«Allora, alzi la mano chi ha voglia di uno spuntino notturno?» esordì, di punto in bianco, il giovane dai capelli aranciati. Le ragazze avevano appreso oramai che il suo nome fosse Jimin; e la caratteristica che saltò immediatamente all'occhio di Ari furono le sue guanciotte paffutelle. Le ricordavano l'impasto casareccio delle pagnotte di pane, e quando sorrideva, loro sembravano lievitare.
Le sovvenne il pensiero che non avesse nulla sullo stomaco. Sia lei che Minso avevano deliberatamente deciso di saltare la cena per prepararsi e farsi scivolare addosso i vestiti elegantemente. Scelte di priorità sbagliate. Adesso che Jimin aveva accennato al cibo stava cominciando a pentirsi di quella decisione, ed un languorino le solleticò, come una piuma delicata, la bocca dello stomaco cosicché che emettesse un brontolio furtivo.
«Oh.» le labbra carnose di Jimin formarono una 'o' perfetta, mentre puntava il suo piccolo indice contro Airi, che percepì lo sguardo addosso di Jungkook senza il bisogno di guardarlo.
«Mi piace la tua risposta.» aggiunse poi sorridendo e gli occhi gli si chiusero in due piccole fessure. Era la visione più dolce che ella avesse visto quella sera. Jimin sembrava un bambino tanto tenero.
«L'idea non sarebbe male, noi non abbiamo cenato.» concordò Minso, preoccupandosi per sua cugina, mentre lo sguardo le finiva sulla mano di quest'ultima che stava massaggiandosi lo stomaco.
Qualcuno trasalì udibilmente, ma non era nessuno dei presenti. «Cos'hanno appena ascoltato le mie fragili e raffinate orecchie?»
Nonostante le due ragazze non avessero ancora avuto il piacere di presentarsi al resto della banda, riconobbero subito la voce del conducente, Seok Jin. Jungkook ridacchiò percependo il livello di drammaticità di cui era impregnato il tono dell'amico ed afferrò il loro mezzo di comunicazione.
«La smetti d'impicciarti? Ogni commento è una sorpresa. Pensa a guidare.» gli disse scherzosamente, le labbra carnose vicinissime alle casse. In realtà, non era ciò che si notava immediatamente, ma Airi si beccò ad osservare proprio quel punto.
«Ehi!» gridò risentito, ed il pickup frenò improvvisamente per qualche secondo, smuovendo i corpi di tutti di lato. «Non è colpa mia se scordate di avere un mezzo di comunicazione sempre attivo lì con voi.»
«Cretino.» alzò gli occhi al cielo Jungkook a causa del dispetto dell'amico, ma al tempo stesso non ne fu per niente colpito. «Qui abbiamo fame, comunque.»
«Sì, anch'io. Guidare mi mette un certo appetito.» esalò un respiro esagerato proprio vicino il microfono, che sembrò quasi pietoso, melodrammatico.
Yoongi sbuffò una risatina, essa fu così palesemente ironica da far sorridere anche gli altri, poiché già immaginavano cosa avrebbe detto.
«Cosa non fa venir fame a te?»«Sapete di cos'ho davvero voglia?» parlò allora il ragazzo dai capelli castani e le punte verdi, interrompendoli. Aveva le braccia stese sulle ginocchia alzate e la schiena contro la spalla di Yoongi. La sua testa si appoggiò poi, comodamente, a quella del ragazzo che borbottò di conseguenza.
«Fai con comodo, mi raccomando. Mi hanno promosso da attaccapanni a poltrona giusto questa mattina.» bofonchiò allora con le labbra strette in un piccolo broncio, mentre aveva chinato il capo verso il suo amico. Il musetto lungo di Yoongi fece allargare, come riflesso incondizionato, le labbra di Minso in un sorriso enorme. Ella provò ad occultarlo nell'esatto momento in cui sentì l'aria fresca sui denti, eppure non poté evitare di notare immantinente lo sguardo inquisitore di Jungkook.
Quando i loro occhi s'incontrarono, egli comprese tutto. Sorrise, quindi, prima dolcemente, dopodiché il suo sguardo si trasformò in furbesco; questo accadde quando collegò tutti i punti che lo stavano confondendo da qualche tempo a quella parte. Allora le guance di Minso sembrarono quasi prender fuoco al buio, quando anch'ella realizzò cosa frullava nella testa del moro. Gli intimò di tenersi quell'informazione stretta con una semplice occhiata intimidatoria.
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『ʍαƙҽ ɱҽ ɾυɳ ;; ʝʝƙ 』
Fanfictionestratto: "Eppure non dava mai pace ai suoi tormenti. Per una ragione o per l'altra, lasciava che quei desideri accesi la infuocassero da capo a piedi, lasciava che le labbra si arricciassero dal desiderio, senza mai tuttavia assecondarlo del tutto...