai nervi
Guardò Jungkook mentre era in attesa a braccia aperte, fece un debole sorriso ed incurvò le sopracciglia all'insù, sospirando.
«Sarebbe un sogno Kookie» disse fiondandosi tra le braccia del moro.
«Jimin, è la realtà. Come te lo devo dire?»
il biondo strinse ancora più forte l'altro e respirò il suo profumo, incollando la guancia al suo petto.
«Jimin, ti voglio bene, tanto» sussurrò con voce gentile Jungkook, il biondo sentì un senso di amarezza pervadergli il petto, concentrarsi nel cuore sino a raggiungere lo stomaco. Non doveva essere così ma ciò che Jimin avrebbe voluto sentirsi dire da quel ragazzo era proprio ciò che temeva non sarebbe mai successo.
«Anche io... ti voglio - si fermò e sospirò, - bene». Pronunciò quelle parole con stento, quasi a fatica. Calò il silenzio per una manciata di secondi, Jungkook sorrideva con gli occhi socchiusi in due solchi, Jimin, tra le braccia del ragazzo per cui aveva una cotta da due anni, si rabbuiò e si irrigidì.
«Basta, avevamo detto che avremmo fatto finta di nulla, andiamo» Jimin scosse il capo e diede fine al tepore di quel contatto scansando Jungkook con una spinta delicata, iniziò a camminare aspettando che Jungkook lo seguisse, il moro invece rimase fermo, come paralizzato, con uno sguardo di sfida verso Jimin, lo guardò compiere qualche altro passo verso le scale del condominio, finché ad un certo punto non lo vide voltarsi accortosi che da Jungkook non proveniva alcun rumore di passi.
«Jungkook? Qual'è il problema? » chiese Jimin interrogativo
«Vieni quì Jimin, prima ho detto che avrei fatto finta di nulla? Ho cambiato idea»
Il biondo si allarmò
«Cosa? »
«Ho cambiato idea»
«Io ci tengo a passare questa serata con te Jungkook»
«Cosa vuoi dire? Credi che non sarò più tuo amico o che... non vorrò più parlarti? » enfatizzò Jungkook gesticolando
«Mh...siiiì» cantilenò il biondo
«Ti ho detto che non sarà così, ci siamo appena abbracciati ed io pensavo di averti convinto»
«Sto bene Jungkook»
«Questo abbiamo già appurato che non è vero» sputò Jungkook incrociando le braccia al petto «Jimin... voglio solo aiutarti, se è vero che soffri come dice tua madre»
«Ed io voglio solo che tu per lo meno resti con me» strillò Jimin, stanco di quel discorso così difficile da affrontare
«E poi, quella donna esagera sempre, non è vero che ho avuto - Jimin sbuffò facendo roteare gli occhi - venti crisi di pianto» concluse scimmiottando la voce della madre.
«L'altro giorno Saejin mi ha detto di averti sentito piangere nei bagni, sai? » asserì Jungkook
«Saejin?» Jimin agrottò le sopracciglia
«Sì, lei, e se a stento devi trattenere le lacrime a scuola non oso immaginare cosa succeda in quel bordello che è camera tua»
«Jungkook, io non ho bisogno del tuo aiuto, e tantomeno di quello di mia madre» disse spazientito Jimin
«Pensavo che ti fidassi di me» lo provocò Jungkook. In quella che doveva essere una semplice e pura provocazione, in realtà si mal celava anche un filo di delusione, perché Jungkook era sempre stato abituato a non avere segreti con Jimin, ed in quegli istanti si sentiva come se egli fosse una persona diversa, nuova, e si sentiva come se non lo conoscesse veramente, anche se non era così, mentre invece tutto ciò era dovuto al fatto che non fosse a conoscenza delle ragioni che aveva Jimin per comportarsi come stava facendo.
«Credimi Jungkook, è meglio così»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 29, 2020 ⏰

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I wanna be your boyfriend; JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora