CAPITOLO 3

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Indietreggiai istintivamente e andai ad infilarmi dietro il divano. Il tizio che accompagnava Amanda aveva un'aria familiare, tuttavia il suo volto era teso e attento.

I suoi occhi guizzavano da una parte all'altra della stanza prima di incontrare i miei che, impauriti, rivolsero l'attenzione al tappeto persiano vicino ai miei piedi.

-Mia..sei così bella-  La voce dello sconosciuto era profonda e maliziosa.

Le sue iridi color ghiaccio antartico, erano nascoste da un paio di spesse lenti che non camuffavano però quella punta di interesse perverso nei miei confronti. Fece un passo verso di me.

-Non avvicinarti o mi metto a gridare!-

Ma chi volevo prendere in giro? Le mie urla non avrebbero destato il benchè minimo sospetto fra i vicini.

-Vacci piano con lei, Raphael. Ha un bel caratterino- La voce scherzosa di Amanda era una nota stonata in quello che era ormai l'incontro più imbarazzante di tutta la mia esistenza. Mi voltai verso la finestra escogitando un piano facilmente attuabile per fuggire via di lì. Il maniaco intercettò i miei pensieri e senza muovere un dito riuscì a chiudere la finestra nella parte destra del salone.

Cosa...come...

-Adesso calmati, piccola e lascia che mi avvicini a te- Il bizzarro supereroe mi fu accanto e iniziò a squadrarmi centimetro dopo centimetro. La mia pelle reagiva a quella strana analisi silenziosa con fremiti sempre più frequenti.

-E' lei.- sentenziò, allontanandosi da me di qualche millimetro.

Qualcosa in quello sguardo di ghiaccio prese il controllo della mia volontà e mi costrinse a sedere in modo scomposto sul bracciolo del divano. Mia zia osservava la scena con un'espressione di netto stupore dipinta sul viso. Sembrava quasi che stesse trattenendo il fiato, consapevole di ciò che mi stava provocando quello sconosciuto. Non sembrava affatto spaventata.

Ero la cavia di quello strano individuo e lei non era minimamente preoccupata del fatto che quelle manacce sudice mi stavano esplorando le carni, pezzo dopo pezzo.

-Che cosa vuoi da me?- urlai all'inverosimile.

Le lacrime iniziarono a scorrere inesorabilmente lungo le mie guance arrossate. Ero così sola, così vulnerabile. Ero la sola vittima di quella situazione, vittima di un uomo dalla mente perversa e di una donna che reputavo, da anni ormai, la mia famiglia.

Amanda si avvicinò a me e mi afferrò per il polso.

-Siediti, Mia. Ascolta senza parlare-

Non riuscii a guardarla in faccia per paura di scontrarmi con la sua espressione calma e a dir poco rilassata.

Tuttavia, obbedii.

Lo spilungone prese posto accanto a me, sfiorando la mia coscia con la sua.

Si schiarì la voce e lanciò un'occhiata furtiva ad Amanda, che annuì in segno di assenso come a concedergli il permesso.

-Prima che tu nascessi, nella nostra Famiglia non c'era la minima ombra di discordie o disordini. Io e tuo padre eravamo inseparabili. Ma poi nella sua vita entrò tua madre. Come un violento uragano spazzò via l'uomo razionale che era stato. Si innamorò di lei... era sbagliato!-

-Cosa c'è di sbagliato nell'amore?- lo interruppi furiosa. Non ero la solita ragazza romantica che combatterebbe con torce e forconi ardenti in nome dell'amore. Ma diamine, mia madre amava mio padre al punto di non abbandonare la creatura che aveva in grembo anche dopo la sua sparizione "misteriosa". Lui non aveva il diritto di giudicare quello che c'era stato fra i miei genitori.

L'amore ha un paio d'aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora