Chiara

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Chiara odiava quando gli faceva il solletico ma questa volta era rimasta interdetta dal suo improvviso scostarsi, aveva cambiato d'un tratto espressione e gli era persino comparsa quella riga tra le sopracciglia.
-Allora, a che punto siamo col torneo?- tuonò Andrea alle loro spalle.
-Quale torneo?- rispose Chiara cercando di distrarsi dal repentino cambiamento di Michael. Francesco aggiornò le due amiche sull'imminente torneo che sarebbe iniziato tra qualche giorno. Chiara sfilò dalle mani di Michael il foglio dei gironi commentando i vari partecipanti;  discussero sulle giornate e su dove allenarsi, cominciarono a litigare sulla scelta del campo con  Antonella a fare da pacere dando loro la soluzione ideale alle loro esigenze.
-Sicuro di essere due ragazze?!- commentò scherzosamente Carlo.
-Spiritoso!- ringhiò Antonella cacciandogli la lingua, risero divertiti e trascrissero tutto nero su bianco creando anche un gruppo per aggiornare tutti i partecipanti.
-Io e Antonella magari potremmo fare le ragazze pon pon!- 
-Solo se metterete le minigonne!-
-Sei un porco Michael! Potresti chiedere alle tue amiche, saranno felicissime di servirti-
-Ragazzi, è tardissimo- sbraitò Piero osservando l'androne della scuola ormai vuoto, in giro c'era soltanto qualche ritardatario che correva.
-Muovetevi- intimò Andrea alzandosi di scatto e camminando a passo spedito, tutti gli altri fecero lo stesso raccogliendo in fretta le proprie cose. 
-A proposito Chiara, dobbiamo organizzarci anche per il compito-
-Ci organizzeremo in classe con calma Mike- disse lei continuando a correre, lui si fermò di botto e lei fece lo stesso. Michael le sorrise, aveva uno di quei sorrisi magnifici con gli occhi che brillavano, riprese a camminare fino ad andarle incontro per abbracciarla; il cuore di Chiara cominciò a battere forte, ancora una volta il suo odore la fece impazzire.
-Cosa ti prende?!-
-Mi hai chiamato Mike- disse soltanto lui tenendola ancora stressa a se. Chiara smise di chiamarlo così tempo fa, lui sapeva l'abitudine di Chiara di chiamare le persone con il loro nome completo quando qualcosa non andava e lui non aveva permesso mai a nessuno in tutti quegli anni di chiamarlo con quel diminutivo.
-Non pensavo te ne accorgessi!- disse lei ancora stretta alle sua braccia, sciogliendo di poco l'abbraccio per guardarlo negli occhi.
-Mi piaceva quando mi chiamavi cosi- rispose continuando a guardarla intensamente negli occhi, le diede un bacio sulla guancia e le sorrise di nuovo.
Chiara rimase sorpresa per quell'improvviso gesto come se tutto quello che avevano passato fin ora non contasse nulla, era finito tutto in una semplice amicizia e a lui sembrava non importare minimamente, solo lei provava quella sensazione così strana allo stomaco ogni volta. Quando lui si allontanò per raggiungere Piero, lei aveva ancora il cervello in confusione e le gambe che le tremavano, ce l'aveva con se stessa perché provava ancora tutte quelle emozioni nonostante il dolore provato negli anni.
Chiara da lontano vide Carlo indicare a Michael qualcosa( o meglio, qualcuno); vide una chioma rossa in cima alle scale e lei rimase lì a guardarlo mentre le si avvicinava.
La ragazza notò Chiara e le rivolse la peggior espressione disprezzante per poi tornare a porre la sua attenzione su Michael.
Si avviarono entrambi verso il corridoio della seconda uscita, ottimo posto per stare appartati. Chiara, infastidita da tutta quella scena, sorpassò l'amico a passo spedito per allontanarsi, entrò in aula e sbatté la cartella sul banco con Piero totalmente in confusione. 
-Non sa nemmeno tenere a bada gli ormoni- continuò lei furiosa. 
-Vi sembra questa l'ora di entrare in classe?- sbraitò il professore. Chiara non gli rispose, in silenzio prese posto cercando di recuperare i libri dalla borsa; il professore continuava a fissarla con disappunto mentre attendeva una risposta che però tardava ad arrivare, facendolo imbestialire ancora di più.
-Allora?- incalzò lui spazientito. Fu Carlo a giustificarsi per il ritardo fulminando Chiara con lo sguardo e con Antonella che le mimò un "che cazzo combini" con tanto di faccia irritata.

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