Lo stesso profumo.

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Miele.
Miele ovunque.
Così appiccicoso.
Inesistente distacco.
Eri legato al mio cuore
Come Albachiara a Vasco.
A legarci era quella fame di tenerezza.
Morbida passione.
Nulla di più.
Non attraversavamo la strada senza una mano sicura.
D'un tratto il miele si trasformò in marmellata amara.
Dovevo partire.
Era la nostra prima volta.
La prima volta che respiravamo altri profumi diversi dai nostri.
Ansia.
Tornare e sprofondare?
Non importava dove stessi o cosa stessi facendo.
Ti dedicavo pagine di diario.
Pagine su pagine.
Stropicciate
Sporche
Strappate
Bagnate
Insabbiate
Colorate del tuo nome.
Le finì e il tuo nome mi dava gocce di miele sempre più dolci.
(Chissà se baci ancora quelle pagine...)
Tornai.
Il nostro profumo pervase ogni coriandolo del nostro corpo.
Non ricordo.
Mi sei mancato?
Mi hai pensata?
Come stai?
Nulla.
Mi chiedi della vacanza?
Oh, ogni giorno era un fuoco di passione da spegnere.
La ringrazio dal profondo del mio cuore.
Ricordo.
Tornai.
Calore.
Palpitazioni.
Da te.
Arrivai.
Le nostre labbra si guardarono.
I nostri occhi già facevano l'amore.
Quella fu la nostra prima volta.

Il distacco ti mette un'angoscia terribilmente pesante sulle spalle.
Come diceva Pascoli, il proprio nido richiama analogicamente al tuo posto caldo e segreto dove senti che nulla può scalfirti. L'opposto della fredda e solitaria dispersione nel mondo.
Un po' quella che provi quando a riempire lo spazio al tuo fianco è la tua persona del cuore.
Ma tu non aver paura di lasciare il tuo nido.
Ritornerai e quando lo farai, fidati ,capirai che ne sarà valsa la pena, in qualsiasi circostanza.

Ti abbraccio forte.
@AriannaRaguso

Ricordi sparsi tra le onde del mare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora