voglio Kageyama

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Dopo un lungo mese in cui Hinata era stato in coma, si svegliò nel pieno della notte.
Si era messo a piangere e aveva gridato svariate volte che voleva vedere Kageyama, facendo preoccupare i medici.
La sua famiglia era stata subito chiamata ma il ragazzo aveva semplicemente detto: " no, non voglio, Kageyama, Kageyama Tobio"
Così i medici si erano ritrovati costretti a chiamare il ragazzo nel cuore della notte.
Kageyama aveva subito risposto preoccupato per Hinata, scoprendo poi che in realtà stava bene e che era l'unica persona che voleva vedere, ovviamente Kageyama era rimasto scioccato ma si era subito preparato per uscire e si era diretto verso l'ospedale dove era stato ricoverato Hinata.
Appena arrivato in ospedale Kageyama era andato verso la camera del suo amato a passi lunghi e lenti, per la paura di vederlo, non sapeva perché ma aveva paura, una paura matta, quella paura che ti stringe lo stomaco, ti mette ansia, ti fa battere a mille il cuore e ti fa girare la testa vorticosamente.
Non capiva per quale strano motivo avesse paura ma l'aveva e non poteva combatterla in nessun modo poiché da lì a qualche secondo sarebbe dovuto entrare della camera di Hinata e avrebbe dovuto parlarci, forse gli avrebbe persino detto "ti amo".

Arrivato davanti alla porta della camera di Hinata si era fermato, gli erano scese delle piccole lacrime dagli occhi e poi si era finalmente deciso a prendere in mano la maniglia e ad abbassarla.
La porta lentamente si aprì rivelando una minuta figura dai capelli spettinati ma non sembravano più quelli di prima, erano di un arancione smorto, non erano più belli come prima, Hinata si girò verso la direzione di Kageyama, anche i suoi occhi non erano più vivi e belli come prima, aveva perso tutta la loro luce e si capiva perfettamente che era anche dimagrito.
Kageyama corse ad abbracciare l'amato e tutti e due scoppiarono in un lungo e silenzioso pianto.
Poi dopo forse un'ora, forse dopo 3 secondi, non lo sapevano, stavano bene così, a piangere abbracciati, smisero e si guardarono negli occhi, Kageyama disse ad Hinata che gli era mancato, che senza di lui non riusciva più a fare nulla, in parole povere gli aveva confessato il suo amore a modo suo.
Hinata invece disse solo una semplice parola: "scusa".
Non disse altro, guardò il volto di Kageyama e poi d'improvviso lo baciò.
Era solo un semplice bacio a stampo ma spiegava comunque tutti i sentimenti che provavano l'uno per l'altro.
Kageyama ricambiò subito, senza esitazioni, non voleva però approfondirlo, prima doveva capire perché il suo schiacciatore aveva tentato di uccidersi.

Così dopo pochi secondi Hinata si staccò, abbracciò Kageyama che ricambiò e si addormentò tra le sue braccia, dopo poco si addormentò in quella stramba posizione anche Kageyama e passarono il resto della notte in quel modo.

La mattina furono svegliati dai medici verso le 7, Kageyama dovette andare a casa sua a prepararsi per andare a scuola mentre Hinata fu costretto a vedere la sua famiglia ma non disse parola alcuna se non "andatevene", la madre non volle così disse al marito di portare a scuola Natsu e di andare al lavoro tranquillo e sarebbe stata lei con lei con Hinata.
La donna aveva provato a parlare col figlio ma lui diceva solo "kageyama non tu, vattene".
Aveva detto solo quello così la donna rassegnata era tornata a casa mentre i medici chiamavano uno psicologo per Hinata.

Nel frattempo Kageyama, a scuola, aveva riunito la squadra di pallavolo e aveva detto loro che Hinata si era svegliato nel bel mezzo della notte e che non accettava nessuno che non fosse lui.
La squadra era così felice della notizia che tutta la tristezza era sparita così come il ricordo del perché Hinata era finito in ospedale finché Tsukishima non lo ricordò.
Tanaka e Nishinoya si erano zittiti tutt'un tratto e si erano messi a riflettere.
Daichi, Sugawara, Asahi e Shimizu avevano iniziato a bisbigliare tra loro chiedendosi se in realtà Hinata non era stato costretto a fare una cosa simile.
Tutti gli altri si erano messi a pensare e a sussurrare tra loro finché Kageyama non disse: " lui voleva morire, a lui non importava più nulla di noi, però non mi avrebbe..., ha bisogno di aiuto e ora che non vuole vedere la sua famiglia dobbiamo aiutarlo noi, forse c'entra la sua famiglia con il suo tentato suicidio"
Erano rimasti tutti scioccati da ciò che Kageyama aveva detto ma non avevano replicato se non con un cenno d'approvazione.

Subito dopo il discorso fatto da Kageyama la campanella era suonata e così si erano tutti diretti verso le rispettive classi.
Si erano accordati che nel pomeriggio al posto di fare pallavolo sarebbero andati tutti insieme a trovare il piccolo centrale n10 in ospedale.

spazio mio (leggete pls)

Allora vi sta piacendo??
Sinceramente per me è davvero difficile continuare questa storia visto che doveva essere un one-shot però sto cercando di continuarla.

spazio ad una domanda per voiii

Chi è il vostro personaggio preferito??

Io personalmente amo Tsukishima

Ti amo perciò non lasciarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora