Cap. 3 "Ti aspetto"

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"Si basa principalmente su gare di atletica, sai, staffetta, salto in lungo, salto in alto..." dice e annuisco.
"Chi gareggia?" chiedo incuriosita.
"I ragazzi dalle terze alle quinte" risponde e annuisco ancora una volta.
Passiamo il pomeriggio a parlare del più e del meno e ogni volta che chiedeva qualcosa su qualche ragazzo, cercavo di cambiare discorso, riuscendoci tutte le volte.
Si è fatta sera e, dopo averla salutata, mi dirigo a casa mia.
Ceno rispondendo alle varie domande che mi pongono i miei genitori e poi vado in camera.
Mi stendo sul letto e, prima di addormentarmi, vedo delle richieste di amicizia nuove su Instagram.
Apro e noto essere di quei 7 ragazzi... non le accetto, non ora... forse mai? Sono degli stalker comunque.
Spengo e vado a dormire per non far si che pensieri mi avvolgano la testa.

6:00 del mattino, già in piedi e pronta per un'altra giornata di scuola.
Essendomi svegliata più presto del solito, ho tanto tempo per preparami quindi, cosa inaspettata, mi preparo in un modo diverso: leggins con sopra un top bianco che lascia scoperta un po' di pancia.
Per il resto mi trucco mettendomi del mascara e dell'eye-lyner.
Passo del tempo a ripassare e poi, dopo aver fatto colazione, vado dritta a scuola.
Arrivo al parcheggio e, i 7 che erano appena arrivati, non mi vedono (per fortuna).
Entro e scopro che Eli, essendo una delle rappresentartici scolastiche, era nel campo della scuola per tutto il giorno a preparare il tutto per domani.
Ecco, sola senza nessuno con cui passare le ore di scuola... bene così... nel senso, se non la avessi conosciuta mi sarebbe andata anche bene, però ora sento la solitudine ancora più presente.
Comunque le lezioni stanno per iniziare quindi mi avvio verso la classe.

2 ore passate discretamente se teniamo conto che erano matematica e scienze.
Durante l'intervallo decido di fare un giro per la scuola, cercando di non perdermi... cos'altro potevo fare? Stare in piedi da sola mi sembrava così... triste.
Camminando mi ritrovo davanti ad una scala familiare... quella che porta al piano delle quinte.
E se andassi ancora su? Perché no? Tanto non credo che li troverò ancora lì... vero?
Arrivo all'ultimo gradino, come ieri, e prima di fare un altro passo mi osservo intorno: nessuna traccia loro.
Immersa nei miei pensieri, ad un certo punto, sento prendermi la mano e, in poco tempo, mi ritrovo con la schiena adagiata al muro.
"Ancora qui? Pensavo che avresti imparato la lezione, e invece eccoti di nuovo" dice Jungkook con fare beffardo.
In tutto ciò ha una mano appoggiata al muro, in modo da bloccarmi da un lato.
"Sei carina oggi, poi con quei leggins" dice l'ultima parola abbassando di poco lo sguardo.
Stavo per tirargli uno schiaffo ma mi ferma la mano ridendo.
"Eddai, non prendi i complimenti che ti fanno?" continua ridacchiando.
"Non da uno come te" rispondo cercando di essere sicura di me, fallendo miseramente.
"Andiamo... non mentire a te stessa" dice avvicinandosi di più.
Non reggo la situazione.
"Lasciami andare dai!" dico alzando di poco la voce ma niente, ridacchia di più.
"Mi farai un favore?" chiede e ormai, sfinita dal suo atteggiamento, accetto.
"Ok, come vuoi"
"Bene... domani verrai a vedermi gareggiare quindi"
Cosa? È serio? Già tanto se lo sopporto qui, figuriamoci ore in più dopo scuola.
"Senti, io non ti conosco ok? E da quel poco che ho sentito sul tuo conto non sono propensa nel fare amicizia con te." sbotto e sorride.
Lascia la presa dal muro e prima di andare dice: "Ti aspetto" e poi se ne va.
E ancora, quelli che dovevano essere 20 secondi, sembrano essere durati 1 ora.
Tornato dal suo gruppetto corro in classe per l'ultima lezione, anche perché ero intenzionata ad andare subito a casa, prima che gli intercettatori di Jungkook iniziassero a funzionare ancora.
Finita finalmente la lezione esco e cerco di arrivare a casa... dico "cerco" perché ovviamente quei 7 ragazzi sono dappertutto.
Inizio a correre senza farmi vedere visto che dovevo passare esattamente davanti a loro... mission complete.
Arrivo a casa e prendo subito il cellulare, chiamo Eli, e le racconto ciò che è successo.
Ovviamente lei è sotto shock visto che parliamo di uno dei ragazzi più popolari della scuola.
Chiudo la chiamata dopo tanto tempo: alla fine finiamo a parlare di altro.
Giornate stressanti ne abbiamo?
Da quando conosco Jungkook le mie giornate sono sempre stressanti... un continuo aver ansia di non incontrarlo, ma un sentimento di riuscirlo a vedere che contrasta il primo.
Dopo aver cenato guardo, come routine, il cellulare e decido di accettare le richieste di tutti e 7.
Noto che Jungkook è in live, così entro... giusto per curiosità, no?
Vedo che è con gli altri mentre si allenano... a petto nudo.
Chiudo subito la live perché, ad essere sincera, ero diventata un po' rossa e non riuscivo a guardarla... non so perché, ma penso che Jungkook mi faccia effet- NO OK, NON SCHERZIAMO. Non so come quelle 400 persone possano guardarli...
Chiudo tutto, cercando di non pensare a nessuno, e così mi addormento.

8 del mattino: sono già in classe, pronta per questa giornata all'insegna dello stress.
Durante l'intervallo e la mensa non succede niente di che, ricordandomi così che infatti non c'è Jungkook in giro, visto che si sta preparando per le gare di dopo.
Finita l'ultima lezione vado nel campo della scuola.
Lì vedo Eli con una lavagnetta in mano che sta segnando qualcosa, così decido di avvicinarmi a lei.
"Ehi" dico e lei mi risponde nello stesso modo.
"Dove è Jungkook?" chiedo mentre si sposta per controllare dei materassi; la seguo.
"Nella postazione per la staffetta, ora se non ti dispiace devo andare a controllare il salto in alto, a dopo y/n" dice sorridendomi per poi lasciarmi sola.
Mi incammino quindi verso le scalinate più vicine alla parte della staffetta e intravedo Jungkook prepararsi.
Ed ecco qua che il suo intercettatore inizia a funzionare di nuovo.
Scruta tutte le gradinate fino a soffermarsi su di me; mi saluta con un cenno e mi sorride.
Non ricambio nulla, anche perché sono stata costretta da lui ad essere qui.
Dopo mezz'ora la gara inizia.
Jungkook è l'ultimo a prendere il testimone e, guardandolo, si intravede che è super concentrato.
Arriva il suo turno e... beh, che dire; le voci sul suo conto sono mooolto veritiere.
Come un fulmine sfreccia verso il traguardo, ovviamente arrivando primo.
Tutti iniziano ad acclamarlo, tranne me.
Lui lo nota e fa una faccia stranita, ma non do tanto peso; voglio solo tornare a casa...
Finite anche le premiazioni, posso finalmente incamminarmi per tornare alla mia amata camera.
Nell'esatto momento che metto piede nel parcheggio, però, inizia a diluviare.
'Fantastico.' penso.
Corro subito sotto al portico della scuola per riparami dall'acqua che non sembra voler smettere subito data la potenza con cui sta scendono.
Ad un certo punto sento un clacson... proviene dalla macchina di Jungkook.
Metto il cappuccio della felpa su e mi dirigo di nuovo verso il parcheggio, arrivando davanti al finestrino dalla sua parte.
Lui lo abbassa di poco, solo per far entrare la voce.
"Vuoi un passaggio?" mi chiede e divento subito scettica.
"Sei uno stalker per caso? Dovunque io sia tu mi trovi, ci sei sempre, come la mettiamo?!" urlo ormai vogliosa di saper la verità.
"Coincidenze?" dice con tono da "non è ovvio?"... che nervoso.
"Dai muoviti, sali su" continua.
"No grazie, abito a 10 minuti da qua, ci andrò a piedi" dico sicura di me.
"Ti prenderai un raffreddore quindi porta quel tuo bellissimo culo sul mio fottuto sedile" dice sghignazzando.
Sbuffo e entro in macchina sedendomi a lato guidatore.
"Contento ora? Ti sei pure guadagnato un sedile zuppo d'acqua" dico incrociando le braccia.
"Sisi, come vuoi... ora mettiti la cintura e dimmi dove abiti" dice accendendo di nuovo il motore.
"Oh no, tu mi lasci poco prima... non voglio che tu sappia dove abito" rispondo guardandolo dritto negli occhi... pessima scelta.
Fa si che il contatto visivo diventi più deep e si avvicina a me.
"Senti, se tu mi credi un bad boy allora facciamo che lo divento, ok? Dimmi ora il tuo indirizzo o" appoggia una mano sulla mia coscia avvicinandosi di più.
"O potrei arrabbiarmi... quindi, che dici?" chiede e deglutisco spaventata.
Ok, devo ammetterlo, se vuole fa paura.
"O-Ok, ti faccio s-strada" dico e lui sembra compiaciuto dalla risposta.
Toglie finalmente la mano dalla mia coscia per metterla, insieme all'altra, sul volante.
Partiamo e per tutto il viaggio stiamo in silenzio.

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