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La regina Minsu aveva mandate Keonhee e Leedo con i ragazzi non solo per garantire la loro sicurezza, ma perché aveva bisogno di allontanarli da lei. La donna aveva bisogno di affrontare il gran consigliere e sapeva che la loro discussione sarebbe potuta anche diventare accesa, se ciò sarebbe accaduto persino lei avrebbe avuto difficoltà a trattenere quei due. A nessuno dei tre piaceva quell'uomo, ma le due guardie sembravano aspettare il minimo pretesto per saltargli alla gola, e lei doveva evitarlo poiché avevano altro di più urgente a cui pensare.

Non appena tutti lasciarono il palazzo lei cominciò a camminare a passo spedito verso l'ufficio dell'uomo. Aveva le idee chiare in mente, avrebbe provato a controllare il suo temperamento per cercare di avere una conversazione civile con l'uomo. Se quello non avrebbe funzionato allora la donna avrebbe fatto utilizzo di qualsiasi cosa avesse potuto, tutto ciò che aveva in mente era mettere le mani su quel registro reale. L'avrebbe ottenuto in un modo o nell'altro.

Arrivata davanti alla porta che nascondeva l'ufficio dell'uomo bussò, lasciando che il rumore si propagasse intorno a lei e attese che fosse invitata ad entrare. Fortunatamente non dovette aspettare troppo. Quando la donna entrò nell'ufficio subito un forte odore di vino le arrivò alle narici, costringendola e storcere il naso per il fastidio. Tutti sapevano che l'uomo non bevesse altro che vino, ma non si era mai dimostrato pericoloso o inaffidabile per poter protestare contro questa sua abitudine. L'uomo era in piedi vicino alla finestra della stanza, e non appena la regina entrò questo le puntò i suoi occhi addosso. Erano piccoli, e cattivi, ma sembrava che nessuno oltre a lei se ne rendesse conto.

<<Maestà>> disse l'uomo, con aria superiore, ghignando leggermente <<Sono sorpreso di vedervi qui, al cospetto di un umile servitore>>

La donna non mancò di afferrare la punta di ironia nella sua voce, e nonostante l'impellente voglia di mettergli le mani addosso e stringere intorno alla sua gola dovette controllarsi.

<<Non ho mai avuto problemi ad avvicinarmi a chi ha meno di me, non per propria scelta. A differenza di qualcuno, Jihyun>> aggiunse in fine, non volendo lasciarsi scappare quell'occasione.

L'uomo la guardò cogliendo il pieno senso delle sue parole, ma questo non sembrò sconvolgerlo in alcun modo. Il vecchio si limitò a rilasciare una piccola risata fastidiosa e a sistemarsi davanti alla scrivania in legno.

<<Accomodatevi>> disse, indicando una delle due sedie presenti nella stanza.

<<Non ne ho bisogno, non ruberò molto tempo al tuo...>> iniziò la donna, avvicinandosi alla finestra dove prima vi era l'uomo, mantenendo la distanza con lui <<Brillante lavoro per il nostro regno>> aggiunse con tono leggero, sinuoso, ma che sapeva nascondere l'ironia che questa aveva intenzione di utilizzare.

L'uomo inclinò leggermente la testa e annuì, stringendo i denti.

<<Cosa posso fare per lei?>> domandò.

<<Ho bisogno di consultare il registro reale>> disse la donna decisa, puntando i suoi occhi seri in quelli del vecchio.

<<Il registro reale?>> domandò l'uomo, improvvisamente interessato <<E cosa dovreste farvene di un vecchio libro su cui non è scritta altro che la storia della famiglia reale? Non sono altro che tante scritte e nessuna immagine....maestà>> aggiunse, superiore.

Il messaggio nascosto in quelle parole non fu difficile da intuire, non che lui ne avesse voglia. Quell'uomo aveva sempre considerato le donne inferiori agli uomini, convinto che il loro unico compito fosse quello di mettere al mondo i figli, crescergli e concentrarsi sul cucito una volta che questi fossero cresciuti. Non le considerava nemmeno capaci di leggere, o meglio credeva che non avessero alcun diritto di imparare. Oltre a tutto questo Jihyun aveva un chiaro odio verso la regina, lo aveva dimostrato sin dal primo giorno in cui l'aveva incontrata. E lei non aveva avuto alcun problema a fargli capire che il suo grande affetto era pienamente ricambiato.

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