CAPITOLO 1 "La promessa"

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Chiunque non vorrebbe ritrovarsi con un killer che ti punta la sua arma del delitto in pieno volto, vero? Beh...e se vi dico che a me è successo?

Mi chiamo Less ho 17 anni e abito...no non importa devo abito, scusa sono molto paranoico, comunque...
Tutto è iniziato quando ancora avevo 13 anni, mio padre si ritirò dal lavoro e aprendo la porta di casa con molta frenesia corse da mia madre e la baciò <"Mi hanno dato una promozione!"> esclamò con molto entusiasmo e orgoglio, 
mia madre rispose <"A-Amore è stupendo!! Sono così felice per te!">
lui la corrette <"Vorrai dire per noi! Tesoro ci trasferiamo tra una settimana, domani dopo che accompagni Less a scuola, va a comprare delle valige e quando sarò di ritorno inizieremo a fare i bagagli."> 

Che dire, non ero molto felice di ciò perché amavo casa mia, i miei amici e la scuola dove andavo.
Mio padre vide il mio viso... era spento, si sedette vicino a me e guardava i miei disegni, poi mi disse: <"Hey ometto! Non essere triste, ricordi la tua compagnetta di scuola Grace? Anche suo papà ha avuto una promozione e si trasferiranno vicino a noi, così non rimarrai solo.">, mi accarezzò la testa e si alzò per andare da mia madre per continuare il discorso.

Non so se ero felice della notizia, perché prima che ci saremmo trasferiti avrei compiuto 14 anni e quindi avrei dovuto salutare tutti i miei compagni con una festa che mi avrebbe lasciato l'amaro in bocca, ma in fin dei conti cercai di vedere il lato positivo in tutto ciò.
I giorni passarono in fretta e gli scatoloni aumentarono, quasi quasi mi sentivo soffocare, ormai potevo solo andare a fare una passeggiata oppure rimanere dentro a disegnare.
Era un pomeriggio soleggiato e faceva caldo, mia madre come al solito era troppo impegnata nel chiudere gli scatoloni e aprirne altri.
<"Perché non vai a fare una passeggiata oppure a prenderti un gelato, tesoro? Devi avere pazienza so bene come ti senti, ma non preoccuparti papà ha detto che nella nuova casa avrai una stanza grandissima dove nessuno ti disturberà."> 
Detto ciò presi i soldi, mi diede il solito bacio sulla fronte e uscì. Non ero mai stato un bambino molto socievole ma mi piaceva stare con quei 3-4 amici che avevo, camminai per il viale di casa e vidi il furgoncino dei gelati, mentre mi apprestavo a mettermi in fila vidi Grace che mi abbracciò e mi salutò:
<"Hey ho saputo la notizia da mio padre! A quanto pare entrambi diventeremo vicini di casa, non sei felice?">  
gli sorrisi <"So che mi torturerai ogni giorno per disegnare insieme vero?">,
lei mi diede un pugno sulla spalla <"Hai indovinato!"> esclamò in modo solare.
Lei è Grace siamo stati compagni di scuola fin dall'asilo.

L'ho conosciuta in modo molto insolito, vidi una bambina che piangeva seduta a terra,  aveva il ginocchio destro sbucciato e notai il gelato a terra.
Mi avvicinai verso di lei <"Sei caduta?!">  dissi con tono preoccupato,
lei rispose singhiozzando: <"N-no, è stato Lumer, è cattivo come sempre!">.
continuai: <"Il solito Lumer, se la prende sempre con i più piccoli e anche con le bambine, che vigliacco, dai non ci pensare, se vuoi te lo compro io un altro gelato">
Grace si asciugò le lacrime per poi pronunciare con un lieve entusiasmo <"Dici sul serio?">
gli sorrisi <"Si certo! Dai dimmi che gusto ti piace">, me lo indicò col dito <"Cioccolato e vaniglia!">
Mi voltai verso di lei e gli risi <"Sei molto golosa! Facendo così diventerai una "palla" di gelato"> 
Grace mi sorrise facendomi anche la linguaccia <"Stupido! Ho solo 6 anni e sono già una modella, non ho bisogno di stare a dieta"> , mi misi a ridere e insieme ci siamo diretti a casa mia. Grace era ormai come una sorella gemella per me, eravamo molto simili anche se io ero molto più timido. Lei invece faceva la parte "della donnina di casa", ma la cosa non mi dispiaceva affatto perché insieme riuscivamo a giocare in vari modi, dall'acchiapparello, nascondino e infine disegnare. Entrambi riuscivamo sempre a fare disegni spettacolari e molte volte cercavamo di rendere reali i nostri disegni.
Ricordo che una volta ci siamo vestiti come i nostri personaggi preferiti! Io ero un guerriero, realizzammo il mio vestito con semplici cartoni per poi colorarli a nostro piacere, con tanto di spada. Lei preferiva disegnare unicorni per poi renderli reali con cartone, molto colore e brillantini.

I giorni passarono ancora e ancora, sembrava che il tempo non volesse fermarsi, ma poi ci fu la mia tanta attesa festa di compleanno.
C'erano i figli dei vicini, Grace e alcuni compagni di scuola, tutti si divertivano!
C'erano dolciumi, stelle filanti, palloncini e anche un clown per i più piccoli che faceva palloncini di tutte le forme e colori. Io ero molto giù perché pensavo che il giorno dopo sarei dovuto andar via, avevo la mente vuota e non riuscivo a dialogare con nessuno, poi arrivò Grace con una fetta di torta <"Hey! Perché stai così giù? Ti ho portato una fetta di torta e ci sono ancora i regali da scartare!"> mi disse porgendomi la torta davanti a me.
La guardai cercando di farle un sorriso <"Oh, scusami ma non riesco a non pensare al trasloco, mi mancherà questo posto...ci sono nato capisci?">, Grace si imbronciò <"Andiamo Less non sarai mica solo sai? Staremo insieme e anche vicini di casa, potremmo disegnare ogni giorno e può darsi anche fare i compiti insieme"> , annui <" Si hai ragione entrambi ci faremo forza e cercheremo di non sentirci soli">
Grace sorrise <" Promettimi allora che rimarremo sempre insieme!"> e mi mise il suo mignolo davanti attendendo che io facessi lo stesso, mi misi a ridere e ricambiai la promessa, poi tornammo alla festa.

Vi racconto la mia storia  ● Jeff The Killer ●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora