Capitolo 9

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<< Siii... >> disse ridendo, mentre addentava il suo panino al salame.
<< No Jade, tu non capisci. Questa volta sono finita. La Sallivan me la farà pagare cara per questo. >> riuscivo a stento a parlare, tra una risata e l'altra.
Eravamo in cortile, dirette verso il grande albero dove passavamo sempre la ricreazione.

<< Sicuramente ora penserà che io l'abbia fatto apposta. >> continuai mentre vedevo l'ombra del grande albero ripararmi dalla luce accecante del sole.

Nemmeno mezz'ora fa avevo per sbaglio fatto cadere la mia professoressa di matematica davanti a tutta la classe. O perlomeno il mio zaino l'aveva fatta cadere, mentre riprendeva la verifica dal mio banco.
Dopo essersi rialzata mi ha fulminato e poi ha fatto finta di nulla. Ma io sapevo che se l'era presa, eccome se se l'era persa.

<< Mamma mia. >> disse lei, sedendosi alla base dell'imponente albero.
<< Ieri per un momento ho pensato che ti fossi arrabbiata con me. >> parló sottovoce, riducendo le ultime parole a quasi un sussurro.
I suoi grandi occhioni blu mi osservavano in modo tenero, da cane bastonato, mentre mi faceva il labbruccio.
Mamma mia, odiavo quando faceva così.
<< Allora, se tu ti comporti da psicopatica e devi arrabbiarti con me in quel modo e per lo più senza motivo ...>>
<< Si, si. Già lo so che mi ami, e che mi perdoni, anche se sono una creatina e per questo ti amo e ti chiedo scusa.>>
Si "scusó" lei alzandosi in piedi.

<< Si, hai detto bene sei una creatina. >> ripete io. << E sai anche, che questo tipo di atteggiamento mi dà fastidio. >>continuai imarrabbiata, mentre tiravo fuori un pacchetto di cracker dal mio zaino.
Fuori si stava bene, c'era una leggera brezza ma il sole riscaldava l'aria rendendola piacevole.
Ma stranamente il cortile era vuoto.
Oltre a noi due e a un altro paio di studenti non c'era nessuno.

<< Okey, okey. Manda via la Mary stronza, fredda e permalosa. Che ti devo dire una cosa importante. >> parló Jade riportando la mia attenzioni su di lei.
Si era accesa una sigaretta.
<< Sta notte andiamo a una festa! >> esclamò lei entusiasta.

Mi irrigidì d'istinto.
<< Jade, uno questa non mi sembra una cosa importante, due lo sai che i miei... >>
Lei mi fermò subito, e con gli occhi che le brillavano di una strana luce mi disse:
<< Si, si lo so... Ma la cosa importante è che non puoi continuare a fare così. Nel senso loro non posso privarti della tua adolescenza. >> mi spiegò, mentre buttava la sigaretta a terra e la schiacciava con il piede.

Io mi alzai sbuffando << Cosa dovrei farci, sai che ci ho già provato. Ecco non, loro non... >> sentivo un groppo alla gola al solo pensiero di tutte le volte che a causa loro non ho potuto divertirmi come un normale adolescente.
<< Ed ecco la cosa importante, sta notte sarà diverso. Camera tua non è molto in alto giusto. Ecco sta notte e ripeto solo per sta notte, noi due o meglio dire tu farete questa piccola "evasione" alle regole  e uscirai dalla finestra. >> spiegò il suo piano, con uno strano sorriso in volto.

Mi alzai dal mio posto, pulendomi i pantaloni. << Non lo so Jade, e se non andasse tutto bene? E se dovessero scoprirmi?>> domandai preoccupata.
<< Fidati di me, ci sono centinaia di adolescenti nella tua situazione che per uscire la sera fanno così, io stessa alle medie per vedermi con Bob facevo così. >> mi tranquillizzo lei.
<< Bho... >> risposi semplicemente.
<< Almeno pensaci, ti chiedo solo questo. Non è giusto che tu ti perda gli anni più belli della tua vita per colpa di quei paranoici dei tuoi genitori. >>

Risi alla sua battuta, anche se infondo sapevo che stava dicendo la verità.

Sentimmo la campana della ricreazione suonare.
<< Si hai ragione. Comunque chi è Bob, non me ne hai parlato. >> le domandai mentre camminavano verso l'aula di biologia.
<< Come no eravamo compagni alle medie, è stato il mio primo fidanzatino. Anzi no quello è stato Frank. Però Bob è stato il primo ragazzo che ho amato per davvero. >> spiegò lei, cercando di ricordare gli anni in California prima di trasferirsi a Forstland.

<< Ah giusto, non c'è nulla di più passionale di due tredicenni che si amano. Cos'è ti regalava le figurine per San Valentino? >> scherzai.
<< Ah ah ah, molto simpatica, ti ricordo che anche Romeo e Giulietta avevano entrambi tredici anni, o così mi sembra. >> disse fingendosi offesa.
<< Certo shakspere, ora muoviamoci le rane del signor Mounch ci aspettano. >>

...........

L'ora di scienze, apparte la strana sensazione di essere osservata, trascorse tranquillamente, così come le successive.
Io e Jade avevamo fatto pace, per ciò tornammo a casa assieme, come eravamo solite fare.

<< Non so se hai deciso cosa fare, per quella cosa... >> inizio Jade, con un sorriso malizioso in volto.
<< ma mi hanno riferito una cosa che potrebbe aiutarti a decidere. >>

La guardai curiosa, pensando si riferisse a qualche ragazzo carino della nostra scuola.

<< Sai l'ho notato, come tu è il novellino giocavate al gatto e al topo durante la lezione. >> disse Jade ridendo.
<< Il novellino? >> domandai confusa.
<< Oh Mary, non fare la santarellina con me, ho visto come ti guardava il nuovo arrivato. Com'è che si chiamava? >>
Si fermó un attimo a pensare.
<< David? O forse era Damian? >>
<< Daniel, si chiama Daniel. >> risposi io.
<< E per la precisione non c'è stato nessun gioco di sguardi. >> precisai, cercando di assumere un'aria seria.

Durante l'ora di biologia l'avevo beccato qualche volta a fissarmi, cosa alquanto imbarazzante dovrei dire, ma nulla di più. 

<< Oh, Mariel smettila. Si vede da mille miglia che ti piace e quanto pare anche tu piaci a lui, visto che non ti staccava gli occhi di dosso. >>

Buttai lo zaino su una panchina lì vicino, e mi sedetti anche io.
Jade mi raggiunse poco dopo e si sedette accanto a me.
<< Lo sai che vorrei venirci davvero a quella festa. >> parlai, sentendo nuovamente formarsi un groppo alla gola.
<< Ma sai che se loro lo scoprono, sarò nei guai e per davvero. >>
Abbassai la testa, sentendo le lacrime a gli occhi.
<< Si, hai ragione tesoro. >> disse lei avvicinandosi.
<< Mi dispiace, sono stata una creatina a pressarti così. Ma tranquilla finché io sarò con te, andrà tutto bene.>> mi cosoló lei, mentre con un braccio mi avvolse le spalle.

In quel momento un grosso corvo piombo su di noi.
Jade urlò spaventata, mentre con la borsa provó a difendersi dal suo imminente attacco.

Io invece rimasi immobile, non mossi un solo muscolo mentre le lunghe ali nere dell'animale tagliarono l'aria a pochi centimetri da noi, per poi salire nuovamente in cielo e scomparire fra le grigie nuvole.

<< Ma cos'era? >> chiese Jade ancora terrorizzata.

Rimasimo in silenzio per qualche secondo.

Soffio una leggera brezza che ci scompiglio i capelli.
Mi sentivo strana, piena di vita, carica.

Mi alzai d'istinto.
<< Jade! Io sta sera andrò a quella festa... >>

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Non perdetevi il prossimo capitolo sarà davvero indimenticabile e la storia prenderà una svolta imprevista...

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