Capitolo 3

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Quella ragazzina, riesce a mandarmi fuori dai gangheri come nessun altro. Lo so bene che non è complice di quello stronzo di mio cugino, ma è suo dovere effettuare il lavoro per cui la pago in modo ineccepibile! E invece me ne sono dovuto accorgere io! Ero sempre stato contrario ad assumerla. E' vero, aveva un ottimo curriculum. Ma era anche per quello che inizialmente non la sopportavo. Chi sano di mente, con una laurea conseguita con il massimo dei voti in giurisprudenza, finisce per fare la segretaria in una palestra? Capisco che non è facile trovare lavoro come avvocato, sono più del necessario, ma la segretaria avrebbe potuto farla in qualsiasi altro studio più consono al suo indirizzo di studio.

Ma no, lei si è presentata qui con le sue lentiggini, i suoi occhi verdi da cerbiatto, una cascata di capelli ramati e sfoderando un sorriso d'angelo,già al primo colloquio aveva fatto breccia in tutti i cuori dei miei soci, nessuno escluso a parte il sottoscritto, ovviamente. L'ho trattata malissimo fin dall'inizio, con quel visino spaurito mi aspettavo che scappasse a gambe levate già al primo intoppo, ma purtroppo per me, la ragazza in questione aveva un bel caratterino. Samantha Riva era il perfetto esempio di lupo vestito da pecora. Ormai però erano anni che lavoravamo insieme e questa era la prima volta che le avevo visto gli occhi lucidi. Ovviamente la mia insinuazione era stata ben recepita, o forse semplicemente, provava ancora qualcosa per quel coglione e piangeva per quello. Mha! Qualsiasi fossero i motivi ora avevo altro a cui pensare. Non ci posso credere come ha potuto farmi una cosa del genere era un mio parente porca puttana! Recupero, afferrando da terra il telefono che ho lanciato. Il divano ha fortunatamente attutito l'impatto e con sorpresa noto che si è appena scheggiato sulla parte destra. Vado sulla rubrica e cerco il numero che mi serve. Sono le undici di sera probabilmente starà dormendo, ma lo pago profumatamente e non succede mai che lo chiami a quest'ora, ma è una questione che non posso prolungare. << Pronto?>> Dalla voce  capisco che non sta dormendo.

<< Buonasera Ezio, scusa se ti chiamo a quest'ora.>>

<< Buonasera Gregori, non preoccuparti...Conoscendoti, immagino che sia successo qualcosa...>>

Sorrido appena. Allora c'è, qualcuno in questo universo, che non pensa che sia un coglione viziato. << Esatto ed è abbastanza grave. Da un controllo trimestrale ho notato degli ammanchi e oggi ne ho avuto conferma, per fartela breve ogni mese vengono sottratti dei mensili di alcuni soci, non sono tantissimi, ma ci sono.>>

<< Ne sei sicuro?>>Chiede con distrazione come se fosse una notizia poco importante.

Mi rimangio quello che ho appena pensato! << Certo che ne sono sicuro! Ti chiamo per questo e perchè so chi li ruba.>>

<< Bhè allora non c'è problema, vai a fare una denuncia per furto e poi chiamami.>> Esclama con superficialità.

Sospiro versandomi altre due dita di whisky. Per stasera credo che non mi basterà quello che è rimasto. << Il problema è che il ladro è mio cugino, nonchè socio di minoranza della società!>>

<< Bhè questo è un bel problema...>> Commenta probabilmente smettendo di fare qualsiasi altra cosa stava facendo, visto il tono di voce completamente cambiato.

<< Esatto, un bel grosso problema. Non voglio denunciarlo, anche se ho minacciato di farlo...>>

<< Immagino.>>

Certo che immagina. Sa perfettamente che Manuel conosce ogni carta fatta, in regola e non. Denunciarlo poteva arrecare più danni del danno stesso. Era troppo rischioso e anche se era di fatto, un coglione drogato, non era così stupido. Sapeva perfettamente che poteva rovinarmi.

<< E alla tua minaccia?>>

Butto giù il liquido ambrato che mi fa bruciare l'esofago con piacere. << Mi ha riso in faccia. Sa che può mettermi nella merda.>>

AFFANNO D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora