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Seoho stava cavalcando a rotta di collo verso Erantion. Il fiato quasi gli mancava nei polmoni, ma non solo per la frenetica cavalcata. Con quali parole sarebbe riuscito a raccontare ciò che era successo, ed era ancora in atto a Egand? Come avrebbe fatto a dire a Sunhee che suo figlio si trovava nel castello? E che avevano attentato alla vita di Minsu? La guardia conosceva bene la regina, se solo non avesse trovato le parole giuste avrebbe potuto creare ancora più panico di quanto già ne avesse vissuto in quella giornata. Sapeva però benissimo che nessuna parola, frase o discorso preparato sarebbe andato bene.

<<Dannazione>> ringhiò a voce alta, spronando ancora di più il suo cavallo, mentre il suono degli zoccoli sul terreno riecheggiava intorno a lui.

***

La regina Sunhee era occupata a camminare avanti e indietro per la biblioteca, cercando di mettere in ordine tutto ciò che aveva scoperto.

Secondo il registro reale anni prima un principe era morto in giovane età, e sulla sua morte vi erano ancora fin troppe domande senza risposta che non aiutavano a chiarire l'intera situazione. Sungwoo era il suo nome, e secondo i calcoli della regina il ragazzo era un diretto discendente di suo marito. Eppure continuava a chiedersi come mai non aveva mai sentito alcuna storia su quel principe. C'era qualcos'altro che complicava il tutto: dati i tanti anni passati dubitava che vi fosse qualcuno ancora in vita che avesse potuto raccontarle qualcosa al riguardo, o se qualcuno realmente fosse stato ancora vivo sarebbe stato così vecchio che la regina temeva fosse in grado di ricordare tutto fin nei dettagli. Come se non bastasse, se persino nel registro reale non vi era nulla sulla sua morte come poteva sperare che qualcun altro potesse saperne di più?

La regina si risvegliò dai suoi pensieri nel momento in cui sentì un tonfo alle sue spalle, nel voltarsi notò uno degli scaffali della biblioteca aprirsi e Seoho fare la sua comparsa. Non le ci volle che qualche secondo per capire che fosse successo qualcosa, le bastò guardarlo, i capelli totalmente spettinati, il petto che si alzava e si abbassava freneticamente e il viso leggermente arrossato per la probabile corsa fra i passaggi del castello.

<<Cos'è successo?>> chiese la regina immediatamente <Dov'è Wooyoung? E gli altri?>>

<<Sta bene>> si affrettò a rispondere Seoho, sperando che il quel modo Sunhee potesse ascoltarlo in modo più calmo <<Stanno tutti bene>>

<<Dimmi cosa è successo Seoho>> ordinò lei, dopo aver sospirato quasi in modo impercettibile nel sapere che suo figlio e gli altri stessero bene, sapeva però che il ragazzo avesse altro da dire.

Seoho l'osservò per qualche secondo e respirò profondamente, doveva riuscire ad essere pronto a quello che sarebbe successo da quel momento in avanti, in ogni modo possibile.

<<Qualcuno ha attentato alla vita di Minsu, l'intero regno è in subbuglio. Keonhee e Ravn hanno inseguito gli aggressori e anche l'esercito è sulle loro tracce. Wooyoung e gli altri sono nel castello insieme a San e i ragazzi, li terranno al sicuro>>

La regina si ritrovò a perdere l'equilibrio nell'accumulare tutte quelle informazioni una dopo l'altra. Seoho si lanciò in avanti giusto in tempo per afferrarla per i fianchi e guidarla verso la poltrona più vicina. Lo sguardo di Sunhee era fisso sul pavimento, nonostante gli occhi scuri della guardia cercassero la sua attenzione che ottennero solo nel momento in cui lui le afferrò il viso e la costrinse a guardarlo.

<<Stanno tutti bene Sunhee, ascoltami>> disse Seoho lentamente, mentre le mani della regina si ancorarono ai suoi polsi, in cerca di un sostegno che l'aiutasse a tornare con i piedi per terra <<Sono venuto qui solo per avvisarti che con molte probabilità non riusciremo a riportare Wooyoung indietro entro stanotte, tutte le strade sono sorvegliate. Tornerò al castello e aiuterò gli altri come posso, ma tu devi promettermi che cercherai di fare attenzione, il fatto che Minsu sia stata attaccata mi fa preoccupare anche per te>> disse in modo diretto, mentre i suoi occhi erano fissi in quelli della donna, che in uno scatto veloce liberò il suo volto dalla presa dell'altro a si alzò in piedi.

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