CAPITOLO 2: "Il cambiamento"

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Il giorno seguente mia madre mi svegliò molto presto, erano le 05:30 del mattino, non volevo alzarmi ma lei mi disse
<"Dai se ci sbrighiamo ci fermiamo al cafè che ti piace tanto e facciamo colazione tutti insieme, che ne dici?">  inutile dire che non opposi resistenza e mi alzai.
Aiutai mio padre a mettere le ultime valigie in macchina e partimmo, rimasi tutto il tempo con le cuffie e ascoltai un po' di musica per distrarmi, ormai avevo compiuto 14 anni e quindi dovevo comportarmi da "uomo", pensai nella mia immaturità da adolescente, arrivammo al cafè verso le 08.40 e dopo aver finito di far colazione e mio padre di bere un caffè partimmo di nuovo.
Non nascondo che mi addormentai fino all'arrivo nella nuova casa.
Mio padre era fiero di sé mi mise il braccio sulla spalla sinistra e mi disse
<"Guarda Less, questa è casa nostra! Adesso voglio che ti esplori tutto il vicinato, così inizi a fare amicizia mentre io e tua madre portiamo le valigie in casa, va bene?"> 
Ora capivo il motivo del perché mio padre era fiero, questa casa è enorme, ha due giardini, dove in uno dei due c'è una grandissima piscina, non avevo ancora visto l'interno ma già l'esterno è spettacolare.

Mi feci una piccola passeggiata mentre avevo le cuffie con la musica attiva, almeno avevo un pò di compagnia sonora. Mentre camminavo vidi qualcosa di strano, dei ragazzi che trasportavano un "corpo!?" verso una vecchia casa abbandonata lungo la via, pensai di aver visto male e quindi mi avvicinai, ma appena raggiunsi la finestra vidi quei ragazzi che stavano picchiando a sangue un ragazzino che poteva avere meno anni di loro, diciamo sulle 12-13 anni.
I miei occhi si spalancarono e non mi accorsi di perdere l'equilibro e caddi all'indietro, sentì uno di loro che urlo <"HEY!"> e corse subito fuori, mi vide caduto a terra come imbambolato. 
Mi prese per la maglietta dicendomi con tono molto minaccioso
<"Chi sei? Che cosa vuoi?">
io gli urlai <"Lasciami, lasciami stare!">
lui mi strinse ancora più forte dicendo <"Conosci quel pezzo di merda? Dimmi lo conosci?">, urlando continuai <"No! Non lo conosco! Sono nuovo da queste parti ok?!? Ora lasciami stare!"> e riuscì a togliermi dalle sue braccia,
<"Ah sei nuovo eh? Bene novellino ascoltami, perché non lo ripeterò un'altra volta, se solo ti azzardi a raccontare ciò che hai visto io ti ammazzo, chiaro?">  disse puntandomi un coltello alla gola, annui senza parlare e mi misi a correre, mi voltai per un instante e vidi lui che rideva chiamandomi "coniglio".

Corsi subito dentro casa dove i miei avevano ancora molto da fare, si girarono e vennero verso di me,
<"Tesoro tutto bene? Stai sudando freddo"> disse mia madre mettendomi una mano sulla fronte
<"S-si è solo che c'era un cane che mi stava inseguendo">, mio padre mi guardò in modo preoccupato e anche sospettoso
<"Sei sicuro Less? Nessuno mi informò che c'erano cani randagi in queste zone."> 
Mi misi a ridere  <"No no papà, ero con le cuffie e non mi sono accorto che c'era il cane dei vicini lungo la strada sdraiato che si faceva i fatti suoi, per sbaglio gli ho pestato la coda e quindi...sai il resto">,
lui si tranquillizzò e mi disse:  <Vai a farti una doccia, tra poco è ora di pranzo. Abbiamo ordinato d'asporto essendo che ancora la mamma deve famigliarizzare con la cucina, domani sarà il tuo primo giorno nella nuova scuola. Mi raccomando ripassa qualcosa in modo da non rimanere indietro con lo studio."> 
Senza battere ciglio feci ciò che mi aveva detto, in modo di potermi distrarre.
Passò la giornata ed ero molto stanco, mi misi a letto ed iniziai a guardare il soffitto in modo da riuscire a dormire.

Appena mi si chiusero gli occhi iniziai ad avere incubi, la risata di quel ragazzo che mi aveva quasi aggredito, mi vedevo che piangevo ed ero traumatizzato. Mi svegliai almeno quattro volte, ma fu inutile riprendere sonno, vidi spuntare l'alba ormai era inutile tentare di riprendere sonno. Mi alzai, mi sono vestito e scesi per fare colazione, i miei erano già alzati, mio padre leggeva il giornale e mia madre aveva finito da poco di preparare la colazione
<"Ben svegliato Tesoro, dormito bene?">, con tono un po' irritato le risposi <"Ti sembra la faccia di uno che ha dormito?"> 
mio padre chiuse il giornale e lo mise di lato dicendomi <"Stai tranquillo, sarà che ancora ti devi abituare al "cambio letto", vedrai che stanotte dormirai meglio">,
dopo quelle parole mi calmai e feci colazione, presi lo zaino e mio padre prese le chiavi, essendo il primo giorno mi accompagnò lui in modo che mi memorizzassi piano piano la strada.
Purtroppo non prestai molto caso alle vie che prendeva e alla strada che percorreva perché ero ancora esausto dalla brutta nottata. Nemmeno il tempo di richiudere gli occhi che mio padre mi disse <"Less, oggi dovrebbe arrivare il camion del trasloco, quindi non potrò venirti a prendere dato che sarò molto occupato, ti lascio dei soldi per il bus e per il pranzo mi raccomando non perderli"> annuì senza parlare e arrivammo a scuola.

Mi diressi dentro la struttura, era pieno di ragazzi e ragazze che parlavano lungo i corridoi, molti di loro mi guardavano in modo strano quasi nel volermi ignorare di proposito.
Sicuramente sarà per la mia brutta c'era, avevo delle occhiaie assurde e mi ero vestito come capitava senza curarmi di cosa avessi preso dall'armadio, non avevo alcun dubbio finché vidi una ragazza che mi abbracciò senza nemmeno farci caso.
<"Eccoti qui finalmente! Ben svegliato dormiglione!!"> sobbalzai dallo spavento per poi vedere che era Grace, ero felice di aver finalmente notato un volto amico,
<"Ben svegliato un corno Grace, non ho dormito ho avuto troppi incubi"> lei mi guardò e alzo gli occhi al cielo, <"Hai troppa nostalgia di casa Less, cerca di ambientarti piuttosto, sicuramente troverai nuovi amici."> , abbassai lo sguardo e ironicamente gli dissi <"Ambientarmi? Certo...".> 
La campanella suonò e tutti si dileguarono nella rispettive classi, per fortuna io e Grace eravamo nello stesso corso quindi ci misero nella stessa classe, le lezioni furono lunghe e noiose, facevo veramente fatica a seguire ma per fortuna nessuno dei professori si rese conto del mio stato.

Si era ormai fatto ora di pranzo, mentre mangiavo insieme a Grace, vidi degli agenti di polizia scortati dal preside che prese un megafono e disse:
<"Un attimo di silenzio, tra 20 minuti vi voglio tutti nell'aula magna! Che sia chiaro 20 minuti, chi non si presenta verrà chiamato e portato a forza dai docenti e i bidelli!">
tutti i ragazzi iniziarono ad essere perplessi cercando di capire cosa stesse accadendo, Grace ed io ci guardammo ma continuammo a mangiare come se nulla fosse,
("cosa sta accadendo in questa scuola? Meno di un giorno che sono qui e già iniziano altre rotture di cazzo") pensai.
Poi entrarono dei ragazzi alti e ben postati, ridevano e guardavano minacciosamente i ragazzi che continuavamo a mangiare, iniziarono a prendere di mira dei ragazzini come me di 1° media, rubandogli le lattine e il loro pranzo, per  poi schiaffeggiare qualche "mezzacartuccia", tentai di tenere il capo chinato cercando di ignorarli, ma fu inutile.
Vennero a sedersi nello stesso tavolo dove ci eravamo seduti io e Grace, ci buttarono il cibo a terra e uno di loro ci disse con tono arrogante e autoritario:
<"Smammate mocciosi questo posto è per quelli del 3° anno!"> si misero a ridere,
Grace si mise tu per tu con loro dicendogli di smetterla, ma loro continuarono a ridere finché non si alzò uno di loro e andò verso lei
<"Sennò che fai ragazzina? Non sei troppo piccola per conoscere il cazzo di tuo padre? Perchè la mia ragazza parla così, dopo che ha assaporato il mio!"> 
e si mise a ridere battendo il cinque ad uno di loro, appena sentì quella voce alzai lo sguardo e vidi che era lo stesso ragazzo che mi minacciò l'altro giorno.
Mi alzai e gli dissi con tono abbastanza irritato:
<"Hey! Lasciala stare, non hai motivo di prendertela con lei...è solo una ragazzina che ha più palle di te!"> 
Tutti si zittirono sentendomi dire quelle parole, e i bulli buttarono un "Uhhh!" di sfida verso l'amico, lui mi guardò con degli occhi pieni di rabbia come se volesse solo umiliarmi in modo pesante,
<"Hai detto qualcosa? Ripetilo bastardo!"> disse prendendomi per la maglietta
<"Non hai sentito? La mammina non ti ha detto che è buona educazione sorridere? Perché  dato che non lo fai la tua faccia di merda fa ancora più schifo!">  gli dissi con tono ironico,
lui mi tirò un pugno e uno di loro gli disse
< "Hey Logan, amico non farti prendere per il culo da uno spaventapasseri come lui, dopo la scuola lo pestiamo, non farti sospendere di nuovo">,
Grace mi aiutò ad alzarmi e con tono un pò addolorante ma nervoso gli dissi:
<"Prova solo a toccarla di nuovo e dirò tutto ciò che ho visto l'altro giorno, in quella casa abbandonata">,
Logan si mise a ridere <"Mi stai forse minacciando?">, ma gli feci vedere il suo coltellino che gli rubai dai jeans senza che se ne accorgesse, <"Questa è una prova, non credi?">.

Il suo sguardo sbiancò subito appena mi vide con il suo coltellino che penzolava tra la mie dita.
Ma non si arrese, aveva un piano, se ne andò con i suoi amici e mi lasciarono solo insieme a tutti i ragazzi che si erano accerchiati per vedere lo scontro misero tra un bullo e il nuovo studente. Grace mi prese per il gomito <"Ma sei scemo? Che motivo hai di fare così? Non metterti contro di loro, vogliono solo litigare!"> gli tolsi la mano <"E' così che mi ringrazi? Dopo averti difeso? Bell'amica che sei..."> lei mi guardò e mi abbracciò, il resto del "pubblico" mi applaudì come se nessuno si era mai messo contro quei quattro idioti.

Ci diremmo finalmente all'aula magna dove il preside fece tacere le voci degli studenti e iniziò a parlare,
<"Miei cari studenti è da molti anni che faccio questo lavoro, ho sempre rispettato ogni vostra esigenza, cercando di rendere questo posto come una seconda casa per voi. Ai miei tempi le scuole erano un luogo duro e freddo, dove non c'era nessun rapporto amichevole tra professori e alunni...inoltre...">
Nel mentre che lui parlava molti si annoiavano e iniziarono a parlare facendosi i fatti loro, il preside diede un forte pugno vicino al microfono e tutti si zittirono di colpo, si adirò e continuo <"E' proprio di questo che stavo parlando! Non vi importa di tutti i sacrifici che noi docenti facciamo per voi? Vi importa solo di sporcare i bagni con disegni osceni, rompere i distributori e...">
molti si misero a ridere
<"...ed è per questo che vi comunico che per colpa del vostro menefreghismo, della vostra insolenza e immaturità, che è stato trovato un vostro compagno, morto, accoltellato e smembrato!">
accese il proiettore dietro di lui e mostrò le foto del corpo del povero ragazzino ridotto ormai in uno stato irriconoscibile.
Molti degli alluni si misero ad urlare, molti vomitarono e altri uscirono dall'aula, il preside diede un altro pugno vicino al microfono e urlò
<"Lo conoscete? Lo riconoscete? Lui era Martin Clover, 13 anni, era un vostro compagno. Sappiamo che era vittima di bullismo e ciò mi duole molto, perché se accade una cosa del genere, la colpa è solo VOSTRA!">
Quindici poliziotti fecero eruzione e rientrare tutti gli alunni della scuola, il preside si mise di lato e fece parlare lo sceriffo,
<"Ascoltatemi bene, ciò che è accaduto a questo ragazzino ci hanno condotto qui, i suoi genitori hanno denunciato la scuola perché la sua sparizione è stata dopo la fine delle lezioni.
Non frequentava amici dopo la scuola ed era solito nel tornare subito a casa, quindi sappiamo benissimo che dietro la sua morte c'è qualcuno di voi, quindi vi consiglio vivamente di mantenere la calma e se qualcuno sa qualcosa è pregato di parlare con me o con qualcuno dei miei colleghi.">

Dopo quelle parole molti iniziarono a bisbigliare e dire nomi a caso di chi aveva potuto fare questo al povero Martin, ma nessuno voleva parlare. Il motivo lo avevo capito benissimo ed era perché molti sospettavamo della banda di Logan.
Io sapevo tutto!
Avevo visto tutto!
Ero bloccato e tremavo, per causa mia Martin è morto. Cazzo! Non potevo non pensarci, se solo non fossi scappato, se solo non avessi fatto il "coniglio" come disse Logan, mi sentivo un verme, sapevo di esserlo.
Ma ero pronto a rimediare volevo incastrare Logan, forse mi sarei sentito meglio e decisi di parlare con lo Sceriffo, ero pronto a mostrargli il coltello, mi resi conto però che non c'era alcuna prova che poteva incastrarlo, ma ebbi un idea! Corsi in bagno e mi chiusi a chiave, presi il mio taglierino e senza ferirmi incisi sul manico il nome di Logan.
Quel bastardo la doveva pagare...

Vi racconto la mia storia  ● Jeff The Killer ●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora