Russia aveva dovuto trascorrere la cerimonia abbastanza lontano da occhi indiscreti che avrebbero potuto seriamente riconoscerlo, il naso storto in una smorfia di tristezza alla vista -per l'ultima volta- della donna a cui tanto in vita aveva tenuto, per i suoi standard chiariamo, il cielo aveva una sfumatura nuvolosa tipica delle giornate che non sanno che pesci prendere e allora si annuvolano in cerca di futili risposte alle domande delle persone sul meteo. Lo sguardo del russo era stato tutto il tempo incollato alla fragilità della vita spezzata, a quella sensazione che avere il mondo nelle mani non promettesse assolutamente nulla. Il vestito di Bielorussia era davvero bello, peccato fosse di un morto, così candido fra i capelli color verde e rosso e leggere sfumature su un lato bianche. Il suo volto sembrava segnato dalla morte e Russia l'aveva fissato intensamente da dove poteva, pensò dentro di sé che alla donna certe cerimonie non erano mai piaciute e che probabilmente non avevano chiare le idee sui desideri della tanto determinata Bielorussia. Russia dal canto suo avrebbe voluto ricordarla per la forza d'animo con cui questa si era fatta strada nella criminalità organizzata, niente di onorevole ad essere un criminale e nessuno probabilmente l'avrebbe elogiata per la sua cattiveria che mostrava soprattutto a chi le intralciava i piedi -per fortuna probabilmente-, ma il russo sentí comunque un motto d'orgoglio salirgli al ripensarla, come un fratello maggiore che vedeva sbocciare la sorellina, certo a nessuno poi sarebbe piaciuto anche vederla appassire.
Dopo il funerale vi fu una cerimonia fin troppo sfarzosa e vanitosa, qualcuno cercava disperatamente di mostrarsi come possibile candidato a rimpiazzarla, Russia ovviamente la vedeva dura, non erano solo i soldi, era qualcos'altro di più profondo a smuovere la persona giusta per prendere il posto che loro occupavano tanto gelosamente. Girò occasionalmente per cercare sguardi che gli facessero seriamente scattare il suo campanello interno, ma nulla.
In compenso meno felicemente poté rintracciare con l'occhio America, così tranquillo e a suo agio nella folla, naturale e fluido parlava e ridacchiava, portando il suo "pubblico" a ridere a sua volta, lo vedeva abbracciato a un paio di donne e un fastidio invase il suo pallido pugno destro, quello che avrebbe voluto sganciargli in faccia; aveva troppe ragioni per farlo! Inanzitutto come si permetteva a usare un evento del genere per rimorchiare quel brutto pervertito del cazzo, secondariamente gli rivenne in mente il discorso sul suo sonno e una smorfia non poco irritata gli balenò in volto, lo stronzo lo spiava!? Terza cosa doveva cercare informazioni! Non fare il puttaniere! La rabbia non bene identificata che gli mordicchiava la testa, sicuramente era per le ragioni elencate sopra, ma dentro, in fondo, molto in fondo sentiva che era un motivo quasi più primordiale, una sensazione che non sapeva identificare con la correttezza di cui pensava di disporre, ma sapeva che c'era delle motivazioni logiche.Sospirò abbattuto dal fiasco che sembrava professarsi quella giornata, era ovvio che più tempo passava e meno probabilità avevano di trovare e giustiziare l'omicida, anzi poteva tranquillamente colpire nuovamente, cosa glielo stava impedendo di rendersi di nuovo grande? Così ironico, ma ben studiato, il russo pensò che era davvero particolare come avversario, si morse piano le labbra sottili, mancavano risposte.
Il russo non era una creatura da centro della scena come America, era più dietro le quinte e orchestrava benissimo da lì, parlò con poche persone, argomenti casuali abbastanza da non far salire il sospetto, abbastanza da mimetizzarlo, ma poche le informazioni troppo poche, non erano sufficienti a costruire una pista.
Tornò nella stanza che condivideva con America frustato, dalla rabbia non riuscì nemmeno a dormire, la frustazione gli saliva e scendeva dallo stomaco come acido e gli impediva del sonno che avrebbe volentieri assaporato, il fallimento una cosa che nemmeno nell'anticamera del cervello riusciva a proporsi che gli bruciava addosso, aveva deluso i suoi propositi ed era punto e a capo. Per giunta dell'americano non mi era traccia ed era mattina inoltrata, stupido bastardo che pensava solo a scopare! Il russo imprecò fra i denti mentre ripensava logicamente a una soluzione e i capelli neri intanto cominciavano a stargli stretti, gli occhi bruciavano per giunta -troppo tempo con le lenti a contatto colorate- e questo aumentava il suo nervoso fino a che non sentí una chiave girare nella serratura e aprirla. Il russo si armó immediatamente puntando la pistola alla porta. 《Tesoro sono a casa!》Esclamò America con un sorrisetto e subito alzó le mani ironico come sempre, il russo abbassò la pistola e sbuffò《dove cazzo eri finito? no, anzi dammi la spiegazione formale, non voglio sapere i dettagli.》disse Russia, lo guardò negli occhi cercando subito un contatto che gli desse traccia di menzogna o meno. 《La mogliettina si preoccupa? Così mi imbarazzo sai?》L'americano era particolarmente giocoso quella mattina, più del solito, forse da ricondurre alla scarica di endorfine che gli viaggiavano dentro il corpo reduci o si vedeva che fosse soddisfatto da metri di distanza. 《America ti strozzo.》ricevette la minaccia, ma sorrise ancora di più o adorava quando il russo cadeva nelle sue trappole di punzecchiature e si arrabbiava. 《Non era "ti spiezo"?》domandò finantamente con il dito posto sotto il mento, il russo si infiammò 《fai meno lo spiritoso figlio di puttana.》bollì il russo come una pentola e si avvicinò intenzionato a sfogare la sua frustazione sul viso dell'americano. 《Calmati tigre, sto scherzando, vedi..》cominciò America schivando abilmente il russo e andando a rubargli il caffè, si sedette su una sedia lanciando la giacca elegante e allentando la camicia. 《Esistono vari metodi per far cantare le persone e tu mio caro sei troppo timido! E non fare quella faccia scocciata. Sì, Rus sei troppo timido, le persone cantano così bene quando sono felici e soddisfatte.》si accese addirittura una sigaretta e serrò gli occhi tranquillo, mettendosi una mano dietro la nuca. 《Ho incontro un paio di ragazze, parlano di uomini Rus, affamati di potere del nostro potere.》 Il russo alzò un sopracciglio sedendosi sul letto e scuotendo la testa. 《Non mi dici nulla di nuovo, sappiamo che a volte siamo minacciati.》si accese una sigaretta a sua volta, assaporando il caldo del tabacco che diveniva fumo. 《Vero, sí, ma non così organizzati Rus, questo è altro.》avvertì l'americano, allorché si guardarono di nuovo negli occhi, Russia sentí una specie di sollievo al sapere che anche quello fu al fine della "missione". 《Hai dei nomi?》Chiese più rilassato. 《Oh baby ti lascerei mai a bocca asciutta? 》domandò civettuolo America.
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Who are you?
Fanfiction◇AU ◇Rusame ◇boy x boy dove i countryhumans sono semplici umani. Senza nome, senza dubbi, senza paura e senza rimpianti, l'unica cosa che ti caratterizza e non ti lascia cadere nell'anonimato è un soprannome e una nazionalità. Non dire mai chi sei v...