Esmeralda era una ragazza diversa sotto vari punti di vista, settima figlia di Ezio e Giovanna, unica fanciulla della famiglia, tutti si chiedevano come avesse fatto a conservare la sua femminilità.
La ragazza buttò le gambe oltre il bordo del letto e rimase a fissare il Sole nascente. Senza fare il minimo rumore raggiunse la cucina, dove prese un sorso di latte e una fetta di pane. I suoi erano già usciti. Esmeralda afferrò il vestito turchese con i bottoni sul davanti e infilò le ballerine nere, per poi uscire a sua volta di casa.
Per raggiungere la piazza del paese occorreva percorrere una lunga strada in mezzo al bosco. Le piaceva camminare per quella via: la luce rossastra che le scaldava dolcemente la pelle, il verde intenso delle piante e l'allegro canto degli uccellini. La ragazza inspirò ľ aria fresca che profumava di pane appena sfornato e ciliegie.
Poco lontano da lì si sentì il rombo di un motore, cosa insolita dato che tutti andavano a piedi. Dalla vettura scesero un signore con i capelli tirati indietro sotto strati di brillantina e una signora con i capelli ricci e biondi. Subito dopo fece la sua comparsa il ragazzo più bello che Esmeralda avesse mai visto: alto e magro, con i capelli castani e riccioluti, gli occhi cambiavano dal verde al nocciola a seconda della luce.
- Mi scusi, signorina, sa dirmi dove si trova la piazza principale?- fece il signore avvicinandosi alla ragazza.
- Certamente! Seguitemi: anch'io sto andando lì- la famigliola si mise in marcia dopo di lei e la seguì fino al cuore del borgo.
- Sono Edoardo, se ti interessa- disse il ragazzo porgendo la mano alla fanciulla -Sai, non mi staccavi gli occhi di dosso-
- Sei arrogante, lo sai?- rispose acidamente Esmeralda tentando di proseguire, ma lui la riprese per un braccio.
- Dai, seriamente, come ti chiami?- lei non rispose e se ne andò.
- Sei tu il milanese che passerà l'estate qua?- un ragazzo pressoché enorme era arrivato alle spalle di Edoardo.
- Quella ragazza è mia sorella Esmeralda e non ti conviene darle fastidio- ci fu un breve silenzio.
- Sono Giacomo- il gigante porse la mano al nuovo arrivato.
- Edoardo e sì, sono io il milanese-
In poco tempo il ragazzo era diventato il centro di attenzione di tutte le ragazze del borgo, tutte esclusa una: Esmeralda non nutriva un proprio interesse per il meraviglioso ragazzo dagli occhi verdi, preferiva starsene seduta a disegnare o a parlare con le sue amiche.
- Ti sta guardando- disse Alisia, cugina della ragazza, tirandole una sonora gomitata nelle costole.
- Chi?- rispose l'altra alzando lo sguardo.
- Come chi? Fragola, ci sei o ci fai? Il ragazzo nuovo!-
- Ah, sì, Edoardo- disse non curante.
- Sai anche il suo nome!- urlò strepitante ľaltra.
- Ciliegia! Vuoi darti una calmata?-
- E va bene, la smetto, ma tu gli piaci, sì vede da come ti osserva-
- Si vedrà alla festa...- la conversazione terminò lì.
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Occhi verdi
Romansa1987, Italia. Esmeralda odiava la feste di paese ed odiava essere costretta a partecipare, fino alla sera in cui un ragazzo di nome Edoardo, di Milano, rubò il suo cuore. Questa è la storia di un'amore nato in una sera di giugno qualsiasi e destinat...