Dopo il pasto i nove ragazzi lasciarono il veicolo, su cui avevano viaggiato un paio d'orette quella notte, in una strada parallela all casa dello zio di Taehyung.
Lasciarono le chiavi nello sportello della benzina e fecero in modo che nulla potesse condurre a loro.«Non avete paura che possano aver rintracciato i vostri movimenti? Oppure che avesse una scatola nera attiva?» chiese Airi, realmente spaesata. Non si era data pace neanche un secondo su quella questione. Si ritrovò troppo spesso a domandarsi come facessero ad essere talmente sereni.
«No, perché io sì.» aggiunse poi per chiarire il motivo della sua domanda, vedendo che tutti la guardarono per un momento troppo lungo. Stavano camminando per il viale d'entrata che portava alla casa. Già da lontano, le sembrò troppo grande.
Yoongi la guardò qualche secondo di più rispetto tutti gli altri, arrestando perfino i suoi stessi passi.
«Wow, ci ha presi davvero per stupidi.» osservò allora, riflettendo. E non lo disse per cominciare una battaglia con lei solo per il gusto di farlo, lo intendeva sul serio.«Sono o non sono domande lecite?» sbuffò lei, cercando lo sguardo, e così anche il consenso, di Jimin che le camminava affianco. Lui ricambiò il suo sguardo trovando divertente l'irritazione della ragazza dovuta al suo amico. Il ragazzo le sorrise teneramente, passandosi una mano tra i capelli arancioni.
La tinta sembrava star sbiadendosi man mano, ciò nonostante considerando le sue abitudini, avrebbe cambiato stile di lì a poco.
«Se n'è occupato lui.» le chiarì subito.
«Ha un talento per queste cose.»«Allora siamo in mani sicure.» ironizzò Airi, girandosi di proposito e rivolgendo una linguaccia al ragazzo in questione. Jungkook, che stava accanto all'ultimo, scosse la testa divertito quando ascoltò la risposta di Yoongi. Come si può immaginare essa non tardò ad arrivare netta e decisa.
«Ragazzina insolente.» commentò sorpreso.
«Ehi, tu! Sai almeno che dovresti usare un linguaggio formale con noi?» la richiamò guardandola affrettare il passo sulla strada in pendenza.«Eccolo che ricomincia.» parlò Namjoon. Il gruppo era abbastanza compatto, per cui tutti sentivano tutto. La libertà di commento e ciò che comprometteva era a dir poco esilarante.
E Hoseok rise per la situazione. «Adesso comincia con il discorso 'questi ragazzini di oggi'.»
«Già, come se lui fosse un uomo di mezza età.» annuì Jimin, trovandosi d'accordo, ma abbassò comunque il tono. Yoongi sapeva essere davvero polemico quando era dell'umore. Ma quella consapevolezza non vietava nessuno di loro di replicare, ed era il bello della loro amicizia.
«Guarda che ho un udito tanto fine quanto quello di una falena.» lo rimproverò ugualmente il ragazzo in questione.
«A momenti non li usa nemmeno con i suoi.» commentò Minso, che al momento era oltremodo stanca di camminare su quegli stivaletti infernali, riferendosi agli onorifici.
Airi pensò subito che fosse oltremisura esagerata, poiché lo faceva, eppure tutti i torti non aveva. La ragazza tendeva a pensare che non fosse una mancanza di rispetto rivolgersi amichevolmente a dei suoi coetanei. Per cui non ne faceva spesso uso.
Jungkook ridacchiò tra se e se, tenendo sempre e comunque la ragazza nel suo campo visivo.
La teneva d'occhio più di quanto dovesse, in realtà. Ma non sempre era consapevole di starlo facendo. «Queste scuole che non educano più i giovani, dove andremo a finire di questo passo? Vero, Mentina?» derise quindi il suo caro amico.Yoongi annuì con molta energia, ascoltando quelle parole. Era convinto nei gesti perché non aveva concretizzato ogni parola.
«È quello che dico sempre anch'io.»
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『ʍαƙҽ ɱҽ ɾυɳ ;; ʝʝƙ 』
Fanfictionestratto: "Eppure non dava mai pace ai suoi tormenti. Per una ragione o per l'altra, lasciava che quei desideri accesi la infuocassero da capo a piedi, lasciava che le labbra si arricciassero dal desiderio, senza mai tuttavia assecondarlo del tutto...