"Un altro attacco da parte dell'Isis".
"Trovata una donna uccisa dal suo compagno per gelosia". Ascoltava oziosamente le notizie, ancora lì a bere il suo caffè.
"Sempre le stesse", non lo diceva per egoismo o strafottenza ma solo perché ipotizzava che nessuno avrebbe mai cambiato le cose. Appoggiò la tazzina nel lavandino e prese la camicia bianca preparata già la sera prima, se la infilò nei pantaloni dopo averla abbottonata e strinse la cintura.
-Bene- esclamò mentre si sistemava il colletto e si spruzzava l'immancabile Alinen guardandosi allo specchio.
Michael era il ritratto del narcisismo: bello e maledettamente consapevole di esserlo, egocentrico e sbruffone arrivando spesso con l'essere crudele. Amava a tal punto il suo fascino da creare addirittura un fan club, nella sua notevole collezione personale aveva un grande numero di cuori infranti ma allo stesso tempo l'odio di molti e l'invidia di tanti.
Entrò in camera e tirò fuori dall'armadio il chiodo di pelle; fu in quel preciso istante che la vide,
era lì dove l'aveva lasciata cinque mesi prima e la prese con delicatezza come se fosse la cosa più fragile al mondo e la guardò come se fosse la prima volta.
"La gita in montagna", chiuse gli occhi e si mese a pensare al momento in cui venne scattata.
Erano felici in quel periodo e sorridevano, a tal punto che si ricordò subito del suo profumo di Hypnotic. Lei era aggrappata alle sue spalle, i lunghi capelli neri corvino erano mossi dal vento, il suo viso era truccatissimo ed incorniciato dal quel rossetto rosso che lui tanto detestava. "Sono passati solo due anni da allora, cocciuta e testarda", innumerevoli volte le aveva ripetuto questa frase, finendo puntualmente per litigare a causa di quel rossetto e di tutto quel trucco che le sporcava il viso.
"Spero sia rimasta a Milano" rifletteva continuamente mentre nascondeva di nuovo la foto nell'armadio. Lo sperava davvero, sperava con tutto se stesso di non incrociare più il suo sguardo, nemmeno su Instagram, dove fin ora aveva visto le sue storie.
"Insieme saremmo potuti cambiare, eri quella giusta" affermò beffandosi di se stesso con un finto sorriso.
I sentimenti più profondi iniziarono a riaffiorare dalla sua anima in un attimo, tutti i ricordi che aveva seppellito insieme alla foto si fecero spazio. Nel frattempo, in preda ad un turbinio di emozioni, aprì il portone, si infilò le Ray Ban e prese il cellulare; con le dita scorse fino al numero di Riccardo. Era indeciso se chiamarlo o meno visto che ormai erano settimane che non si faceva sentire.
-Buongiorno- tuonò una voce alle sue spalle facendolo sobbalzare.
-Sei un coglione-
-Buongiorno anche a te- Michael non rispose ma si limitò a guardarlo.
-Non è colpa mia se sei assorto nei tuoi pensieri-
Quest ultimo e Michael erano amici dai tempi dell'asilo, erano cresciuti insieme per poi prendere strade diverse al liceo, avevano continuato a sentirsi per i primi anni ma poi crescendo presero strade diverse.
-Cazzo hai avuto culo a passare i test di ammissione!-
- Michael ho semplicemente studiato, è ben diverso- rispose tranquillamente Piero, sempre con un sorriso contagioso sulle labbra.
Piero si era appena lasciato con la storica fidanzata eppure sembrava che stesse bene ma Michael, nonostante sapesse il contrario, non ebbe mai il coraggio di chiederglielo.
Piero d'un tratto cambiò espressione come se avesse letto nella sua testa.
-Mi dispiace di non esserci stato- rispose Michael con coraggio, rendendosi conto di essere stato il peggior amico che potesse esistere.
-Non scusarti, io non sono migliore di te- concluse Piero sfoggiando di nuovo lo stesso sorriso di prima. Nelle parole di Piero c'era più verità di quanto Michael potesse credere ...in fondo entrambi avevano le loro colpe.Fine secondo capitolo
Commentate in tanti, mi raccomando!
![](https://img.wattpad.com/cover/183103306-288-k33741.jpg)
STAI LEGGENDO
il cammino dell' età
Romancela storia di Chiara e Michael, due ragazzi entrambi dal carattere forte. Due vite vissute all unisolo pur inconsapevolmente . Lui narcisista, amante della libertà e del divertimento, ma vivendo; costantemente,ed inconsciamente ad essere follement...