CAPITOLO 7

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Ciao a tutti!

Vorrei scusarmi con ognuno di voi per questo mega ritardo, ma sono stata impegnata con la maturità (canaglia). E' stato un mese di fuoco e l'ispirazione è stata sommersa da valanghe di libri e ricerche da imparare.

Spero che il capitolo vi piaccia, anche se è un po' breve.

Continuate a leggere!

L.

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Mi avrebbero uccisa? Mi avrebbero data in pasto ad un esercito di angeli affamati? Le domande riecheggiavano nella mia mente come un gruppo di magistrati ciarloni, pronti a dar voce alle mie paure più profonde al solo scopo di confondermi e costringermi alla resa. Ero rannicchiata in un angolo, trovandolo estremamente confortante in quanto mi proteggeva dagli sguardi glaciali della squadra di killer. In particolare, temevo il giudizio di due paia di iridi smeraldine che non si erano staccate da me neppure per un secondo durante la seduta "spiritica". Quello strano gruppo di fanatici, aveva evocato un angelo direttamente dal suo Trono e il suo verdetto avrebbe di certo decretato la mia vita o la mia morte. Per tutto il tempo ho pregato, ho pregato affinchè qualcuno ponesse fine a questo tormento; contraddittoriamente ho pregato il ragazzo dagli occhi verdi di uccidermi subito consapevole del fatto che, quel trauma avrebbe ostacolato qualunque mio tentativo di una vita normale. Ho pregato per la mia povera anima, colpevole di non essere pura e di aver scelto un destino così avverso con cui convivere. Non ho potuto, però, pregare i miei genitori o affidarmi a loro dato che tutto questo non era altro che una conseguenza ad un loro capriccio. Altrettanto difficile era stato contenere la mia forza. Pulsava fastidiosamente sotto i miei palmi, pronta ad esplodere; di tanto in tanto piccole lingue argentee fuoriuscivano dalle mie mani ma fortunatamente nessuno se ne accorse. Fu quando Xander, il ragazzo che cambiò il mio destino, si inginocchiò al mio fianco che persi il controllo. Mi accorsi improvvisamente di desiderarlo, di desiderare un suo tocco. Volevo nutrirmi di lui, della sua immagine. Sarebbe sembrata quasi una frase romantica, dettata da un'infatuazione molto forte, se non fosse che metà della mia anima aveva la forma di un'eterea creatura pronta a divorare l'essenza vitale di ogni uomo. Compreso lui. Diedi irrimediabilmente colpa al mio istinto assassino, che senza scrupoli avrebbe tolto la vita ad ogni essere dotato di ragione pur di saziarsi. Avevo paura di me, che quella parte malvagia prendesse il controllo delle mie azioni e mi trasformasse in un mostro.

Presi la testa fra le mie mani e iniziai a singhiozzare. Così come la vista, anche la mia identità si stava offuscando. Ero prigioniera di un corpo che avrebbe potuto uccidermi in qualsiasi momento. Il racconto di Raphael sulla mia missione, non aveva più alcun senso. Quella non era una storia incantata, ma un destino incredibilmente spietato e reale. La consapevolezza di avere una vita breve davanti a me, mi distrusse. Accecata dal dolore, mi alzai barcollando e raggiunsi il ragazzino che reggeva fra le sue braccia la medium priva di sensi. Appena mi vide indietreggiò visibilmente spaventato, stingendo ancor di più a sé il corpo dell'amica.

-Ti prego...- allungai una mano verso di lui, lasciando che le copiose lacrime esprimessero la mia più sincera disperazione.

-Non ti avvicinare, bestia!- ringhiò con un'espressione schifata dipinta sul volto.

-Ti prego, ascolta ciò che ho da dire! Io... io non voglio farvi del male! Non potrei mai. Sono solo una semplice ragazzina stupida che ha appena scoperto di...- mi bloccai, non sapendo cosa raccontargli. Era saggio confidarsi con un ragazzo che avrebbe potuto usare le mie stesse parole per uccidermi? Raccontare una bugia ben costruita o aprire il mio cuore e confessare la verità?

L'amore ha un paio d'aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora