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Jihyun, stava passando per il corridoio davanti alla biblioteca del castello. Riconobbe immediatamente la voce di Leedo, ma si sorprese nel sentirla così alta e carica di rabbia. Sin da quando lo aveva visto la prima volta, quando lui e Keonhee arrivarono al castello insieme alla regina, avrebbe potuto giurare di non aver mai visto un'espressione sul loro viso, o aver sentito la loro voce toccare picchi solo vicini ad un tono più alto del normale. Si ritrovò confuso nel sentire quel tono di voce, perciò provò ad esercitare una piccola pressione sulla porta davanti a sé, sperando di aprire un piccolo spiraglio. Ci riuscì e, dopo essersi guardato intorno, spiò all'interno della sala. L'uomo spalancò gli occhi nel vedere come la guardia stringeva per le spalle la regina. Non vi era alcuna goffagine, al contrario decisione e forse familiarità. Riuscì a notare preoccupazione nello sguardo di Keohee e qualcosa che non riuscì ben ad indentificare in quello della regina. Poi un'idea gli balenò nella mente, e subito la considerò una delle migliori idee che avesse avuto in tutta la sua vita. Sentì il suo corpo fremere alla frenesia di potersi finalmente liberare di quella donna che per tutto quel tempo gli aveva impedito di agire indisturbato. Sul suo viso comparve un ghigno sghembo. Avrebbe finalmente avuto la sua vittoria su di lei. Soddisfatto della sua pensata lasciò il suo posto, dirigendosi a passo leggero verso il suo studio. Sapeva di non poter lasciare tutto al caso, Keonhee e Leedo l'avrebbero protetta a costo della loro stessa vita, ed era proprio su quello che lui avrebbe fatto leva.

***

La cena era stata servita in perfetto orario, così come Hyunki desiderava. Nonostante i suoi vari impegni giornalieri non aveva mai mancato una cena con la sua famiglia. Aveva sempre espresso come quello risultasse il momento più bello delle sue giornate. Quella sera però il re si era reso conto di come sia Minsu che San fossero rimasti in silenzio sin dal loro incontro, assorti nei loro pensieri.

<<Immagino che abbiate avuto una giornata pesante>> disse, in un tono basso, continuando a gustare il cibo nel suo piatto <<Qualcosa vi turba?>> domandò.

La regina fu la prima a reagire a quelle parole, lentamente alzò lo sguardo dal suo piatto intatto e lo posò su San, per poi voltarsi verso il marito tranquilla.

<<Come potrebbe esserci qualcosa che possa turbarmi quando il nostro re si impegna così tanto per tutti noi?>> sorrise tranquillamente, e le sue parole catturarono anche l'attenzione di San.

La donna non voleva, e non poteva, raccontare i suoi pensieri al marito. Non voleva che si preoccupasse in alcun modo, ed era anche sicura che non le avrebbe creduto in alcun modo nonostante tutte le volte in cui si fosse mostrato disponibile ad ascoltarla. Quello...era qualcosa che non poteva raccontare con troppa leggerezza. Avrebbe potuto mettere in pericolo la sua vita, e non solo.

Il re, nonostante l'apprezzamento, conosceva fin troppo bene la sua regina. O almeno sapeva perfettamente che durante le loro cene riempiva di domande San, o lui stesso, per sapere come fossero andate le loro giornate. Era una cosa che aveva sempre apprezzato in lei, le sue attenzioni e premure verso tutti loro. Sapeva però anche che la regina sapeva essere impenetrabile quando decideva di esserlo, e forzarla non gli avrebbe aperto la sua mente. Sarebbe stata lei a parlargli nel momento in cui avrebbe deciso di farlo.

<<Prima del regno c'è la mia famiglia>> parlò semplicemente il re, spostando lo sguardo verso San <<Perciò vorrei me ne parlaste se qualcosa non va>>

<<Non c'è nulla che non va padre>> mentì San, facendo si che il tono della sua voce uscisse tranquillo e pacato come era solito fare davanti all'uomo.

Il re capì che non avrebbe ottenuto nessuna parola in più dai due, perciò sospirò leggermente e spostò lo sguardo da uno all'altro.

<<A volte sento come se voleste tenermi lontano dai vostri affari>> parlò accasciandosi contro lo schienale della sua sedia <<Cos'è ho bisogno di una parola d'ordine? O dovrei chiedere alle mie guardie di indagare?>> scherzò.

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