CAPITOLO 2

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-Eccone uno! Xander, è tuo!-

Io e il mio gruppo di giovani guerrieri seguivamo questa mandria angelica da settimane. Li abbiamo visti sfamarsi dell'energia vitale di centinaia di esseri umani, occuparne l'anima e distribuire il loro seme nel capo di alcune ragazze ingenue.

Quante vite spezzate, quanti destini segnati.

Dipendeva tutto da noi : ci allenavamo da anni a sconfiggere la minaccia imminente che ormai quelle creature alate rappresentavano per il mondo intero. Ma erano rimasti in pochi purtroppo: il gruppo di Abraham composto da cinque componenti inclusa io e un gruppo abbastanza corposo risiedeva in Spagna. Dubitavo della loro esistenza . In tutti questi decenni di battaglie e guerre neanche un messaggio, segnale. L'unico a comunicare con loro, il nostro Leader, non azzardava mai una spedizione nel loro nascondiglio. Si diceva operassero segretamente, possedevano armi potentissime e riuscivano addirittura a curare la gente colpita dal loro "bacio".

Avevamo ricevuto una soffiata: 4 angeli, tra cui due di loro che avevano seminato il panico per l'intera contea, si stavano dirigendo verso quello che sembrava una sala da gioco abbandonato.

Stavamo nascosti dietro i resti di una Plymouth Fury verde sbiadito da ore ormai , quando una sua luce bianca iniziò a ronzare sulle nostre teste come uno sciame di api affamate.

Attendemmo pazienti il loro ingresso nel vecchio edificio e poi con passo felpato gli fummo dietro quel che bastava per scorgere i loro volti ingannatori che, esattamente come una pianta carnivora, si servivano della loro eterna bellezza per catturare le ignare prede.

Successe tutto in un nano-secondo : Micheal, il gemello, sguainò l'antica spada di Azazel puntandola al cuore di una delle creature fluttuanti , frantumandosi in minuscoli pezzi di ghiaccio. Eve scioglie la sua lunga coda e la usò come frusta per attraversare il petto di un'altra creatura fluttuante mettendo fine anche alla sua esistenza . Abraham, il prescelto,spiccò un salto abbastanza alto da riuscire ad afferrare uno di loro e ridurlo in una pioggia luminosa con il solo uso delle mani.

Toccava a me

L'ultimo angelo se ne stava lì, rannicchiato in un angolo, producendo un sibilo appena udibile ma molto fastidioso. Pregava, implorava in una lingua incomprensibile. La loro lingua. Impugnai la mia preziosa katana Kenji e accorciai le distanze fra me e l'essere immondo. Gli rivolsi un ultimo sguardo disgustato e mormorai quella che solitamente era la raccomandazione divina all'angelo Azazel. Esplose anche lui in milioni di schegge argentee.

Sentii la mano di Nina posarsi delicatamente sulla mia spalla.

Da dov'era saltata fuori? Non ricordavo di averla vista entrare con noi.

-Ottimo lavoro, guerrieri. L'angelo vendicatore, adesso, è più forte di prima. Possa vegliare su di voi e avere cura del vostro animo servitore-

La saggia del gruppo raccolse i resti delle creature e li versò in piccole ampolle traslucide che reggeva in ognuna delle due mani.

Lei aveva il dono. Fin da piccola era stata allevata da un particolare ordine di devote all'Angelo, che in lei avevano notato il singolare potere di comunicazione trascendentale: la giovane Nina, infatti, sentiva delle voci lontane chiamare il suo nome ogni qualvolta qualcuno irrompeva nel monastero. Era stata chiamata a proteggere quel posto e soltanto lei aveva i mezzi per farlo. Lui l'aveva voluto. Da grande aveva scoperto che quella capacità di udire il richiamo degli angeli era più unica che rara e che lei era un fiore molto prezioso.

Dopo aver ripulito le Armi Sacre, uscimmo da quel cimitero e raggiungemmo i nostri rispettivi veicoli. Abraham, Nina e i gemelli si accomodarono su una Lince, mentre io e Eve montammo sulla mia Harley Davidson.

L'amore ha un paio d'aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora