PROLOGO
"C'era una volta...
No, questa storia non inizia così.
Questa storia inizia quando il mondo era ancora giovane e pulito. Quando esistevano uomini e Dei. Si, Dei.
I tre Dei Olimpici si erano divisi i vari regni. Ad Ade toccò l'Oltretomba, un regno che nessuno voleva ma che qualcuno doveva comandare e riportare l'ordine.
Ade non era contento di questo ma accettò il suo destino. E il regno rispecchiò il suo umore e il suo carattere.
Ade si vedeva brutto, sgraziato. Troppo alto e troppo massiccio. Il viso disomogeneo. Naso lungo e labbra carnose. Non aveva preso la bellezza fulgida di Zeus o quella di Poseidone.
Si era divertito con qualche mortale, quando si mescolava al genere umano senza troppi impegni. Gli esseri umani lo annoiavano.
Lui aveva bisogno di qualcosa di diverso. Lui aveva bisogno di qualcuno di diverso. Qualcuno che non avesse paura della Bestia che era quando si infuriava.
Qualcuno che... lo amasse.
Ma nessuno può amare un Dio.
Nessuno può amare Ade."
MELAGRANA E FIORI
Oltretomba.
Ade non aveva dormito per niente. Erano giorni che dormiva poco e male.
Si alzò dal letto nudo e oltrepassò il corridoio che univa la camera da letto al bagno.
Chissà se guardare nel grande Specchio gli avrebbe fatto passare l'emicrania e conciliare il sonno. Ormai Morfeo, quello stronzo, non veniva più a dargli conforto e non aveva un bel rapporto con lui.
Prese un pezzo di stoffa nero avvolgendoselo attorno ai fianchi e si diresse verso lo Specchio.
Carino da parte di suo fratello di dargli una finestra sul mondo. Davvero carino e... odioso al tempo stesso. Vedere il mondo solo da li, perché confinato nel suo regno dopo l'ultimo casino.
Fece un sorriso amaro "Voglio vedere... ora!"
Non era un tipo paziente, Zeus continuava a rinfacciarglielo quando poteva.
Lo Specchio da nero divenne bianco e varie immagini si formarono fino a fargli vedere un bosco lussureggiante. Lo riconobbe come uno dei boschi di Demetra, la Dea della natura, dei raccolti e della fertilità.
Un bosco e un lago e... l'essere più bello che lui avesse mai visto in vita sua. Stava raccogliendo dei fiori, asfodeli. Indossava un abito bianco e oro,i capelli biondo/rosso erano raccolti ma c'erano alcune ciocche che erano sfuggite all'acconciatura. Rimase incantato a guardarla.
Possibile che esistesse una creatura di tale bellezza in tutto l'Olimpo? Si sedette sul trono osservandola.
Chi sei Fiorellino?
E così Ade fece nelle notti successive. Va beh che li giorno e notte erano sempre uguali ma sapeva che era notte, mentre lui vedeva il giorno. Il tempo era diverso nell'Oltretomba.
Era una ninfa? No.
Una mortale? No, una mortale non può essere così bella.
Doveva essere una Dea. Solo una Dea poteva attrarlo così inesorabilmente. Così, decise di vederla.
Risalì il suo regno e rimase invisibile ai suoi occhi. Ne percepiva il profumo.
Buonissimo profumo di fiori selvatici.
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Il frutto proibito
Fanfiction"La solitudine che colore ha? Me lo sono sempre chiesto. La mia non ha colore alcuno. Era lei che portava i colori nella mia vita. I colori della natura dalle milioni di sfumature come erano i fiori su quel prato e nei suoi capelli il giorno in cui...