Inferi. Furia. Morte. Vita.

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Non riconosceva più il suo regno.

Un regno ormai alla deriva che doveva ritornare a lui. Ma per farlo, doveva distruggere tutto. Contaminato dai demoni.

Kore, dove sei?

La Dea si risvegliò nel palazzo di Ade. Non era stata legata, si fidavano così tanto che lei non facesse nulla? Uscì dalla stanza dirigendosi ai piani inferiori, demoni dappertutto.

Nessuno la toccò ma tutti la guardavano un po' troppo insistentemente.

Antis era seduto sul trono di suo marito e la guardava con interesse.

"Ben svegliata, mia signora..." "Io non sono tua! Ti pentirai di quello che hai fatto!" il demone sorrise mostrando i suoi denti appuntiti. Era umano ma la pelle era rosso scuro e aveva occhi gialli chiari. "Me ne pentirò?? Oh ma tu, mia cara sei la chiave di tutto questo. Il tuo caro Ade non ti ha detto nulla? Non ti ha detto che sei importante quanto lui? Il tuo potere io lo voglio! Voglio tutto. Voglio che tu sia la mia regina!"

Persefone indietreggiò ma andò a sbattere contro uno dei demoni. "Ti conviene accettare e dopo, dopo ti metterò incinta e porterai la mia genia" "No!"

Fece un cenno e fu portata via.

Lo Specchio, quel maledetto artefatto di Zeus, non lo aiutava per niente ma sapeva che Ade era arrivato nel suo regno. Ne sentiva il tanfo. Quell'odore di Dio olimpico.

Odioso. Vomitevole.

Non vedeva l'ora di ucciderlo.

Ade continua a camminare seguendo il suo istinto. Antis gli mandava contro i sui demoni per indebolirlo?? Patetico! Più li uccideva e più si sentiva forte. Era animato dalla voglia di liberarla, di riportarla indietro. Di uccidere tutti.

Si fermò sentendo un rumore di zoccoli. Thanatos! Bene, con lui avrei fatto prima. Antis, sto arrivando!! Kore resisti!

Palazzo di Ade.

Il Dio entrò nel "suo" palazzo e fece fuori i demoni di guardia. Percepiva l'energia della sua Kore, flebile. Tutti questi demoni non le facevano bene. Doveva ripulire tutto al più presto.

Era li, legata con delle catene, malmenata. Sangue.

Usciva del sangue da lei!! La furia si impossessò di lui.

"Benvenuto. Benvenuto alla tua fine Ade!"

Furia assassina che serpeggia sotto la pelle.

"Strano che tu mi dia il benvenuto in casa mia – osservò per un attimo la sua Kore che era svenuta – te ne vai con le buone o con le cattive??" quello sorrise schernendolo "Sai che sarà con le cattive. Io voglio il tuo regno lo sai e voglio lei"

Ade ringhiò "Lascia andare lei. Tu vuoi me" "Lo sai che lei serve al mio scopo e purtroppo tu... no"

Oh lo sapeva. La sua Kore era la chiave del regno. Il suo sangue versato nello Specchio avrebbe aperto le porte del Tartaro. Non poteva permettere che i Titani si liberassero. Non poteva permettere la morte della sua Kore.

Le parole nefaste delle Parche risuonavano nella sua mente, cercò di non ascoltarle.

Persefone alzò la testa e lo vide. Quelle catene la rendevano inerme. Catene forgiate da Efesto? Doveva solo aspettare, lei non aveva poteri offensivi, lei era inutile.

Antis si alzò dal trono con la spada in mano "E' giunta la tua ora" Ade estrasse la sua "Sarai tu a morire"

Persefone riprese i sensi dopo che era svenuta ancora e vide i due scontrarsi, il clangore delle spade la fecero sobbalzare. Le catene la rendevano sempre più debole ma il desiderio di aiutarlo, di evitare che venisse ucciso fece scattare qualcosa in lei.

Il frutto proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora