"Un nuovo anno, un nuovo inizio." Ricominciava tutto: le aule, i compiti. Chiara si alzò dal letto, di malavoglia, e aprì la finestra. Il sole brillava nel cielo blu, ma il calore che entrava nella stanza era soffocante. Era metà settembre, eppure sembrava che l'estate non volesse lasciarla andare. Ancora si sudava di notte, ci si alzava stanchi da sogni agitati, e ora, in quel mattino di sole, il suo stomaco si contorceva."Altro che ricominciare gli studi," pensò, mentre il ricordo di quelli che l'aspettavano le faceva battere il cuore più forte.
"Un nuovo inizio," ripeteva, ma la verità era un'altra. Quella giornata rappresentava solo lo strascico di un passato che non riusciva a scrollarsi di dosso. "Andrà tutto bene," cercò di convincersi, ma la sua voce interiore suonava stanca.
Si guardò allo specchio del bagno. I suoi occhi castani, un tempo vivaci, erano gonfi e cerchiati. Si lavò il viso con acqua fredda, sperando che potesse risvegliare un po' di determinazione. Ma lo stomaco continuava a brontolare, e le pupille dilatate riflettevano l'ansia che sentiva. Era come se ogni muscolo del suo corpo fosse in tensione, preparato alla fuga.
"Sarebbe andato tutto bene," pensò, "se fossi stata in un'altra università, lontana da volti familiari, da ricordi pesanti." Ripensò a quel ragazzo, lui, che aveva reso la sua vita un inferno. "Con un po' di fortuna, capiterò con qualche nuovo studente," si disse, ma il sorriso che ne seguì era più un gesto di sfida che di speranza. "Anche se fosse così, qualcuno troverà sempre il modo di trasformare la mia vita universitaria in un disastro." Aveva smesso di credere nei colpi di fortuna.
"Beduino idiota e odioso," si sussurrò, cercando di scrollarsi di dosso quel senso di colpa. Ma era inutile; lo sapeva bene. Aveva perso esami per inseguire sogni che si erano rivelati illusioni e, con lei, si era portata dietro amici che l'avevano abbandonata. Era scappata, fuggita, cercando di lasciarsi alle spalle il peggio, ma ora quel giorno era arrivato, come un treno in corsa che l'aveva investita senza pietà.
Si guardò ancora una volta allo specchio, pensando a quante volte lo aveva fatto; quante lacrime, quante risate, quante speranze si riflettevano in quel vetro. Tirò un forte sospiro e scosse la testa. Non era debole, non lo era mai stata (o quasi) e non avrebbe permesso alla paura di sopraffarla.
Diede un'occhiata veloce all'orologio. Le 7:45. Si affrettò a prepararsi, il nervosismo cresceva con ogni passo. La tentazione di scappare l'aveva accompagnata anche in estate, quando si era rifugiata a Milano. Quattro mesi immersa in corsi di moda, sfilate e feste. Un mondo nuovo, lontano dai disastri di Napoli e da lui. "Smettila, Chiara, di fare la mocciosa," si ripeteva, l'ansia che le attanagliava lo stomaco.
Lo squillo del telefono la riportò alla realtà. "Sono alla fermata," lesse sullo schermo. "Arrivo subito," rispose, mentre si dava un'ultima controllata allo specchio. Mentre indossava gli occhiali da sole, un ultimo pensiero le attraversò la mente: "Quest'anno farò tutto il possibile affinché le cose vadano nel verso giusto."
"Mamma, io vado!" esclamò, baciando la guancia della madre che sorseggiava il caffè. "Mi raccomando, Chiara," rispose lei, con un sorriso incoraggiante. "Grazie per il sostegno."
Chiara chiuse la porta e guardò il cielo. La giornata era stupenda, il sole batteva forte. "Altro che cominciare gli studi," pensò, avviandosi verso la fermata, con il cuore che batteva forte, pronta ad affrontare l'ignoto.
Fine del primo capitolo
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Non pensarci Michael tanto è passato hai deciso di voltare pagina fallo definitivamente
Corro verso carlo che è già salito al secondo piano, cerco di raggiungerlo veloce ,lo vedo fermo sul uscio della porta, mi avvicino piano lui , che mi fa segno di fare silenzio.

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il cammino dell' età
Romancela storia di Chiara e Michael, due ragazzi entrambi dal carattere forte. Due vite vissute all unisolo pur inconsapevolmente . Lui narcisista, amante della libertà e del divertimento, ma vivendo; costantemente,ed inconsciamente ad essere follement...