8. Dannazione

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Era l'alba e Sasuke si stava già preparando per andare al suo stage con due ore di anticipo. Non aveva chiuso la porta che dava al bagno e Naruto lo stava fissando dall'uscio come un cucciolo adorante fantasticando come l'altro fosse sotto quell'accappatoio blu scuro che lo copriva.
Il moro finí di lavarsi i denti, tornò in camera a prendere i vestiti e si chiuse in bagno lasciando il fantasma fuori.
Quando riuscì, ormai pronto, trovò un Naruto scocciato.
"Cos'è quella faccia?"
"Perché ti sei di nuovo chiuso dentro?"
"Dovresti guardarmi pure mentre mi cambio? Non credo proprio."
"Mi tratti come fossi una ragazza."
"Con la tua grazia è difficile scambiarti per un esponente del gentil sesso."
Col broncio più accentuato il biondo si sedette sul letto incrociando le braccia.
Sasuke prese la ventiquattrore e, prima di uscire, si avvicinò a lui e gli diede un leggero bacio sulle labbra.
"Ci vediamo stasera, Dobe."
Il suo buonumore tornò subito. "A più tardi Teme."
Dopo qualche minuto iniziava già ad annoiarsi, guardò un po' in giro per la casa e poi in giardino ma non c'era nessuno dei suoi amici. Cosa strana, forse erano da Madame Mikoto, se uno di loro stava comunicando nessuno impediva agli altri di fargli compagnia, lo aveva visto quando era appena arrivato ed aveva incontrato Sakura che aveva appena dato supporto ad Hinata.
"Quindi ci frequentiamo con un vivo a quanto pare."
La voce che lo colpì alle spalle dava i brividi.
"Chi sei?" Gli chiese con tono acido voltandosi.
Un ragazzo dai capelli rossi fuoco era appoggiato ad un albero con un ginocchio piegato verso il tronco e le mani in tasca.
"Sabaku no Gaara, non ti ricordi di me?"
In effetti la voce era familiare, si guardarono negli occhi ed anche il suo sguardo verde intenso dava i brividi.
"Cosa vuoi da me? E come mi hai trovato?"
L'altra entità si avvicinò a lui con un'espressione estremamente seria.
"Mi deludi se mi sottovaluti così."

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Nel frattempo Ino aveva iniziato il suo incontro con Madame Mikoto ed era scoppiata in lacrime. Aveva ragione Kiba, la medium non poteva conoscere quel segreto così intimo se non glie l'avesse detto proprio Sakura.
"Non credevo fosse possibile, sono sempre stata scettica e sono venuta qui per verificare che non stesse prendendo in giro il mio amico."
"Tesoro, Neji viene qui perché ha capito lui stesso che sono una persona onesta. Chiaramente non posso andare nel dettaglio ma mi ha messo alla prova anche lui, non pensare che si sia fidato solo di belle parole."
"Come ho potuto dubitarne? Lui è sempre stato un tipo sveglio e razionale..." Continuò la ragazza tra i singhiozzi. "...dovevo dargli più credito."
"Non prendertela con te stessa. Non è come parlare del tempo, l'altro mondo è un argomento sul quale molti purtroppo giocano e riescono a volte anche a circuire persone di un certo giudizio. È più che normale che fossi preoccupata per lui. E ora tirati su che stai facendo piangere anche Sakura."
Il sorriso di Mikoto era così dolce che fece calmare Ino quasi all'istante, dava la forte impressione di una madre molto amorevole.
"Grazie di tutto Madame."

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"Hai recuperato quel ragazzo?"
Dall'alto di una roccia all'interno della caverna appena varcata da Gaara stanziava seduta una figura alta e robusta con scuri occhi penetranti e capelli albini lunghi alle spalle affiancata da un'altra dalla lunga chioma bionda ed occhi azzurri di cui uno coperto da un lungo ciuffo passante per metà volto.
La domanda era stata rivolta lui dal primo dei due individui, Hidan, entità superiore seconda solo al Divino.
"C'è stato un intoppo. Non so quale sia il problema ma non posso portarlo via di forza."
"Com'è possibile?" Intervenne sua sorella Temari, una formosa ragazza bionda con i capelli legati in quattro codini e gli occhi verdi.
"Ha appena detto che non lo sa" lo difese Kankuro, loro fratello dalle caratteristiche castane e la pettinatura corta ed arruffata.
"State zitti, non siete stati interpellati." Li interruppe Deidara, la spalla destra dell'albino.
I tre si guardarono con aria scocciata, quel biondo parlava solo per darsi un tono davanti al capo.
"Non ho tempo da perdere dietro a questo." Li guardò dall'alto in basso Hidan. "Non mi interessa sentire chiacchiere e supposizioni, voglio mi portiate Naruto e basta. E non fatevi vedere qui finché non l'avete preso. Altrimenti l'ira del divino Jashin si ripercuoterà su di voi."
Gaara e i suoi fratelli annuirono ed uscirono dalla caverna.
"Come facciamo ora?" Temari prese parola preoccupata.
"Non lo so. Come ho già detto non so quale sia l'impedimento che abbiamo di fronte, cosa ci toglie il potere di trascinarlo qui."
"Potrebbe essere una protezione del luogo in cui si trova? Hai detto che è la villa di una medium o sbaglio?" Ipotizzò Kankuro.
"Si, è così. Ma non ci sono protezioni particolari, tre dei quattro membri della famiglia sono medium non ne hanno granché bisogno, sanno distinguere le varie entità che passano di li. Perciò non è quello il problema di base."
Kankuro si grattò il mento riflettendo, non era mai successa nei loro duecento anni una cosa del genere. Non gli veniva in mente nessun'altra supposizione plausibile per il momento.
"Quindi non ci resta che indagare." Concluse Temari senza dar luogo ad obiezioni.
"Da dove iniziamo?"
"Che domande, Gaara. Ovviamente dal principio, da dove abbiamo conosciuto per la prima volta Naruto. A costo di creare un po' di panico tra i vivi."

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