Una melodia di flauti risuonava nella radura altrimenti silenziosa in quella mattinata estiva, in cui il caldo torrido si faceva sentire a ogni respiro.
Le ninfe degli alberi e del ruscello però non accennavano a smettere e anche gli altri ragazzi del campo, posizionati intorno al fuoco, acceso per l'occasione, non si sarebbero mossi.
"Oggi abbiamo perso un grande guerriero, un eroe degno dell'Elisio, ma soprattutto... un amico" Iniziò Chirone, centauro e guida del Campo Mezzosangu, con aria solenne. Negli occhi scuri c'era una tristezza velata dal tempo, mentre osservava con un peso al cuore l'arazzo cucito dai semidei che copriva il corpo di Jason Grace, figlio di Giove.
Il tessuto era incredibilmente bello, di un azzurro cielo interrotto qua e là da fulmini. Al centro qualcuno aveva ricamato Jason stilizzato circondato dai suoi amici, la bocca aperta a testimoniare un'ultima risata.
"Qualcuno... qualcuno vuole dire qualcosa?" domandò Chirone osservando i volti affranti dei semidei intorno a lui.
Nessuno di loro alzò la testa, continuando a tenersi per mano.Solo Annabeth, figlia di Atena, guardò in viso il loro maestro e istruttore millenario, prima di prendere la parola.
"Ti saluto ora, Jason. Spero tu sia nell'Elisio e... prego di rivederci un giorno" Proclamò la ragazza con voce ferma, gli occhi grigi puntati sul corpo ormai senza vita.
Un improvviso singhiozzo la fece voltare di colpo. Vide Piper crollare in ginocchio con Leo accanto a lei, la mano sulla sua spalla, in un tentativo di essere rassicurante. Annabeth distolse lo sguardo scacciando gli occhi lucidi, nel frattempo però la ragazza a terra prese un respiro profondo, rialzandosi. Jason meritava un ultimo saluto.
Era stato il suo ragazzo, la persona di cui si era sempre fidata, con cui aveva vissuto mille avventure e ora era morto.
Non poteva lasciarlo andare senza dirgli nemmeno una parola."Ti detesto, lo sai?" cominciò, la voce che tremava. "Perché avresti potuto dirmelo, avremo potuto spezzare la profezia, ma... ma forse lo sapevi anche tu che non era possibile. Uno di noi due doveva morire" Trattenne un singhiozzo. "Ma perché dovevi essere proprio tu? Dannato mezzo eroe" sbottò sfiorando la sua figura sull'arazzo.
"Appena ci rivedremo te la farò pagare, ma in ogni caso... sono fiera di te" Abbassò lo sguardo, zittendosi di colpo. Hazel e Annabeth le circondarono le spalle con un abbraccio.
Ad un gesto di Chirone il drappo funebre prese fuoco e, mentre le fiamme crepitavano nella radura del Campo Mezzosangue, i giovani semidei continuarono a osservare il tessuto che si accartocciava sempre più, in un ultimo malinconico saluto al loro amico.
La sera si riunirono tutti insieme alla mensa del campo per l'ultima cena dato che il giorno seguente Percy e Annabeth sarebbero tornati al College, Hazel e Frank al campo Giove, mentre Piper avrebbe fatto un breve viaggetto assieme a Leo e Calipso. Sembrava quasi che non vedessero l'ora di separarsi di nuovo.
Percy era seduto su una delle panche e giocherellava con i pancakes azzurri nel piatto che teneva davanti, per la prima volta senza appetito.
"Mi era mancato questo posto" sussurrò con aria nostalgica, gli occhi verde mare che brillavano sotto le luci intense della mensa.
Annabeth al suo fianco gli passò un braccio intorno alle spalle. "In effetti abbiamo passato davvero di tutto qui, Testa d'alghe"
Lui sorrise appena, mentre la sua ragazza gli scompigliava i capelli neri in un gesto affettuoso, prima di notare Piper che fissava persa un punto della sala."Aspetta, torno subito da te" bisbigliò a Percy. Si alzò e si mise accanto all'amica.
Da quando Jason non c'era più Annabeth correva sempre da una parte all'altra cercando di esserci per tutti, come se fosse la loro madre.
Percy non avrebbe voluto darle altro a cui pensare, ma gli sembrava di essere chiuso in una stanza completamente vuota e silenziosa, da cui non sapeva come uscirne nonostante sbattesse disperato contro le pareti.Afferrò il calice colmo di Fanta blu e iniziò a sorseggiarla piano, pensieroso, guardando con l'amaro in bocca il posto libero di fronte a lui.
"Jackson, sempre fissato con il cibo blu, eh?"
Sobbalzò nel risentire le sue parole in testa.
Ricordava di aver avuto quella discussione con Jason proprio sulla nave Argo.
Ogni cosa si materializzò nella sua mente.Rivide Jason guardarlo esterrefatto, mentre Percy mangiava tranquillo le sue crepes azzurre come se di sopra non ci fossero dei mostri da combattere.
"Credimi amico, è la cosa più buona che tu possa mai mangiare" aveva replicato Percy, prima di rifilargli un pezzo in bocca e scoppiare a ridere.Scosse la testa, tornando di colpo nella realtà. Non doveva più pensarci.
"Ehi Acquaman" Leo Valdez era di fronte a lui con un sorrisetto divertito e una mano persa fra i capelli scuri che parevano una foresta, per di più, mezza bruciata.
"Non chiamarmi così" sbottò Percy stancamente, cercando di concentrarsi. Doveva almeno finire quel pancake, dai, non poteva essere tanto difficile.
"Certo Acquaman, ma insomma, volevo chiederti come vanno i tuoi studi lì al college? Sempre convinto di voler diventare istruttore di surf?"
Il college. Wow, sembrava distante anni luce dalla sua realtà, quasi come se in quei giorni si fosse trasferito in tutt'altro universo."Ehi, terra chiama Percy? Mi senti?" Leo gli sventolò una mano davanti alla faccia.
"Sì... sì, ci sono" Percy si costrinse a sorridere. "Comunque certo, perché no? E tu?" domandò distrattamente.
Per un attimo gli sembrò quasi che Leo si fosse incupito di colpo, ma appena lo guardò meglio vide rispuntare il solito sorriso.
"Sono ancora convinto di voler creare una ditta. Che dici, Valdez e Calipso company, va bene come nome?"Percy ci provò davvero, provò davvero a trovare divertente la sua battuta, ma tutto quello in cui risolse fu in un'alzata di spalle. Non riusciva a immaginare una risposta decente, quasi come se le parole gli fossero state strappate dalla gola.
Leo sembrava sul punto di aggiungere qualcosa, quando un ragazzino dai capelli neri, una spada dello Stige alla vita e la carnagione di un vampiro, detto anche Nico Di Angelo, entrò nella sala trafelato."Chirone" esclamò facendo voltare tutti verso di lui. Si appoggiò a uno dei tavoli col fiatone. "stanno arrivando... lui... ci ucciderà tutti" Prese un respiro profondo. "Ho provato a fermarlo, ma è tutto inutile"
Chirone si avvicinò a lui circospetto. "Lui chi? Di chi parli, Nico?"
"Voldermort, quello che temevamo si è avverato" L'aria sembrò farsi di colpo più fredda.
"Chi?" domandò Frank.
"È un mago" replicò scocciato Nico. "sono persone che possono usare la magia di Ecate"Poi si girò a fissare Chirone che era impallidito. "Oggi è avvenuta la battaglia di Hogwarts, ma non è andata come si aspettava Silente. Harry Potter è morto"
"Non è possibile... mi avevano detto di aver trovato tutti gli Horcrux" disse il centauro a mezza voce.
"Sono stati ingannati" rispose il ragazzino impassibile. "Ma il fatto è che Voldermort sta venendo qui pronto a ucciderci dato che li abbiamo aiutati"
"Be, si può sempre combattere"
Nico scosse la testa. "Sarebbe un suicidio Frank, no, ma so un modo per evitare tutto ciò"
Tirò fuori una clessidra dalla tasca del giubbotto antiproiettile. "È una Giratempo" Tutti gli occhi erano puntati increduli su di lui.
"Si sa solo che l'Horcrux che ci serve è stato perso più di trenta anni fa durante la prima guerra magica. Se riusciamo a recuperarlo e a distruggerlo Voldermort potrebbe essere sconfitto."
Sperava che capissero anche se spiegava in fretta e veloce, ma non c'era un minuto da perdere.
"Non ci sto capendo niente" sussurrò Frank con le mani fra i capelli castani. "Perché non possono farlo loro?"
Nico sbuffò. "Non possono perché nessuno di loro ha la possibilità di tornare così tanto indietro nel tempo come noi e soprattutto... sono tutti morti!"
"Ma come facciamo noi a tornare indietro?" domandò Hazel dubbiosa."Noi non possiamo, ma Festus sì." Diede la clessidra a Leo che l'accolse a bocca aperta.
"Puoi collegarla al tuo drago?" chiese poi Nico.
L'altro annuì. "Ovvio che posso. Vado subito"
Appena Leo uscì, Chirone alzò le mani per richiamare l'attenzione su di se. "Direi che dovrebbero andare i sette, scusate, i sei della profezia."
"Posso andare anch'io?" domandò Calipso, ma Chirone scosse la testa. "Meglio di no, non penso che il suo drago possa trasportare così tanta gente"La ragazza annuì incrociando le braccia al petto.
Nico si voltò verso Percy e Annabeth. "Conto su di voi, d'accordo?"
Il figlio di Poseidone alzò lo sguardo su di lui, ma senza vederlo davvero, mentre Annabeth rispondeva anche al suo posto.In quel momento accaddero due cose in contemporanea.
Una guardia al confine entrò nella mensa esclamando che i nemici erano alle porte, seguita da Leo che annunciò che erano pronti a partire. Fu un saluto rapido e, poco dopo, Percy, Annabeth, Piper, Frank, Hazel e Leo stesso erano sul grande drago di metallo con le coordinate impostate da Nico. Il mostro spiegò le ali e partì alla velocità della luce, mentre sotto di loro i semidei tentavano di difendersi dall'attacco.
Prossima destinazione? Castello di Hogwarts, 1976.
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Time Change
FanfictionAllerta spoiler "Labirinto in fiamme" Jason Grace è morto e ormai tutti i semidei devono venire a patti con questa cruda verità, ma un nemico di un altro mondo rischia di distruggerli una volta per tutti. Harry Potter infatti è stato sconfitto e Lo...