Capitolo 10

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Derek pov

Se c'era una persona che potevo incolpare per tutto quello, era solo e soltanto Peter.

Che novitá.

Nemmeno da bambino mi piacevano i compleanni.

Solo i primi anni, mi erano piaciuti.

Poi, avevo iniziato ad odiarli.

"Ma perchè mai dovresti odiare le feste di compleanno?"
Chiese l' uomo che mi stava accanto, osservando soddisfatto le cucine decorate con palloncini colorati e striscioni di auguri.

Mi limitai a fulminarlo con lo sguardo, incrociando le braccia al petto contrariato.

"Quanto manca ancora?"
Domandai, sperando di potermi concedere ancora qualche minuto prima di andare in scena.

L' unica risposta che ricevetti, fu l' entrata dei camera man e del presentatore, che ci lasció giusto il tempo di metterci vicini e fingere un sorriso, prima di far cenno ai camera man di cominciare a riprendere.

"Bentornati! Oggi cosa possiamo aspettarci, dai nostri talentuosi pasticceri?"
Chiese camminando all' indietro.

Interiormente sperai che cadesse.

Fecero il loro ingresso, naturalmente inquadrati, i ragazzi che erano rimasti dalle selezioni.

Non potei evitare di riservare uno sguardo per il ragazzino.

Si guardava attorno meravigliato, soffermandosi sulle torte poste accanto al tavolino bianco già apparecchiato per assaggiare.

"Benvenuti alla prima vera prova!
Ne affronterete a coppie, da soli, sfide che vi sembrano impossibili, ma per ora, concentriamoci su questa!"

Continuó, rivolgendosi al ragazzi che, nel frattempo, si erano posizionati uno accanto all' altro, in semicerchio difronte a me, Peter, e mia madre.

"Credo che tutti voi abbiate capito il tema di questa prova: il compleanno!
Vogliamo che pensiate alla vostra infanzia, alla torta che avreste desiderato per la vostra festa, e la realizzate in quattro di tempo!"

Si intromise la donna vicino a me.

"Il tempo inizia tra: tre, due, uno, ora!"
Urlò il presentatore, dando il via ad un trambusto di ragazzini che correvano, e per poco non facevano crollare le dispense.

Senza perdere altro tempo, mi avviai al tavolino, sedendomi dietro esso su uno sgabello indubbiamente scomodo, seguito dopo dagli altri due.

Lasciai vagare lo sguardo su ognuna delle cucine, cercando di immaginare cosa avrebbero presentato.

Era piuttosto divertente vederli armeggiare con ingredienti che avevano visto solo in tv,  ancor di più vedere come tentavano di nascondere la loro insicurezza.

Solo un paio, sembravano sapere davvero cosa facevano.

A giudicare dal poco che ero in grado di vedere dalla mia posizione, il cioccolato non sarebbe mancato.

Dopo un' ora, a fissare la poca praticitá con attrezzi professionali di quei ragazzini, mi voltai verso Peter, che con quel suo solito, e fastidioso, sorrisetto malizioso si alzó, aspettandosi da me lo stesso.

Sospirai seguendolo, andando ad ispezionare da più vicino i dolci.

Le telecamere non si scollato o per più di mezzo secondo da noi, e dovetti trattenermi dal lanciare il più lontano possibile.

"Ciao! Come ti chiami?"
Chiese il presentatore ad un ragazzino che sembrava particolarmente in difficoltá a stendere della pasta di zucchero.

Sì Chef//SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora