Pirati Dei Caraibi: Vendetta E Amore

2.

Un vecchio detto dice: Le cose belle accadono a chi sa aspettare.
Io aspetto da tanto, eppure loro sembrano non voler accadere.
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Evelyn's POV
Osservo il sole da poco sorto, mentre strofino le mani per generare calore contro la brezza mattutina.
Il cielo è dipinto d'arancione che si perde nelle sfumature del giallo e del rosso.
Le onde risuonano nelle mie orecchie come una dolce musica che tanto mi era mancata.
I capelli svolazzano liberamente, coprendomi le più svariate parti del viso e provocandomi solletico.
Come ho fatto a stare così tanto lontana da tutto questo?
Ieri, in questo preciso istante, dormivo ubriaca marcia in una topaia, preda degli incubi costanti.
Oggi, mi trovo sulla nave più elogiata dei sette mari.

Eppure non ho chiuso occhio tutta notte, una sensazione interiore me lo impediva.
La ciurma invece ha festeggiato, ballato e si è ubriacata fino allo sfinimento.
Ieri, dopo aver rivelato il mio nome a Jack, mi sono allontanata senza aggiungere altro.
Lui mi guardava perplesso, non aspettava minimamente un responso da parte mia.
L'ho fatto solamente perché mi ha minacciata.
"Sto facendo la cosa giusta Luke?" tocco la collana, che sbatte contro alle mie scapole ad ogni movimento brusco del vascello.
Mi appoggio al corrimano per poi sporgermi verso le acque profonde e cristalline.
Come farò ad andarmene da qui una volta ottenuto ciò che voglio?
"Se solo tu fossi qui con me. Se solo adesso comparissi alle mie spalle per dirmi qualcosa di affettuoso"

"Attenta a non cadere, io non verrei di certo in tuo soccorso" Jack. Non esattamente chi desideravo.
Mi volto scocciata, squadrandolo dalla testa ai piedi.
Mi innervosisce la sola vista di quest'uomo, sembra che abbia dipinto sul viso un sorriso malizioso, impossibile da rimuovere.
È sempre così...Raggiante.

"Non servirà né oggi, né domani, né in questa vita, né in un'altra, Capitano" replico acida, riconducendo l'attenzione verso l'orizzonte che pare infinitamente distante.

"Il tuo vocabolario è fornito solo di queste quattro parole, tesoro?" marca intenzionalmente l'ultima parola.
Stringo i pugni, percepisco le unghie affilate affondare nella pelle, ma non duole, non sento nulla.
Con uno scatto, afferro Jack per il colletto della camicia, per poi spingerlo contro al bordo della nave.
Con i piedi cerca di incollarsi al pavimento in legno, la parte superiore del corpo penzola fuori dalla Perla.
È sorpreso dalla velocità con cui l'ho intrappolato, lo comprendo dall'espressione che gli dipinge il volto, non sorride più.
Tra la ciurma s'innalza un'esclamazione meravigliata, probabilmente qualcheduno avrebbe intenzione di intervenire o lo sta già facendo.
Jack li ferma con un gesto della mano, guarda la grossa distesa d'acqua che scorre sotto di lui e lascia scappare una risata amara.

"Sarai tu a cadere se non smetti di chiamarmi tesoro e stai certo che non verrei a salvarti!" Basta una mia spinta e sarebbe il pasto di chissà quale misteriosa creatura marina che l'oceano nasconde.

"Se pensi che sia la prima volta che qualcuno osa buttarmi fuori dalla mia nave, erri. Sarebbe più dignitoso farmi usare la passerella, non convieni?" il suo sguardo bramoso percorre il mio volto come se fosse una mappa, fermandosi sulle mie labbra che sono la croce.

Mi perdo, allento la presa che non è più ferrea.
Repentinamente, allaccia le mani ai miei polsi, invertendo le posizioni in meno di un secondo.
Appena sento il contatto con il vuoto, cerco di toccare a terra inutilmente.
Stringo i denti, come ha fatto a distrarmi?
"Nemmeno per me è la prima volta, Capitano. Preferirei buttarmi da sola" ribatto, non mostrando il minimo accenno di paura o timore.
Morirei a costo di non darla vinta a questo sudicio pirata.
Jack alza le sopracciglia, come se non ne fosse del tutto convinto.
Siamo troppo vicini, il suo petto sbatte contro il mio ventre, divisi solo dai vestiti.
Il suo respiro è pesante e caldo, si infrange sul mio collo come una folata di vento estivo.