Ingenua?

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Avevo passato le due lezioni successive a prendere appunti distrattamente.

I miei pensieri erano rivolti all'incontro di qualche ora prima; un appuntamento formale e puramente scolastico, però avevo notato come mi aveva seguita con lo sguardo mentre uscivo dal suo ufficio.

Sentivo ancora i suoi occhi addosso.

Dopo la richiesta di Martin, avevo cercato di mettermi subito al lavoro, coinvolgendo i miei compagni nel mio studio improvvisato.

Sapevo che la mia determinazione a portare al professore spunti adeguanti non era dovuta soltanto al mio senso di responsabilità.

Uscii dall'aula, immersa nei miei pensieri. Negli ultimi giorni succedeva molto spesso.

"Lulli!"

Alzai gli occhi e vidi Giulia con un enorme sorriso stampato in faccia.

Mi morsi le labbra per non ridere. Sapevo già perché era lì, cercai di camuffare il sorriso divertito e alzai gli occhi al cielo.

"Giulia, sei incorreggibile!"

"Beh, mi sembra il minimo che racconti alla tua migliore amica com'è andato l'appuntamento con il professore sexy!"

"Shhhhhhh!" la brontolai ridendo, prendendola a braccetto.

Finalmente anche quella giornata infinita era giunta al termine.

La trascinai fuori, non volevo che qualcuno ci sentisse.

Non era esattamente consono parlare di un professore con i termini che sapevo avrebbe usato Giulia.

Lei era così, non aveva peli sulla lingua. A volte mi chiedevo se provasse gusto a parlare soprattutto di ragazzi in pubblico perché la faceva sentire, in qualche modo, libera.

"Allora?" chiese nuovamente, non appena raggiungemmo il parcheggio.

Arrossii.

Erano secoli che non arrossivo per un ragazzo. Il solo pensiero di Martin mi faceva avvampare e non era merito solo della vergogna.

E' il tuo professore.

Mi schiarii la voce e mi sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, cercando di riordinare i pensieri.

"Ludovica!" mi richiamò all'ordine Giulia cercando di fare la voce dura.

Sapeva perfettamente che stavo cercando di prendere tempo, come se lei potesse dimenticarsi del mio colloquio con il professore.

Soprattutto perché si trattava di un uomo, di un ragazzo.

"Okay, okay." alzai le mani in segno di difesa ridacchiando. "Ha bisogno di capire come impostare le lezioni. Vuole costruirle sugli interessi di noi alunni."

Giulia mi guardò con aria interrogativa.

"E tu che c'entri?"

"Mi ha chiesto di parlare con i miei compagni di corso e di riferirgli i loro pareri."

Alzò un sopracciglio.

"Che c'è?" chiesi alzando per l'ennesima volta gli occhi al cielo.

"E non potrebbe farlo da solo?"

Alzai le spalle. "Forse crede che a me risponderebbero con sincerità."

Sbuffò divertita. "Sei troppo ingenua!"

"Giu, è il mio professore. Non credo che abbia secondi fini."

Sorrise maliziosa. "E chi te lo dice?"

Iniziai a ridere, cercando di non pensare al sogno.

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