Capitolo 17 ~Someone must know.

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Non si sentiva volare neanche una mosca.
Diverse paia di occhi stavano guardando la stessa persona.
Peter Pettigrew era piccolo, basso e grassoccio. I pochi capelli che aveva erano lunghi fino alla spalle e decisamente mal curati. Gli occhi erano infossati e di un'azzurro alquanto sbiadito. Aveva unghie lunghe e sporche e gli mancava un dito.
Non era certo un bel vedere, trasandato com'era e con quei lugubri stracci addosso.
Emma e James Sirius si guardarono. Avevano sentito molto parlare di quel viscido essere che aveva venduto i Potter al suo signore. Ora era lì, davanti a loro, pronto a fare chissà cosa per fuggire da coloro che un tempo lo avevano chiamato amico e lo avevano accolto come un fratello, per poi essere traditi nel peggiore dei modi.
Avevano sentito parlare molto anche dell'altro uomo che era appena comparso e che ora si guardava attorno senza capire.
Severus Piton indossava la sua solita tunica nera, la stessa di quella indossata nel quadro appeso nell'ufficio della Preside. Gli occhi neri andavano zigzagando per cogliere tutti i particolari possibili e i capelli, dello stesso colore degli occhi, era sudici come al solito.
Di lui, al contrario di Pettingrew, avevano sentito parlare molto bene. Il padrino di Éméline Lily Potter, l'uomo senza il quale nulla sarebbe stato possibile. Emma ricordava che a volte, da bambina, chiedeva alla madre di raccontarle la storia di quell'uomo al posto delle classiche storie di Beda il Bardo.
Gli occhi dell'uomo si fermarono su Lily I che, nel frattempo, aveva tirato fuori la sua bacchetta. Essendo tutti ritornati in vita con ciò con cui erano stati sepolti, e essendo tutti stati sepolti con la bacchetta, ne avevano tutti una a disposizione.
-Fermo, Pettingrew.- sibilò Lily I mentre gli puntava contro la bacchetta facendo fallire il suo tentativo di trasformazione. Sebbene si potesse affibbiare a quel verme ogni tipo di aggettivo e qualità negativa, neanche lui sarebbe stato così idiota da mettersi contro ad una Lily Evans arrabbiata. L'aveva conosciuta da giovane e se la ricordava bene. Il vero problema era che Lily Evans non era arrabbiata ma fuori di sé. Quel viscido verme aveva venduto i suoi bambini a Voldemort e per questo non sarebbe mai stato perdonato. Una voglia di giustizia fuori dal normale si era impadronita dalla donna, una voglia di vendetta mia provata prima. Remus, James, Sirius e Piton tirarono a loro volta fuori le bacchette per puntarle contro l'uomo.
Il piccolo mago guardò tutti i maghi e la strega prima di posare gli occhi sui ragazzi. Quando vide Lily Isabelle, i suoi occhi si illuminarono.
-Ma guardati, assomigli così tanto a Éméline. Sei sua figlia? Quindi il Signore Oscuro è stato sconfitto da Harry e Éméline?- chiese muovendo un passo verso la giovane.
Tuttavia non riuscì ad avvicinarsi molto che Severus Piton si mise davanti a loro, come per proteggerli.
-Come osi parlare di Harry e Éméline davanti a loro? Tu, la ragione per cui loro sono orfani?- sibilò.
Pettingrew indietreggiò ma venne fermato da una bacchetta nella schiena.
-Perché tanta fretta Pete? Abbiamo molto di cui parlare, non trovi Sir?-
-Eccome, James.-
Tonks, che fino a quel momento era rimasta nell'ombra, si fece avanti abbassando la bacchetta al marito.
-Fate in modo che non possa muovere un dito, ma non uccidetelo.- disse. Lily I annuì, nonostante avesse ancora una grande voglia di cruciarlo per quello che aveva fatto alla sua famiglia.
-Dopo che avremo risolto la situazione, lo porteremo al ministero e ad Azkaban, così tu sarai scagionato dalle tue colpe, Sirius.- continuò la strega.
Piton mosse velocemente la bacchetta e lo pietrificò, poi gli prese il pezzo di legno che aveva in mano.
Peter cadde a terra e Remus lo legò con delle corde.
-Non si sa mai.- spiegò quando i vari ragazzi lo guardarono senza capire.
Si guardarono per un attimo, poi Piton parlò.
-Cosa sta succedendo?-
Fu Lily I a rispondergli.
-Siamo tornati... tutti quanti. È un po' complicata la situazione, loro sono i miei nipoti. I figli di Éméline e Harry. Hanno tanti nomi, alcuni ancora li confondo...- disse con tono sconsolato.
Emma prese la parola.
-Io sono Emma Minerva, la primogenita di Fred e Éméline. Poi c'è mia sorella Aeline Dora di due anni piu piccola, ma non è qui e lei (indicò Lily) è Lily Isabelle, la più piccola. Loro tre sono i figli di zio Harry e zia Ginny. Lui ha un anno in meno di me e si chiama James Sirius, Albus Severus ha un anno in meno di James. E infine Lily Luna che ha due anni in meno di Al ed è coetanea di mia sorella... di solito con noi c'è anche Scorpius Malfoy, ma al momento è fuori. E lui è Ted, mio fratello maggiore. Lo hanno adottato mamma e papà dopo la battaglia.-
-Vostro figlio?- chiese Piton a Remus e Tonks dopo aver guardato il giovane per qualche secondo. L'uomo annuì.
-Beh, non mi sarei mai aspettato che Harry Potter avrebbe dato il mio nome a suo figlio... me lo sarei aspettato più da Éméline.. lo ringrazierò.- disse Piton guardando il giovane che portava il suo nome.
-Beh, nessuno di noi sarebbe qui se non fosse stato per te, giusto?- disse Lily Isabelle timidamente facendo sorridere l'uomo.
In quel momento, la porta si spalancò facendo entrare un Scorpius Malfoy accaldato e con il fiatone.
-Che è successo Scorp?- chiese Albus.
-E dove diamine sta mia sorella?- aggiunse Emma.
Cercando disperatamente dell'aria, Scorpius rispose.
-Non... non lo so. Amy... Amy Mackie mi ha... mi ha baciato nei... sotterranei e ha detto... ha detto che Aeline ci ha visto. Quando mi sono girato... lei non c'era. Ma... ho sentito qualcuno... correre via.- disse cercando di riprendere fiato.
Ted prese la bacchetta e la Mappa che era appoggiata su un tavolo poco lontano, dovevano trovarla. Sapeva cosa c'era tra quei due, aveva scommesso con Emma a riguardo. E soprattutto, sapeva quanto ci stava male e, dopo quello che aveva visto, poteva solo immaginare lo stato in cui era ridotta.
-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.- disse velocemente dopo aver aperto la vecchia pergamena.
La mappa si disegnò nel giro di qualche secondo.

I signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso
Consiglieri e Alleati dei Magici Malfattori
sono fieri di presentarvi
La Mappa del Malandrino

La famigliare scritta apparve insieme al castello.
-Aiutami Emma.- disse Ted mentre stendeva la Mappa e iniziava a cercare la sorella.
-Ted, mi dici o no chi è evaso?- chiese mentre cercava, partendo dai piani alti, la ragazza.
-Delphi. È evasa qualche mese fa. Non hanno voluto dire nulla in giro per paura.- spiegò.
Improvvisamente, il sangue gli si gelò nelle vene per la seconda volta quel giorno.
Continuava a fissare la scritta con il nome di sua sorella.
Aeline Dora Weasley
Era ferma, nella foresta. Ma la cosa peggiore era l'altro nome che faceva su e giù vicino a lei.
Delphini Riddle
-No... no, no. Muovetevi. Tutti!- disse Ted preso dal panico.
-L'hai trovata? Ted calmati!- disse James Sirius.
-No che non mi calmo, l'ha presa Delphi.- disse prima di correre fuori seguito a ruota dai ragazzi e dai Malandrini, Lily e Piton.

-Cosa facciamo, Silente? Bisogna avvertire gli Auror. Non so chi sia questa Delphi, ma sicuramente non è una cosa positiva che Aeline sia con lei.- disse Tonks.
-Sono d'accordo. Va a chiamare aiuto, io controllo questo qui.- disse Silente lanciando un'occhiataccia a Pettingrew.
-E come? Non ci si può smaterializzare ad Hogwarts!-
-Pensa a dove vuoi andare, devi desiderarlo. Un po' di tempo fa ha funzionato con dei vecchi signori.-
Tonks, scettica, decise che tanto valeva provare.
Chiuse gli occhi e si concentrò. Dove voleva andare?
Voglio andare da Éméline Potter, pensò.
Improvvisamente, si sentì leggera e, quando riaprì gli occhi, vide che il non si trovava più nella buia stanza ma che stava volando a tutta velocità verso chissà dove.
Se mi vede così le viene un colpo, meglio trasformarsi, pensò nuovamente. In chi poteva trasformarsi? Magari in Emma, così da essere riconosciuta qualora non avessero voluto lasciarla passare per andare da Éméline.
Decise che era la scelta più giusta e si concentrò sull'immagine della ragazza prima di sentire il suo corpo mutare.
Così come era iniziata, la sensazione cessò e lei si ritrovò in un bagno che, a giudicare dall'odore, doveva appartenere ad un ospedale.

Éméline Potter: The New GenerationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora