Quando so che non si può cambiare il mondo mio
Quando credi che per te l'abbia mandata Dio
Niente possa salvarti al mondo tranne lei
Proveresti a tenerla vicino a te
Sì ma non me
Non me, sì tutti quanti
Non me, non me
Achille Lauro, La Bella e La Bestia
⏯ suggerimento di luisafrascogna11Pierpaolo
«Leo, NO!»
Quando mi accorgo che il bambino sta per sostituire il biberon con la Moretti, mi fiondo verso di lui, gli strappo la birra di mano e imitando la Statua della Libertà la libro nell'aria dove non può raggiungerla. Dalla mia posizione, lo vedo fissare la bottiglia con stupore e domandare un curioso: «Cos'è?»
«Cristo santo» sbotto, sciogliendo la tensione degli addominali, nel tiepido sollievo di aver appena salvato un duenne dal coma etilico. Leo ormai è solito applicare questo modus operandi: approfitta della distrazione generale, compie un'azione suicida, e solo dopo aver scampato la morte, si informa sulle sue gesta.
È attratto specialmente dagli oggetti con elevato rischio di letalità, sebbene due mesi fa sia finito al pronto soccorso per aver ingoiato una casetta del Monopoli e durante il suo primo compleanno, ha gattonato in mezzo alla strada per seguire una farfalla, mentre noi brindavamo alla sua salute.
«È alcol, Zingaretti» gli spiego allora, voltandomi per chiudere la birra in qualche remoto cassetto, lontano da lui. «Ma temo che non arriverai vivo all'età in cui potrai assumerlo legalmente.»
Leo non mi bada e in compenso, mentre sono girato, afferra il coltello con cui stavo affettando i limoni, brandendolo e balbettando: «Cos'è?»
«Ma porca put-»
«Tana del Ghiro, il rifugio adatto a qualsiasi evenienza, da bar per pensionati a parcheggio per figli, scusa tantissimo per il ritardo» la persona che fa questa spettacolare entrata non può essere nient'altri che Mattia Zingaretti, ovvero il responsabile del fardello a due braccia e due gambe di cui sto preservando la vita.
No, perché badare, a questo punto, è un verbo riduttivo.
Per fortuna, Mattia si addentra nel locale e sulla scorta dell'abitudine, corre con risolutezza a togliere il coltello di mano a Leonardo, prima di salutarlo con un bacio sulla testa: «Come procede?»
«Avevi detto un'ora, Zinga. Una - fottuttissima - ora.»
«Non sapevo che ci avrebbero messo una vita, altrimenti avrei fatto fare da babysitter alle mie sorelle o a Dav... no, vabbè, Davide no, sennò mi venivano a cercare i servizi sociali.»
«Tranquillo, con me Leo stava solamente ripassando le regole dell'arakiri.»
«Cos'è?» chiede Leo.
«Ecco appunto.»
Mattia sbuffa, quindi si rivolge al cataclisma con cipiglio severo: «Hai fatto impazzire zio Pier? Di nuovo?»
«Papà!» Leonardo non recepisce il tono di rimprovero, quindi si lancia verso l'infinito, tirando le braccia senza ricordarsi che l'ho saldato al seggiolone come se mi avessero detto di scortare un condannato pluriomicida alla cella di isolamento.
Tuttavia, Mattia si lascia intenerire dal suo simile e lo accarezza con un sorriso arreso: una disciplina da ex luogotenente dell'esercito che Maria Montessori, ti prego, spostati.
Con un broncio colpevole, il mio amico prende posto davanti al bancone, costituendo così il mio primo e unico cliente della giornata: «Mi dispiace veramente, Pier. Ho dovuto fare tutte queste commissioni e nel frattempo ritagliarmi pure il tempo di passare da Tatiana, cosa che, ti ricordo, Nelli non deve assolutamente sapere».
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Io e te - "Il Triangolo"
Romansa[IN CORSO - Spin-off "IO E TE"] Sono passati tre anni da quando Pierpaolo è partito per l'Erasmus e da quel momento non si è più fatto sentire, lasciando la povera Federica con il cuore spezzato. A Venezia, però, la vita va avanti: è la festa del pa...