III

111 16 6
                                    



Primavera nuda
col quale non posso vestirmi
che fa bruciare
ogni velo
che cerco di strapparmi di dosso
nessuna rabbia
carne infetta che stinge
quando sale la febbre allucinogena
e slega le ginocchia
ormai crollate
caduta
irrimediabilmente rotta
come uno specchio si frantuma in coltelli
di vetro tagliente
ma non abbastanza
per sradicarmi per sempre da terra
questa terra
coprire ogni notte
con pennellate di olio e biacca
gli inestetismi della mente
ma logoro è il cuore
- spegnete il sole.


De somnio aeternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora