2. Piemonte

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Su le dentate scintillanti vette

salta il camoscio, tuona la valanga

da' ghiacci immani rotolando per le

selve croscianti :

ma da i silenzi de l'effuso azzurro

esce nel sole l'aquila, e distende

in tarde ruote digradanti il nero

volo solenne.

Salve, Piemonte! A te con melodia

mesta da lungi risonante, come

gli epici canti del tuo popol bravo,scendono i fiumi.

[...]

Su gli occhi spenti scese al re una stilla,

lenta errò l'ombra d'un sorriso. Allora

venne da l'alto un vol di spirti, e cinse

del re la morte.Innanzi a tutti, o nobile Piemonte,

quei che a Sfacteria dorme e in Alessandria

diè a l'aure primo il tricolor, Santorredi Santarosa.

E tutti insieme a Dio scortaron l'almadi Carl'Alberto. —Eccoti il re, Signore,

che ne disperse, il re che ne percosse.

Ora, o Signore,

anch'egli è morto, come noi morimmo,

Dio, per l'Italia. Rendine la patria.

A i morti, a i vivi, pe 'I fumante sangueda tutt'i campi,

per il dolore che le regge agguaglia

a le capanne, per la gloria, Dio,che fu ne gli anni, pe 'I martirio, Dio,

che è ne l'ora,a quella polve eroïca fremente,

a questa luce angelica esultante,

rendi la patria, Dio; rendi l'Italia

a gl'italiani.

[Giosuè Carducci, 1898]

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