Quando Airi mise i piedi sull'asfalto laccato di grigio provò difficoltà a radunare le forze per issare il suo pesante bagaglio. Aveva approfittato delle due ore in solitudine per appisolarsi contro il vetro scomodo del treno.
In assenza di cose da fare per tenersi occupata, e colta da una baliosa ondata di stanchezza, non impiegò molto tempo a lasciarsi andare; rispose, quindi, con animo cedevole alla tentazione del mondo dei sogni quando questa venne a solleticarle il collo con promesse di fuga dalla realtà.
Era caduta in un sonno profondissimo, come suo solito, quindi ringraziò il cielo nel momento in cui le sue orecchie presero a funzionare correttamente, ascoltando la voce femminile che, dagli altoparlanti da cui il suono usciva forte e chiaro, annunciava l'entrata del treno in stazione.Oltrepassò la linea gialla di sicurezza, sistemò il suo bagaglio vicino la gamba destra e prese un grande sospiro, alzando, per la prima volta da quando era scesa, il capo. Airi uscì, senza perder tempo, dal binario sul quale si trovava, mentre con la mano libera maneggiava il cellulare.
Controllò la casella messaggi, buttando ogni tanto un occhio alla direzione in cui stava camminando. Le vetrine dei negozietti della stazione erano ben illuminate, ma a quell'ora non vi era molto fervore, la gente solitamente sceglieva orari diversi per partire.
Da Minso: Sono proprio fuori la stazione, mi trovo al solito posto davanti l'entrata principale. Appena esci mi vedi, ti aspetto.
I cuoricini che accompagnarono il testo scritto provocarono in Airi un sorrisino, poi annuì verso il cellulare, realizzando soltanto un momento dopo che quel gesto non aveva la ben che minima utilità, per cui pensò bene di risponderle manualmente.
Lasciò la parte esterna dell'edificio, per entrare al chiuso con ancora l'intestino in subbuglio. Non capiva per quali impensabili motivi gli spostamenti, anche se brevi e minimi, andassero ad influire sul suo stomaco, ma sicuramente era un suo tratto caratteristico. Probabilmente era troppo incline a somatizzare.
La stazione centrale di Seul era tremendamente grande. Agli occhi di Airi sembrava possedesse dimensioni monumentali, colossali. Non importava quante volte la ragazza l'avesse già vista, ne rimaneva piacevolmente sorpresa indipendentemente.
Il soffitto fatto di travi che si intersecavano, alcune blu, altre grigie, assieme alle luci della stazioni, creavano un effetto quasi serale. Il sole, che diversamente avrebbe lasciato ai raggi la libertà d'infiltrarsi con prepotenza sfrontata attraverso le vetrate trasparenti, non contrastava tale idea a causa della sua assenza.
Era una giornata nuvolosa a Seul, di conseguenza la sfumatura che si estendeva in alto, colorava il cielo ed abbracciava i palazzi, era grigiastra. Insomma, non era il tempo ideale per i meteoropatici. Fortunatamente per Airi, nonostante avesse tante problematiche, farsi influenzare da quel colore nubiloso, oltremodo splenico, non rientrava nei suoi guai.
Il rumore all'interno della stazione era minimo e quasi sicuramente era dovuto al fatto che i pavimenti fossero in piastrelle lucide, per cui queste davano agio alle rotelle dei bagagli di scivolare con grazia. Fattore che ad Airi era sempre piaciuto. Odiava quel frastuono immotivato.
Davanti a se video il cartellino con i caratteri che designavano la parola 'uscita'. Si guardò un'ultima volta indietro e vide gli schermi di dimensioni medie e grandi illustrare gli orari ed i binari di altri treni, per destinazioni totalmente diverse ed opposte.
Airi si sorprese a domandarsi, si ritrovò a pensare, quasi come di riflesso, se un giorno fosse riuscita a prenderli, magari non proprio tutti, ma gran parte almeno. Proprio mentre stava per mollare la presa sul filo logico che attraversava le vie dei suoi pensieri, perdendosi com'era solita fare, il suono del cellulare la risvegliò prontamente.
STAI LEGGENDO
『ʍαƙҽ ɱҽ ɾυɳ ;; ʝʝƙ 』
Fanfictionestratto: "Eppure non dava mai pace ai suoi tormenti. Per una ragione o per l'altra, lasciava che quei desideri accesi la infuocassero da capo a piedi, lasciava che le labbra si arricciassero dal desiderio, senza mai tuttavia assecondarlo del tutto...