Era Luglio,i raggi del sole di una mattina qualunque mi svegliarono,girai la testa dall'altra parte cercando di riprendere sonno.
- Lisa corri giù che è tardi! - urlò come al solito mia madre.
"Cazzo." pensai.
Mi ero completamente dimenticata che sarebbe stato il primo giorno di tirocinio per il lavoro estivo da parrucchiera.
Con un gesto disperato tentai di aprire gli occhi e di alzarmi ma come al solito fu un tentativo vano visto che per me dormire fino a tardi era essenziale.
Non che mi dispiacesse alzarmi presto,cioè per me non sarebbe cambiato molto,lo dicevo per chi doveva convivere con me dato che avrebbe avuto a che fare con una ragazza nevrotica e acida.
Esatto,dovevo avere i miei tempi,e per iniziare bene una giornata come minimo mi sarei dovuta alzare verso le undici del mattino.
Controvoglia ruzzolai giù dal letto e mi infilai una pantofola,dell'altra non ce n'era l'ombra.
"E poi mi dicono che sono disordinata,io invece penso che una bestia di Satana si diverta a nascondermi le cose" pensai tra me e me.
Indossai la prima canotta e i primi leggins che trovai e sgattaiolai in bagno per rendere il mio aspetto accettabile,non volevo scandalizzare nessuno il primo giorno di lavoro sinceramente.
Guardai il mio riflesso allo specchio e non mi stupii di non piacermi completamente.
Non mi ero mai lamentata,ma in confronto al mondo esterno mi sentivo inferiore.
Scesi velocemente le scale e urlai un <<ciao mamma io vado!>>
- fa attenzione - replicò con la sua solita fretta
- ho sedici anni,so badare a me stessa,torno per il tardo pomeriggio,a dopo - corsi fuori e cominciai a camminare velocemente.
Le strade del mercato di Roma erano affollate già al mattino,piene di gente che vendeva frutta,aggeggi per macchine,animali,non mi sarei stupita se avessero venduto mio fratello obiettivamente,ed era anche piena di turisti venuti a visitare la città.
Adoravo Roma,la consideravo davvero la mia casa,con tutte le persone e quell'aria mista tra imponenza e romanticismo mi sembrava un porto sicuro.
Scorsi in lontananza il negozio di acconciature dove ero diretta e aumentai il passo essendo consapevole del mio notevole ritardo.
Fissavo la mia meta,senza guardare esattamente dove stessi andando,non volevo perderlo di vista.
Improvvisamente sentii qualcosa urtarmi e in un attimo mi ritrovai a terra immersa in una pozza di fango che nel frattempo era schizzata ovunque,ero frastornata per la botta e non capii subito contro cosa avevo sbattuto.
Mi guardai un attimo attorno confusa e solo successivamente vidi che la "cosa" contro cui avevo battuto non era un oggetto ma un ragazzo,nemmeno lo guardai,ero davvero di fretta,perciò mi alzai e controllai che tutto fosse a posto sussurando un piccolo
- scusa -Avevo sempre odiato ripetere quella parola,ero l'orgoglio fatto a persona e quindi mi sentivo sempre umiliata a pronunciare quel monosillabo insignificante.
- Mi stai chiedendo solo scusa? - pronunciò la voce
Alzai lo sguardo e per la prima volta lo vidi in viso,era alto,slanciato,con una maglietta che delineava perfettamente il suo fisico scolpito,aveva capelli neri ribelli e occhi di altrettanto colore,per non parlare di quel sorrisetto malizioso stampato sul volto,sul momento rimasi incantata,era qualcosa di fuori dal normale,non pensavo che l'essere umano potesse raggiungere un livello così alto di bellezza.
- che cosa? -dissi finalmente dopo un po'
- Hai sentito benissimo,mi sei venuta addosso,hai sporcato la mia bellissima maglietta bianca,non mi hai degnato di uno sguardo ed il massimo che sai fare è dire un insulso 'scusa'? - esclamò con occhi furbi
- Perdonami se ho rovinato la tua fantastica maglietta ma pensavo almeno che non esistessero più di questi tempi delle persone così idiote da non saper evitare di far cadere una ragazza - replicai in tono abbastanza acido,d'altronde era stato lui a farmi cadere,giusto?
"Lisa,avevi solo da guardare dove andavi" stupida coscienza,taci.
- E io non pensavo che di questi tempi esistessero ancora delle ragazzette che camminano senza guardare,quindi ora mi ripaghi la maglietta offrendomi da bere - affermò convinto.
Cioè cosa? Io dovevo offrire da bere ad uno sconosciuto perchè si era sporcato? Mi prendeva in giro?
- Tu sogni troppo,e ora devo andare - dissi seccata
- Bene,lo prendo per un si,ci vediamo qui tra mezz'ora -
- Non penso proprio sono a lavorare fino alle quattro - istintivamente mi tappai la bocca, mi sarei voluta dare una mazzata in testa,perché gli avevo dato quell' informazione?
- Ti vengo a prendere lì allora -
- uff - mi girai senza dargli più corda e ripresi a camminare.
Perché tutti gli sbandati li dovevo incontrare io? Non mi conosceva nemmeno e voleva da bere? E insisteva nel venirmi a prendere al lavoro?
- Dai ti accompagno fino all'entrata maestrina - mi sbeffeggiò
- Sei ancora qui? Si può sapere che cosa vuoi da me? - sbraitai
- Te l'ho detto,una birra -
Iniziava seriamente ad irritarmi quell'essere.
- Allora,vediamo di chiarirci,okey ti offro la birra ma ora te ne vuoi andare? Non vedo il perchè tu debba accompagnarmi -
- Giusto per il gusto di vederti irritare,sai,quelle come te fanno abbastanza ridere -
Eh no,la mia pazienza era stata parecchio compromessa,mi ero promessa di stare calma,ma ora si era ridotta ad una parola che non rientrava nel mio vocabolario.
- Bene, posso dire lo stesso di te - le stampai un sorrisetto di sfida.
Accellerai ancora il passo,non mi ricordavo che il negozio fosse così lontano,per la prima volta nella vita non vedevo l'ora di iniziare il lavoro estivo.
- Il tuo nome? - chiese
- I caz.. -mi limitai a non continuare - dimmi il tuo -
- Mirko maestrina - mi derise.
- Cercherò di tenerlo a mente,ciao - urlai per far notare il mio volto irritato.
Finalmente arrivai al negozio,ero salva. Com'era possibile che la gente avesse il coraggio di fare la sbruffona e dare confidenza a chi non conosceva? Insomma chi era quello,cosa voleva?
Solo perché aveva la somiglianza di un Dio Greco non poteva fare l'egocentrico con la gente,cercavo di non pensarci più,ma non ci riuscivo.
Mi saltavano i nervi." mantieni la calma" mi ripetevo.
Entrai nel salone acconciature e ad aspettarmi c'era Sonia,nonchè mia migliore amica,mi aveva raccomandata lei al capo per farmi provare.
- Vieni Lisa! Il dirigente è già adirato,possibile che non riesci ad essere mai puntuale? - esclamò cercando di risultare seria anche se sembrava alquanto divertita.
- Arrivo,arrivo,ho avuto a che fare con casi clinici,sai com'è..- sbuffai.
E,prima di andare,rivolsi uno sguardo fuori dalla vetrina,Mirko era seduto su una panchina,notò che lo stavo guardando, mi sorrise e mi fece un occhiolino.
Detestavo davvero tanto quello sconosciuto ma dentro di me non potevo nascondere che la sua attenzione mi avesse procurato una strana sensazione.--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ed eccomi qui! Lo so ho pubblicato un altro capitolo nello stesso giorno,è successo perchè sono all'inizio della storia e vorrei introdurla al più presto.
Fatemi sapere cosa ne pensate,se vi piace,se non vi piace,o anche se avete consigli.
Accetto tutto,grazie mille per l'attenzione,buonanotte,un bacione.
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Dietro cementi di parole.
Teen FictionSi avvicinò più di quanto già lo fosse > Aveva un espressione severa,mi fissava intensamente con quegli occhi maledettamente vuoti. Tremavo all'idea di perderlo. > riuscii a dire > E lo sapevo,dentro di me lo sapevo. > replicai. Le sue pupille si di...