IV

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America aveva gli occhiali attaccati al maglione, gli occhi blu puntati in quelli azzurri di Russia pronto nel caso il russo pensasse di fare una qualsiasi mossa, non sapeva nemmeno perché aveva i muscoli così tesi, come dannate corde di violino, ne perché temesse, realisticamente parlando, una ritorsione del russo, non aveva ragioni e Russia era uno di quegli uomini che non faceva niente per niente, quindi a parte togliersi un nemico, ma scatenare tutta una reazione a catena era inutile. Eppure quel tarlo non se ne andava, era sempre così quando si trattava di uscire dal proprio territorio, pronti a tenere la pelle attaccata ai muscoli, ma mostrarsi come se nulla fosse. Quanta ipocrisia in semplici gesti, Russia pareva tranquillo, ma questo non lo metteva nella posizione di essere meno pericoloso, quella tranquillità era meschina e sapeva che nascondeva una tempesta che il russo gestiva in chissà quale metodo contorto.

《Allora questo piano contorto che avevi dov'è?》
Chiese Russia, lo sguardo tagliente, ma infiammato seppur fosse pericolosamente calmo, la posizione delle dita intrecciate l'una sull'altra, mentre non si perdevano di uno sguardo, nemmeno fosse una questione di vita o di morte, oppure lo era? America sogghignò, suscitando la reazione di Russia che storse leggermente il naso in una smorfia infastidita.
《È abbastanza semplice Russia, dobbiamo scoprire chi potesse avercela con loro e tirare le somme. Dovremmo chiedere a qualcuno, ma come al solito non è tutto così facile darling, ai Countries non piacciono le novità e saranno in tensione, dovremmo essere subdoli...》
I loro sguardi si intesero, la voce di America così divertita da una proposta così mortale sotto intesa -gli piaceva vedere l'espressione del russo cambiare- mentre addirittura con nonchalance appoggiava le gambe sul tavolo e si dondolava sulla poltrona come un ragazzo del liceo. Russia sospirò, mangiandosi l'interno guancia con i denti, il nervoso di doversi fidare di qualcuno era palpabile in entrambi, ma dovevano mascherarlo per non dare segni di debolezza e il suo petto si gonfiò dell'ennesimo respiro, i capelli bianchi si adagiarono leggeri sopra la sua fronte quando si tolse l'ushanka.
《Odio già la tua idea. Ovviamente a te piacciono le cose alla mission impossible. Sotto copertura e quelle puttanate lì.》
Russia era nervoso, l'idea lo rendeva a dir poco irritato. Prese America per il colletto con forza, l'altro sorrise aspettandosi una reazione simile, sentí il suo fiato sul viso e il suo sguardo mangiarlo vivo.
《Se mi tradisci, ti farò passare l'inferno. 》
Esalò a pochi centimetri dal suo viso, tanto che la pelle calda di America rabbrividì da sola per il fiato gelido, un fastidio si mostró anche in America che lo aggrappò per il braccio e se lo staccò di dosso, talmente velocemente da non permettere a Russia di capire realmente come fosse finito girato di schiena contro il tavolo, intontito guardò America già pronto a sbranarlo come il più feroce dei cani, ma l'americano gli mise un dito sulle labbra come a zittirlo.
《È reciproco, ricordatelo, non pensare che io non ti scuoierò vivo se oserai voltarmi le spalle.》
Si staccò dal russo come si erano attaccati, la minaccia detta con calma, scandendola talmente bene che perfino un bambino avrebbe capito. Russia si mise in piedi e gli porse la mano, era un patto e voleva la stretta, America fece scivolare via il guanto e la strinse, una stretta decisamente potente probabilmente molte persone si sarebbero staccate subito, perché era davvero insostenibile, ma loro si guardavano, sorridenti e incuranti era una prova di forza di cui erano i partecipanti in maniera spesso dolorosa.

Russia fu veloce ad andarsene, tanto che America rimase piacevolemente sorpreso di non doverlo aspettare come un maritino. Durante il tragitto in auto entrambi rimasero in silenzio immersi nei pensieri. Russia che guardava il finestrino e seguiva la strada, pensando a quante volte l'avesse fatto e come ora gli sembrava un'esperienza ultraterrena, quasi stesse camminando su quella strada per l'ultima volta e dire che provava dubbi, c'era qualcosa in tutto quello che non andava, un contorto sistema sbagliato che avrebbe volentieri rovesciato per capire cosa ci fosse sotto, ma le regole del tavolo erano altre e doveva stare per forza di cose seduto a giocare quella partita che lo confondeva.
《Troppo ordine crea disordine.》
Disse America spezzando il silenzio, gli occhi puntati sulla strada, il russo fece un verso perché non comprendeva.
《Stai cercando ordine in una cosa che non c'è, lo so, l'ho fatto anch'io, ma non lo troverai, mi credi o no? Stai creando disordine nella tua testa.》
Diede la spiegazione, ma Russia non rispose, non nell'immediato come avrebbe voluto fare, preferì guardare altrove, colpito dell'essere affianco a sé, per un attimo aveva perfino pensato fosse un alieno, sapeva che gli stava riservando quelle cortesie per utilità, perché entrambi avevano in un certo senso bisogno l'uno dell'altro.

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