XII

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Una notte per sentirsi soli
preda di un gioco infernale
di morsi invisibili
ferite che sanguinano anche se tu non lo vedi
la carne si strappa
in fumi densi
come carta bruciata
nessun segno d'incendio
né fuliggine sul viso
tu il calore non puoi sentirlo
non vedi il mostro
che stringe tra le mascelle avide
tutto il peggio di me
lo sguardo di fame ci accomuna
ma la sua fierezza
è la mia vergogna
io non urlo
tu non guardi
il sorriso scintillante
schiudersi sul mio corpo abbandonato
dei vizi che ci scegliamo
ne faremo la nostra lapide
io fiammifero
della mia stessa candela
sul letto che non è che bara per me,
divorata
dall'interno.




De somnio aeternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora